Grande manifestazione del SEV a Berna
A migliaia «contro la truffa delle casse pensioni»
Il personale dei trasporti pubblici ha aderito in massa alla manifestazione in favore del finanziamento corretto delle sue casse pensioni. La protesta era rivolta a Confederazione e Cantoni, che non affrontano il rifinanziamento delle casse pensioni FFS e Ascoop. “Vogliamo un trattamento equo adesso” hanno chiesto gli aderenti al sindacato.
«Stopp! Halte! Basta!»: hanno affermato chiaramente – nonostante la pioggia torrenziale – più di 7 000 partecipanti alla manifestazione del SEV a Berna, interrompendo più volte gli oratori con i loro applausi. In particolare, i macchinisti hanno dimostrato il loro sostegno azionando le sirene dei treni che percorrevano il ponte sovrastante la piazza della manifestazione.
Attivi e Pensionati delle FFS, delle BLS e di numerose altre aziende turistiche e del trasporto pubblico sono affluiti a Berna per dare un chiaro segnale in favore delle casse pensioni. Una settimana prima, il personale FFS ha appreso di dover subire un aumento di contributi, rinunciare alla retribuzione del capitale di vecchiaia e lavorare più a lungo per beneficiare di una rendita. L’indignazione degli interessati è grande ed è rivolta in particolare alla Confederazione, che nel 1999 non ha finanziato correttamente la cassa pensioni e non l’ha dotata di riserve al momento in cui l’ha resa indipendente. Nel frattempo, la Confederazione ha ammesso di essere in debito, ma il processo politico sino al versamento di un importo è ancora lungo e dall’esito incerto.
Confederazione chiaramente in debito
«I ferrovieri non vogliono regali, ma chiedono che la Confederazione paghi finalmente i suoi debiti», ha affermato nel suo discorso il presidente del SEV Giorgio Tuti. «Non avete assolutamente nessuna colpa: né per la crisi finanziaria, né per il finanziamento lacunoso della cassa pensioni FFS. È la Confederazione ad aver sbagliato e che deve assumersi la responsabilità di questi errori, e non voi!», ha aggiunto rivolto ai manifestanti. Lo stesso vale per la cassa pensioni Ascoop. «Non molleremo!» ha concluso Tuti.
Michel Béguelin, ferroviere pensionato ed ex Consigliere agli Stati, ha posto una domanda retorica: «Perché i ferrovieri vengono penalizzati rispetto ai dipendenti di Swisscom, RUAG e Skyguide?» L’argomento della concorrenza internazionale non è valido, in quanto anche le FFS sono da anni esposte alla concorrenza estera nel trasporto merci e dall’anno prossimo lo saranno anche nel trasporto viaggiatori. Béguelin ha replicato agli ambienti politici che vogliono coinvolgere i pensionati nel risanamento delle casse pensioni: «I pensionati hanno finanziato le loro rendite secondo tutti i dettami di legge durante la loro vita professionale. Non hanno rubato niente! »
Voci dalla base
A nome degli interessati sono intervenuti un’accompagnatrice treni e un macchinista: «è molto tempo che stiamo pagando e adesso da noi si vuole ancora di più», ha esclamato Madeleine Wüthrich, sottolineando come le donne siano ulteriormente penalizzate dal profilo previdenziale anche da altri fattori, per esempio dalla necessità di ridurre il loro grado d’impiego per ragioni familiari.
Beni Kälin, dipendente delle BLS e quindi assicurato all’Ascoop ha affermato che: «in gioco vi è né più, né meno che il futuro del trasporto pubblico e turistico del nostro paese». Le casse pensioni costituiscono un chiaro svantaggio concorrenziale per le imprese di trasporto svizzere, penalizzando il personale, le aziende e tutta la collettività.
Arte locale
La manifestazione è stata accompagnata dalle performances del poeta Slam Etrit Hasler, e del pittore di fama internazionale Franck Bouroullec, che ha riprodotto su di una grande tela l’ambiente sulla Schützenmatte.
Al termine della manifestazione «contro la truffa delle casse pensioni», gli attivisti del SEV si sono raccolti in un corteo multicolore e vociante verso la Piazza federale, aggiungendosi alla manifestazione dell’Unione sindacale svizzera per posti di lavoro, rendite e salari sicuri.