Colpi di diritto
Paura mortale
Il caso aveva avuto ampio risalto: al termine di una partita di calcio, un tifoso ubriaco ha aggredito un collaboratore delle ferrovie, arrivando quasi a spingerlo sotto un treno. In seguito, lo ha colpito e scaraventato in un cespuglio. Ha poi preso il treno, dal quale è stato prelevato dalla polizia alla fermata successiva, per essere mantenuto in detenzione preventiva con l’accusa di tentato omicidio.
La procura pubblica ha preso il caso molto sul serio, interrogando dozzine di testimoni che hanno confermato la versione della vittima, un manager degli eventi FFS. All’arrivo del treno speciale, il marciapiede era pieno di gente che, con l’ausilio del fischietto, il collega ha tentato di riportare dietro la riga di sicurezza. L’aggressore, visibilmente ubriaco, ha dapprima chiesto dove si trovassero le carrozze di prima classe, reagendo con insulti alla semplice domanda se fosse in possesso di un biglietto di prima. Ha poi afferrato il dipendente per un braccio, spingendolo in direzione del binario quando il treno in arrivo si trovava a circa 150 metri. Il collega è riuscito a liberarsi con uno strattone, ma è stato ripetutamente colpito dall’energumeno. Entrambi sono poi caduti a terra e sono finalmente stati separati da altre persone.
Il collega si è quindi rivolto al SEV, che gli ha messo a disposizione un legale, il quale ha fatto valere presso il tribunale le vie di fatto nei confronti di un funzionario, nonché il tentato omicidio. Il tribunale di circondario ha dapprima accolto questi capi d’accusa, mentre in seconda istanza la minaccia di morte è stata ridimensionata e il tifoso condannato solo per violenza e minacce ad un funzionario. Questa sentenza è poi stata confermata anche dal tribunale federale, compresa la pena a otto mesi di reclusione.
I giudici hanno statuito che l’aggredito, pur temendo per la sua vita, non si sarebbe mai trovato in oggettivo pericolo di morte, né all’aggressore poteva essere imputata una forma di premeditazione nel mettere in pericolo la vita del ferroviere. I giudici hanno però ritenuto gravi gli insulti e gli attacchi, per cui la pena detentiva sarebbe adeguata. Le richieste della difesa hanno indotto il tribunale anche ad occuparsi della questione a sapere se la vittima andava o meno considerata quale funzionario. La conclusione è stata positiva, nel senso che chi si trova sul marciapiede ed è chiamato ad occuparsi della sicurezza dei viaggiatori debba dal profilo legale essere considerato un funzionario, che l’aggressore aveva potuto identificare in quanto tale, tanto più che lui stesso lavorava presso una ferrovia …
Nel frattempo, la questione in questi termini non dovrebbe più porsi, in quanto le nuove norme penali a lungo sollecitate e finalmente ottenute dal SEV sanciscono la protezione del personale dei trasporti pubblici dalle aggressioni, almeno dal punto di vista legale.
Assistenza giuridica SEV