Petizione «No ad una duplice sanzione agli autisti di bus»
Sostegno di 4433 firme
La petizione promossa dalla VPT per abolire la doppia pena alla quale sono esposti gli autisti professionali in caso di ritiro della patente è stata consegnata, corredata da oltre 4400 firme, il 30 giugno al DATEC.
La petizione è stata presa in consegna da Dominique Bugnon, responsabile della comunicazione del dipartimento federale dell’ambiente, trasporti, energia e comunicazioni (DATEC). A consegnargliela vi erano 11 membri della VPT, di cui molti autisti, accompagnati dal presidente centrale Gilbert D’Alessandro e dai segretari sindacali SEV Edith Graf-Litscher e Christian Fankhauser.
La petizione della VPT «No ad una duplice sanzione per i conducenti professionali!» chiede di adeguare la legge sulla circolazione stradale (LCStr) in modo da dare facoltà alle istanze competenti di differenziare maggiormente le pene in caso di ritiro della licenza di condurre ad autisti professionisti. «Un ritiro della patente penalizza un autista professionista in modo molto più pesante», spiega Christian Fankhauser «poiché anche se ha commesso un’infrazione nel suo tempo libero, rischia di perdere il posto di lavoro». Questa situazione equivale ad una doppia penalità ed è proprio per questo che i firmatari vogliono modificarla. Edith Graf-Litscher, consigliera nazionale, ha inoltrato recentemente una mozione che riprende la stessa rivendicazione (vedi contatto.sev No. 11/17).
Non tutela i pirati della strada
La petizione ha già suscitato anche alcune critiche, in particolare da parte di chi sostiene che essa voglia ammorbidire le sanzioni nei confronti di chi ha commesso gravi infrazioni. Edith Graf-Litscher ribatte invece: «la petizione non intende proteggere chi guida troppo forte o in preda all’alcool, ma evitare che anche in caso di infrazioni lievi, per esempio in una situazione di precedenza poco chiara, un autista di bus venga confrontato ad una doppia penalità, vedendo minacciato anche il suo posto di lavoro.»
Una consegna molto sentita
Gli undici autisti intervenuti alla consegna hanno tenuto a rivolgere personalmente qualche parola al rappresentante del DATEC Dominique Bugnon, per spiegargli l’importanza della richiesta: «Le mie colleghe e i miei colleghi non sono criminali. Sono semplici autisti di bus che, come tutti, possono commettere un piccolo errore. Se viene meno il posto di lavoro, ne risentono però anche altri fattori, primo fra tutti la dignità» ha esclamato Gilbert D’Alessandro, che è anche autista di bus a Friburgo.
Un altro collega è intervenuto per dire che «noi diamo il massimo per garantire sicurezza», mentre un collega di Ginevra ha ricordato come macchinisti o capitani di battello non siano esposti a questo rischio, pur lavorando in circostanze simili.
Bugnon ha evitato di prendere posizione, ma ha promesso una risposta scritta nei prossimi giorni.
Karin Taglang