Dimostrare che un licenziamento è abusivo è spesso difficile.

Licenziato in base a supposizioni

Un collaboratore è stato licenziato per aver criticato l’azienda di trasporto per la quale aveva lavorato molti anni. Un provvedimento abusivo, che l’azienda ha però giustificato con altri pretesti, riuscendo così a ridurre l’indennità dovuta.

Per oltre 20 anni Erwin (nome fittizio) non ha mai fatto mancare il suo impegno, prestando anche servizio di picchetto. Dopo essere stato sollecitato ad intervenire a sproposito, ha espresso ad alcuni colleghi delle critiche sull’organizzazione del lavoro.

Pochi giorni dopo è stato convocato dalla direzione ed invitato a rassegnare le dimissioni, con la minaccia che, in caso di rifiuto, sarebbe stato licenziato.

Alla sua richiesta di chiarimenti si è sentito rispondere che sarebbe giunto in ritardo sul lavoro. L’episodio imputatogli si riferiva però ad un giorno in cui Erwin era dapprima stato convocato anticipatamente in servizio per ricevere una visita aziendale, salvo poi essere dispensato da questo compito dai suoi colleghi. Secondo Erwin, era chiaro che si trattava quindi di un pretesto, per di più abbastanza banale, ma sufficiente per la direzione a motivare un licenziamento.

I veri motivi erano probabilmente ascrivibili alle sue critiche all’organizzazione di picchetto, per cui si è rivolto al SEV, che gli ha concesso l’assistenza di un legale, il quale ha dapprima richiesto una motivazione scritta per il licenziamento. L’azienda ha liquidato la richiesta con una semplice frase, aggiungendo che la collaborazione con Erwin non era più possibile per non meglio precisati problema in seno al suo team. L’avvocato ha replicato che dopo così tanti anni una simile motivazione non poteva reggere e ha quindi chiesto un’altra motivazione ed un colloquio.

L’azienda non ha più dato seguito alle richieste, per cui la questione è stata portata davanti al giudice di pace, pur con tutte le difficoltà di provare che il licenziamento era dovuto a tutt’altri motivi, che l’azienda non voleva rivelare. Il giudice ha però finito per accettare parzialmente la querela, ingiungendo all’azienda di versare un’indennità, tuttavia inferiore all’importo richiesto. Considerate le circostanze, non è però stato possibile ottenere di più. 

Team assistenza giuridica SEV