La giornata delle donne SEV si è svolta il 27 novembre presso l’Hotel Bern
Libere dalla violenza: un diritto
La violenza contro le donne è un problema sociale mondiale. Tocca quindi anche il nostro Paese. Il SEV ha scelto di occuparsene con la giornata formativa: «Ogni giorno senza violenza - come gestire la violenza».
Proprio di recente, l’hashtag #MeToo o #Balancetonporc è diventato virale sui social media. Come risultato dello scandalo Weinstein, migliaia di donne sono uscite allo scoperto raccontando le loro esperienze di violenza sessuale e molestie sessuali.
Ma la violenza sessuale è solo una delle molte forme di violenza contro le quali noi donne stiamo lottando, specialmente nel trasporto pubblico. La Federazione europea dei trasporti (ETF) sta attualmente conducendo una campagna contro la violenza sulle donne nel trasporto pubblico. Lo ha confermato lo stesso presidente del SEV Giorgio Tuti che davanti a numerose donne, ha detto: «L’altro giorno ero al comitato esecutivo dell’ETF a Bruxelles e vi assicuro che siamo tutti impegnati per la sicurezza delle donne nel trasporto pubblico».
Dati preoccupanti
E anche in Svizzera i dati indicano l’esistenza di un fenomeno persistente. Sulla base della statistica criminale della polizia nel 2016 sono stati registrati 17’685 casi di violenza domestica, pari a un aumento del 2% (+388 reati) rispetto all’anno precedente. Nel 2016, il 42,2% degli omicidi chiariti è stato commesso nell’ambito domestico, così come il 45% degli stupri e il 50% delle vie di fatto. Nello stesso anno, la violenza domestica ha causato 19 vittime perlopiù donne (95%) e persone adulte (95%). Il 63% di questi omicidi è avvenuto nel rapporto di coppia. «La violenza contro le donne è un problema sociale enorme. E vivere senza violenza è un diritto umano, non un privilegio», ha detto Luzia Siegrist dell’Ufficio federale per l’uguaglianza tra donna e uomo.
Cosa fare contro la violenza? E cosa fare quando si è subito violenza?
Queste domande sono state affrontare nei gruppi di lavoro.
«Aiuto per le vittime di violenza - Diritti e assistenza»
Il seminario più importante per le persone direttamente interessate è stato diretto da Susan Peter, che fa parte dell’organizzazione mantello delle case per le donne in Svizzera e Liechtenstein (DAO). Ha prima di tutto illustrato le offerte di aiuto concrete per le persone che hanno subito violenze. E prima di approfondire anche l’offerta delle case delle donne, ha spiegato che la violenza contro le donne è un problema globale: «La violenza contro le donne si verifica in tutte le classi sociali. Non è specifico a un’età o una cultura». Ecco perché il movimento delle donne contro la violenza, è uno dei più grandi del mondo.
«Violenza sul lavoro: come posso aiutare me stessa»?
Il workshop della psicologa Anne-Lise Schneider del team di assistenza FFS è stato ben accolto, soprattutto tra le donne del personale treno. Molte di loro - pensionate e giovani leve - hanno subito violenze nella vita di tutti i giorni. Il gruppo di lavoro ha favorito lo scambio di esperienze e ha permesso alle donne di incoraggiarsi a vicenda e raccontare come potrebbero risolvere anche situazioni di pericolo. Anne-Lise Schneider ha dato anche consigli su come gestire al meglio il vissuto.
«L’autodifesa e la fiducia in se stessi è la migliore difesa»
In questo gruppo di lavoro, piedi ben per terra: l’insegnante di Wing Tsun, Martin Piper, ci illustra come difenderci in una situazione di emergenza. «La difesa inizia prima dell’attacco», dice, invitando le donne a uscire dal ruolo della vittima. Per prima cosa, vanno definiti limiti chiari e a un potenziale aggressore va inviato un segnale chiaro: ‹Non sono una vittima›; occorre mostrarsi forti e sicure. Questo atteggiamento inizia dalla postura, pronte poi a colpire con il ginocchio, come appreso durante l’esercitazione pratica.
«Violenza vissuta - prevenire il trauma - percepire la solidarietà»
Momenti più calmi e raccolti nel gruppo di lavoro della terapeuta Meret Fankhauser. Le donne hanno imparato a prendere le distanze dai ricordi traumatici. Ha invitato le partecipanti a scrivere un ricordo su un pezzo di carta, appoggiato successivamente contro un muro da cui allontanarsi fisicamente; all’improvviso ci si rende conto che quel ricordo assume un altro peso e non importa più.
«La paura inizia nella tua testa - ma anche il coraggio»
Come nel gruppo animato da Martin Piper, Jeanne Allemann (insegnante di Wen Do), ha incentrato tutto sul coraggio e sull’autostima. Ha pure introdotto le partecipanti al suo metodo «Wen Do». «La differenza con la classica autodifesa è il forte approccio psicologico», spiega l’esperta. Per ottenere coraggio e fiducia in se stessi, invita le partecipanti a spezzare delle tavolette di legno con una mano. Per Jeanne Allemann, la prontezza mentale alla difesa è importante in situazioni pericolose: «Non possiamo costringerci ad essere forti ma dovremmo aver fiducia nei nostri mezzi e sapere di avere un pugno e una voce».
Una società non violenta rimane un sogno. Tuttavia, dobbiamo combatterlo e armarci, perché insieme siamo forti.
Karin Taglang/frg