Giorgio Tuti risponde
«No a questa nuova fregatura fiscale»
Il Parlamento ha appena deciso di abolire la tassa di bollo. Perché il SEV ha lanciato il referendum insieme all’Unione sindacale svizzera e ai partiti di sinistra?
Questo nuovo privilegio è inaccettabile. La graduale abolizione della tassa d’emissione sul capitale proprio è solo l’inizio di ulteriori riduzioni fiscali su azioni e obbligazioni. Le perdite fiscali ammonterebbero a diverse centinaia di milioni di franchi.
Come Unione sindacale svizzera riteniamo che solo i ricchi e le aziende che hanno potuto trarre profitti dalla crisi beneficeranno dell’abolizione della tassa di bollo. Per le PMI che hanno bisogno di nuovo capitale per risanare i conti, esiste già ora un’esenzione fiscale. Nella crisi del secolo dovuta al coronavirus, molti hanno perso il lavoro o hanno dovuto subire tagli di stipendio. Ora il Parlamento vuole fare regali fiscali agli alti guadagni e alle aziende redditizie. I lavoratori e le lavoratrici normali, i pensionati e le pensionate non otterranno il becco di un quattrino. Insomma, resteranno a mani vuote.
Sulle transazioni finanziarie non viene riscossa alcuna imposta sul valore aggiunto. Oggi la tassa di bollo compensa questa situazione, anche se soltanto in modo parziale. Se viene abolita, il settore finanziario otterrà un inutile privilegio fiscale che non è giustificato.
La perdita di entrate ammonterà a diverse centinaia di milioni di franchi. Questo aumenterà la pressione al risparmio sui servizi e sulle strutture fondamentali, come scuole, ospedali e trasporti pubblici. Per far sì che pochi ne beneficino, tutti dovrebbero fare i conti con un peggioramento. Occorre dunque inviare un segnale molto chiaro. Firmiamo e facciamo firmare il referendum allegato a questa edizione del giornale oppure online.
Giorgio Tuti è presidente del SEV e vicepresidente dell’USS. Hai una domanda per lui o per il SEV?
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Per saperne di più sul referendum clicca qui:https://fregatura-no.ch/