Macchinisti aggrediti nell’Arco Lemanico, le FFS sopprimono la protezione nei treni a rischio
Le FFS sacrificano la sicurezza
Alla fine di ottobre un macchinista è stato minacciato di morte con un coltello. È successo a Vevey, durante la notte. Mentre il SEV chiede maggiore protezione, le FFS fanno lo struzzo sopprimendo l’accompagnamento delle forze di sicurezza sui treni Interregio e Intercity sensibili del mattino.
L’aggressione, avvenuta lo scorso 25 ottobre alle 02.14, non verrà dimenticata tanto presto né dal macchinista, né dai colleghi dell’Arco Lemanico. Torniamo sui fatti. Il RegioExpress Vevey-Ginevra è fermo alla stazione di Vevey. Scoppia una rissa, il macchinista cerca di sedare gli animi, ma un uomo gli si avvicina e lo minaccia di morte, con un coltello in mano. «Uccideremo te!», urla l’uomo. Il macchinista chiama allora la polizia e accoglie nella cabina di guida una famiglia spaventata.
La polizia Riviera arriva pochi minuti più tardi. Controlla le identità, ma nessuno viene arrestato. Per il macchinista l’episodio si traduce in alcuni giorni di assenza per malattia. Nello stesso periodo, un altro macchinista ha subito le ire di un gruppo sotto l’influenza della cannabis; i malviventi hanno colpito il vetro della cabina di guida, allorquando poco prima di mezzanotte aveva fermato il RegioExpress alla stazione di Coppet, a causa dell’odore di canapa.
Se aggressioni verbali, gesti di inciviltà (come il blocco delle porte), insulti e lancio di pietre fanno purtroppo parte del quotidiano, le aggressioni fisiche sono una preoccupante novità, di cui i macchiniste farebbero volentieri a meno. E l’episodio come quello di Vevey è una triste prima per i colleghi di questa regione romanda.
«Importanti misure delle FFS»: via con un colpo di spugna
Nelle colonne de «Le Matin dimanche», che ha reso noto gli episodi di violenza avvenuti nell’Arco Lemanico, le FFS hanno detto che si tratta di «una lotta costante». «Per diversi anni – aggiunge il portavoce delle FFS Jean-Philippe Schmidt – abbiamo implementato misure come l’impiego di agenti di sicurezza su alcuni treni che circolano al mattino presto o la sera tardi durante il fine settimana. Questo accompagnamento si aggiunge alle pattuglie della polizia dei trasporti e alla presenza di agenti di sicurezza nelle stazioni. Anche pattuglie delle guardie di frontiera salgono a volte sui treni e vi è la presenza anche agenti delle gendarmerie cantonali».
Sfortuna per lui, il giorno dopo le FFS informano le parti sociali che i famosi «passi significativi» saranno eliminati entro il 2016 per ragioni di risparmio. O, più precisamente, le FFS «rinunciano all’accompagnamento da parte degli agenti di sicurezza dei treni sensibili al mattino. I collegamenti RE Lucerna-Zurigo-Lucerna di notte e durante il fine settimana, soggetti al pagamento di un supplemento, non sono toccati da questa decisione». L’accompagnamento da parte delle forze di sicurezza è stato un risultato importante ottenuto dalla ZPV nel 2009 dopo la mobilitazione degli agenti del treno contro le aggressioni, manifestatasi con il porto di una fascia al braccio. La decisione da parte delle FFS è vissuta dai colleghi sul terreno come una pugnalata alle spalle. «Siamo sorpresi da questo annuncio, tanto più che le FFS ci avevo assicurato che le misure di risparmio non avrebbero intaccato la sicurezza – critica con amarezza il vicepresidente ZPV Pascal Fiscalini – Adesso temiamo un aumento delle aggressioni ai danni nostri, ma anche degli utenti. Questa decisione ci riporta indietro di 15 anni».
Anche il segretario sindacale SEV Jürg Hurni, che segue la vicenda, è indignato: «Le FFS sono perfettamente al corrente della delicatezza di questi treni e ciò nonostante giocano con la salute di personale e utenza».
La ZPV si rivolgerà per iscritto alla direzione, chiedendo di revocare questo provvedimento. Ha comunque ancora i bracciali a disposizione, nel caso l’appello non venisse ascoltato.
Vivian Bologna