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Futuro del trasporto merci su ferrovia

Il traffico su vagoni isolati ha bisogno di una spinta

Jürg Schüpbach, specialista di manovra a Thun, sale su una locomotiva di linea per accompagnare un macchinista B100 nel ritiro di vagoni di gesso a Leissigbad.

In novembre, il Consiglio federale ha posto in consultazione due varianti sul futuro del trasporto merci su ferrovia: la prima prevede aiuti per i fornitori di trasporto a carri completi isolati (TCCI), la seconda no. Abbiamo chiesto a FFS Cargo quali potrebbero essere le conseguenze per le regioni periferiche come, per esempio, quella di Thun.

Per inquadrare correttamente la situazione attuale del team Cargo di Thun, Urs Reber, capo della produzione della regione Centro e Beat Aeschli- mann, capo del team Cargo Berna/Thun, ci presentano una piccolaretrospettiva. «Negli ultimi anni, nell’Oberland bernese, FFS Cargo ha perso molta della sua importanza» si lamenta Reber. 25 anni fa, la regione di manovra di Thun contava da 50 a 60 dipendenti, compresi controllori veicoli e verificatori e, oltre alla distribuzione e alla raccolta di vagoni, doveva occuparsi dell’aggiunta di locomotive di rinforzo ai treni in transito attraverso le Alpi. Sino a metà del 2001, il TCCI nell’Oberland bernese veniva svolto dalla BLS. In seguito, è stato rilevato su tutto il territorio nazionale da FFS Cargo che, per garantirne lo svolgimento, nei primi anni acquistava alcune prestazioni. Il volume di questi acquisti è poi stato verificato a scadenze regolari, adeguando la produzione nella regione alle capacità in proprio.

Punti di servizio tagliati

La revisione della rete ha portato una marcata riduzione dei punti di servizio in tutto il paese (vedi riquadro “diminuzione dei punti di servizio e delle soluzioni per i clienti”) e della clientela del TCCI. Nell’alta Simmental e nella Kandertal non vi è più nessun punto di servizio fisso. A Lattigen/Eifeld (bassa Simmental) e Frutigen (Kandertal) è stato possibile trovare soluzioni puntuali con la clientela interessata. Il team Cargo di Thun oggi conta 11 collaboratori che servono i punti di Interlaken, Frutigen, Lattigen/Eifeld, Brenzikofen e Rubigen e che collaborano sempre più spesso con i circa 25 collaboratori della regione di Berna. «A Thun dobbiamo coprire distanze relativamente importanti per raccogliere carichi contenuti, mentre a Berna capita il contrario», spiega Beat Aeschlimann, che dalla loro fusione nel 2016 è a capo dei due team.

Secondo Urs Reber, la riduzione del TCCI nell’Oberland bernese è una conseguenza dell’assenza di grandi clienti e grosse industrie. Le piccole e medie imprese presenti generavano solo un traffico di pochi carri che, a causa del lungo percorso per la consegna, risultava sempre meno redditizio. Negli ultimi tempi, bisognava inviare una locomotiva a Zweisimmen per fornire o ritirare due vagoni e ciò richiedeva circa tre ore. Un servizio che non poteva più essere svolto in modo redditizio e che è stato abbandonato.

Nel 2018, dopo che il maggior cliente locale aveva trasferito i propri trasporti su strada (i rifiuti destinati all’inceneritore di Thun, di cui il giornale SEV aveva riferito nello stesso anno), FFS Cargo ha chiuso anche i punti di servizio di Interlaken Ost e Emmenmatt. La ferrovia ha così però perso anche altri incarichi, come quello per il trasporto di circa 650 tonnellate all’anno di sale antighiaccio dalle saline svizzere a Emmenmatt. È per contro stato possibile trovare una soluzione per le circa 1600 tonnellate di sale l’anno dirette a Interlaken: il trasporto avviene per ferrovia sino a Thun e da qui su autocarro. Le saline svizzere trasportano su ferrovia in tutta la Svizzera e, come ci ha confermato Peter Schachtler, capo della Supply Chain Management, vorrebbero riaumentare la loro quota di trasporto ferroviario.

Soluzioni flessibili per la clientela

Nel 2018, FFS Cargo ha elaborato soluzioni per numerosi clienti, definendo finestre temporali per lo svolgimento di incarichi occasionali di trasporto. Un esempio è il trasporto di materiale di produzione, che viene recapitato in treni completi o tramite il TCCI a Thun ogni due settimane circa e poi da qui recapitato in gruppi di vagoni più piccoli a Interlaken West o a Brenzikofen. Queste possibilità vengono offerte anche a clienti di Frutigen, Lattigen/Eifeld e Wichtrach, che devono annunciare i loro trasporti in modo che FFS Cargo possa pianificarne e raggrupparne lo svolgimento nell’ambito delle finestre temporali disponibili.

Il trasporto di legname è ancora possibile solo a Steffisburg, ma in misura molto minore di una volta. «In caso di tempeste o epidemie di coleotteri, avremmo però di nuovo bisogno di più punti di carico», avverte Urs Reber. «Dopo la tempesta Lothar a fine 1999, circolavano sino a due treni completi di legname al giorno da Zweisimmen a Thun».

La variante 2 significherebbe la fine del TCCI

Quali conseguenze avrebbero le due varianti proposte dal Consiglio federale per il TCCI nella regione di Thun? Solo la prima prevede indennità per i fornitori del TCCI, mentre entrambe prevedono un bonus ai clienti per il carico di vagoni, nonché contributi per il gancio automatico digitale, per i mezzi di trasbordo e per la navigazione sul Reno.

Le FFS intendono partecipare alla consultazione analizzando in dettaglio le due varianti, per cui Urs Reber evita di pronunciarsi. In merito alla variante 2, si limita a citare il comunicato stampa dello scorso 2 novembre sul lancio della procedura di consultazione, in cui il Consiglio federale indicava che, a medio termine, potrebbe portare all’abbandono del TCCI e quindi alla perdita per la ferrovia di circa il 15 percento del mercato interno.

«Solo le regioni urbane, dove vi sono volumi di traffico importanti, continuerebbero a disporre di una buona offerta di trasporto ferroviario”. La regione di Thun non è però tra queste e solo i trasporti di materiali di produzione per l’esercito e quelli per l’industria del cemento (per esempio il trasporto di gesso) raggiungono i volumi necessari.

Urs Reber vede invece opportunità nella variante 1, ma tiene a precisare che «anche in futuro bisognerà mantenersi flessibili nei confronti delle esigenze della clientela e offrire soluzioni di qualità».

Markus Fischer
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Riquadro:

Meno punti serviti

La rete di base del sistema di traffico a carri completi è attualmente costituita da circa 150 punti di servizio con un'offerta regolare per i clienti. FFS Cargo è tenuta ad assumersi il rischio di utilizzo delle capacità e, dal 2016, a raggiungere la copertura dei costi anche per il traffico a carri completi isolati (TCCI). Per questo motivo, la redditività dei singoli punti di carico viene sottoposta a verifiche regolari con la clientela e con le autorità politiche, con il risultato che oltre la metà dei 323 punti di servizio che la rete contava nel 2011 è stata chiusa.

«L’abbandono di un punto di servizio non comporta necessariamente il passaggio alla strada dei trasporti», spiega Miriam Wassmer, responsabile della comunicazione di FFS Cargo. «Vi è anche la possibilità di far capo a un altro punto di servizio, oppure di elaborare soluzioni puntuali con i clienti». Oggi, oltre alla rete di base, vi sono circa 130 località che offrono queste soluzioni, sottoposte annualmente a verifica da FFS Cargo, unitamente ai clienti. Nel 2011, questi ulteriori punti di servizio erano circa 200. Anche qui vi è quindi stata una riduzione.

«L’importante non è però il numero di punti di servizio, ma i quantitativi trasportati e lo split modale», aggiunge Miriam Wassmer. «Raggruppando i trasporti e migliorando l’efficienza dell’uso dei punti di servizio, negli ultimi anni siamo riusciti a mantenere su ferrovia la maggior parte dei trasporti merci. Abbiamo effettivamente perso in quote di mercato, ma più che altro a causa della mancanza di concorrenzialità della ferrovia in un mercato liberalizzato e al calo della produzione di materiale industriale pesante in Svizzera».

« Il fallimento del mercato liberalizzato nel traffico merci è evidente », constata il segretario sindacale SEV Philipp Hadorn. « ma è anche chiaro che lo smantellamento della rete rimette in discussione tutto il sistema TCCI. FFS Cargo l'ha ammesso in occasione di diversi progetti di smantellamento e nonostante tutto continua a smantellare».

Un'opportunità per il traffico di vagoni isolati

Commento di Philipp Hadorn, segretario sindacale e capo del team Cargo del SEV

La regione di Thun è un esempio lampante delle conseguenze di anni di tagli di prestazioni: calo dei volumi, riduzioni dell’offerta e trasferimento su strada. Tutto ciò è stato voluto dalla politica? Oppure è una conseguenza della doppia funzione di Andreas Meyer, CEO delle FFS e presidente del CdA Cargo? Oppure ancora del perseguimento di interessi a breve termine della clientela, accompagnato da una certa avidità di fondo?

Negli anni 2014/2015, il SEV si è impegnato per elaborare una base sostenibile per il futuro del TCCI nell’ambito della revisione totale della legge sul trasporto merci, ma i suoi appelli sono andati a vuoto. Le nostre proposte contro i tagli previsti dal progetto WLV 2017 sono sì state ascoltate, ma non vi è stato dato seguito.

Il duo composto da Doris Leuthard a capo del DATEC e da Andreas Meyer, CEO delle FFS, perseguendo la propria politica votata alla concorrenza, ha indirizzato FFS Cargo su un binario morto. La dirigenza di FFS Cargo di allora si è intestardita nel mantra di questa fallimentare strategia, rinunciando a trasporti ritenuti complicati e poco redditizi e allineando una fila di riorganizzazioni incompiute. Ciò ha portato ad un calo dei trasporti, a perdite continue e all’erosione di personale con conseguente diminuzione del know-how.

Oggi, i responsabili di FFS /FFS Cargo e il Consiglio federale sono tornati a più miti consigli e propongono di espandere il TCCI, al quale le recenti crisi hanno attestato una maggior rilevanza sistemica. Quello che manca ancora è il coraggio di fissare nella legge obiettivi chiari di trasferimento, che permettano al trasporto merci di rivestire il ruolo che gli compete nell’ambito del servizio pubblico. Lavorare a FFS Cargo ha un potenziale sicuro.

Commenti

  • Philippe Junod

    Philippe Junod 28/01/2023 14:43:31

    Une illustration supplémentaire des bienfaits du management néolibéral !
    Meier et Leuthard ont été de vraies pestes pour le service public.
    Trois jours de randonnées cette semaine du côté de Pra Cornet. Descentes sur une triple moquette selon ton expression d'autrefois. Salué le fantôme de Jean-Luc et retrouvé les souvenirs de nos joyeuses équipées du côté du Tarent.
    Avec mes amicales pensées.
    Philippe (l'Autre)