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Votazioni del 27 settembre

Libera circolazione: «troppo è troppo»?

L’UDC spara sulla libera circolazione delle persone, che vuole abolire con la sua «Iniziativa per la limitazione». Il suo semplicistico slogan della campagna, «Quando è troppo è troppo», può essere attrattivo. Vediamo più da vicino questo argomento prima della votazione cruciale del 27 settembre. I sindacati, compreso il SEV, sono per la bocciatura del testo.

«Troppo è troppo». La Svizzera non può accogliere 10 milioni di persone. Lo spettro è un’esplosione demografica che causerà un sovraffollamento dei trasporti e un’eccessiva cementificazione del territorio svizzero.

Per l’Ufficio federale di statistica, che sta lavorando su nove scenari, una Svizzera con più di 10 milioni di abitanti sarà una realtà - più o meno a lungo termine - tra 20 anni, ricorda la NZZ am Sonntag sull’edizione del 31 agosto.

Che cosa dicono i sindacati? Il presidente dell’USS Pierre-Yves Maillard, che ha analizzato in modo approfondito i dati, affronta di petto la questione. «Il numero di pensionati passerà da 1,6 milioni a 2,5 milioni entro il 2040», secondo lo scenario medio dell’UST.

I minori di 20 anni saranno 2 milioni rispetto agli attuali 1,7 milioni. Al centro di queste due categorie ci sono i lavoratori che finanziano e/o accompagnano i giovani e i pensionati. Il loro numero aumenta solo leggermente da 5,3 a 5,6 milioni. Se l’iniziativa dell’UDC dovesse davvero limitare l’immigrazione, ci sarebbero sempre meno lavoratori disponibili a finanziare scuole, case di riposo e servizi sociali, o a lavorare come insegnanti, infermieri o nei trasporti. «Questa è la grande domanda che non dobbiamo mai dimenticare», insiste Maillard. «Di quanti lavoratori abbiamo bisogno per fornire un’assistenza dignitosa agli anziani e ai giovani?»

Proteggere i salari

I sindacati ne sono certi: con una piramide demografica che invecchia e un’economia che non potrebbe funzionare senza migranti, non bisogna sbagliare lotta e occorre scendere in campo. Con un «sì» il 27 settembre, la libera circolazione verrebbe meno se non si raggiungesse un accordo con l’Unione europea entro un anno. «Tutti gli altri accordi bilaterali e la legge sui lavoratori distaccati sarebbero allora nulli e le misure di accompagnamento negoziate all’epoca per evitare il rischio di dumping salariale, sarebbero lettera morta. Queste misure di accompagnamento comprendono il monitoraggio dei salari e delle condizioni di lavoro e la dichiarazione della forza obbligatoria dei contratti collettivi», insiste Giorgio Tuti, Presidente SEV e Vice Presidente dell’USS.

La protezione garantita dai CCL è visibile nei numeri. Vale la pena ricordare che prima degli accordi bilaterali e delle misure di accompagnamento, solo 1,4 milioni di lavoratori erano coperti da contratti collettivi di lavoro. Ora sono 2 milioni ad essere tutelati da sistemi salariali e salari minimi.

Militanti SEV per il NO

Nel mondo dei trasporti, le protezioni delle condizioni di lavoro sono assicurate da condizioni quadro usuali di settore da contratti collettivi di lavoro che resistono alla prova del tempo. «Se i CCL sono buoni, è perché il tasso di sindacalizzazione è alto. Questa è la strada da percorrere», continua Giorgio Tuti.

Il SEV partecipa in modo risoluto a questa campagna. Si impegna a livello dell’apparato professionale, ma soprattutto a livello di militanti che prendono posizione (vedi testimonianze sotto) e sui nostri media digitali.

Il problema non risiede nella libera circolazione. In un mercato del lavoro deregolamentato, per combattere il dumping salariale, sono solo le misure di accompagnamento ad essere la soluzione.

Il nostro dossier sull’iniziativa su: sev-online.ch

Vivian Bologna
vivian.bologna@journal

Opinioni

«La fine della libertà di circolazione significherebbe la fine delle misure di accompagnamento che consentono di estendere i CCL, applicare salari minimi, introdurre controlli nelle aziende e punire i datori di lavoro che hanno commesso reati.»

Marie-José Juillet, cons. clientela FFS; presidente AS Romandia

«L’iniziativa ci mette davanti ad una scelta fondamentale. Vogliamo sviluppare strumenti che hanno dimostrato di funzionare? Oppure vogliamo aumentare la concorrenza sul mercato del lavoro? La nostra risposta è chiara: buoni salari, buoni impieghi.»

Ana-Belen Becerra, Autista filobus, TPG

«La disdetta della libera circolazione farà cadere i sette Accordi bilaterali. Ciò metterebbe sotto pressione la Svizzera. La Svizzera conta circa 8,7 milioni di abitanti, l’UE circa 448 milioni: chi dipende maggiormente dagli accordi per le esportazioni, ecc.?»

Roger Amsler, membro comitato centrale RPV