Quando il responsabile di un incidente non vuol ammettere la propria colpa
Rimborsato ma ...
Walter si è rivolto all’ assistenza giuridica SEV dopo essere stato investito da un’auto, riportando una lesione ad un ginocchio durante il controllo del parcheggio di una stazione.
L’incidente lo ha costretto a seguire una terapia e ad osservare un periodo di riposo di sei settimane. Lavorando a turni, è sorto il problema del rimborso delle indennità perse a seguito dell’incapacità lavorativa.
L’incidente era stato registrato dalla locale polizia, che aveva sottoposto entrambi i protagonisti ad un test alcolemico, rivelatosi negativo per entrambi.
Walter non ha però ricevuto copia del rapporto di polizia e non era quindi a conoscenza delle generalità del suo investitore, né tantomeno della sua assicurazione di responsabilità civile.
Si è quindi rivolto all’assistenza giuridica del SEV che ha scritto al posto di polizia, ricevendo in risposta una telefonata da un agente, che gli ha comunque comunicato le informazioni richieste sul conducente che aveva urtato Walter. L’agente ha anche indicato che la questione era seguita dalla polizia cantonale e che il SEV avrebbe ricevuto una copia del rapporto al termine della procedura amministrativa in corso.
Il SEV ha quindi contattato il conducente per avere il numero di polizza RC, in modo da far valere le pretese di Walter.
Il conducente ha reagito molto rapidamente, comunicando che avrebbe preferito, se risultavano ragionevoli, assumersi in prima persona questi costi, per evitare aumenti di premi assicurativi e dovendo comunque far fronte ad una franchigia.
Sei settimane dopo, Walter ha ripreso il lavoro ed il suo datore di lavoro si era dimostrato tanto comprensivo da riconoscergli anche le indennità spettanti ai turni previsti in origine dal suo piano di lavoro.
Durante il periodo di riposo forzato, però, Walter era impossibilitato ad occuparsi di sua madre, che viveva con lui in quanto bisognosa di cure e ha quindi dovuto organizzare una sua sostituzione. Inoltre, il conducente non ha mai ritenuto di doversi scusare per l’incidente e i problemi che ne sono derivati.
Dal rapporto di polizia nel frattempo rimesso al SEV è scaturito che il conducente aveva più volte inutilmente tentato di addebitare la responsabilità dell’incidente a Walter.
Il medico curante ha per contro confermato al SEV che Walter era stato molto limitato nelle sue capacità fisiche per sei settimane, senza che permanessero fortunatamente lesioni permanenti. Il SEV ha quindi rivolto una richiesta al conducente, conscio che in Svizzera le indennità per lesioni fisiche, contrariamente a quanto avviene, per esempio, negli Stati Uniti, sono molto modeste. Tenuto conto dell’esito particolarmente favorevole dell’incidente e delle spese mediche, che ammontavano a diverse centinaia di franchi, ha dato 30 giorni di tempo al conducente per rimborsare Walter o per trasmettere la richiesta alla RC.
Il conducente ha immediatamente ammesso le sue responsabilità, augurando pronto ristabilimento a Walter ed assicurando un rapido pagamento. Non ha però voluto riconoscere la responsabilità, né scusarsi con Walter.
Ricevuti i soldi, quest’ultimo ha ringraziato l’assistenza giuridica per l’aiuto ricevuto. Gli è però solo rimasto l’amaro in bocca per il comportamento poco riguardoso del conducente.
Assistenza giuridica SEV