Ma nel 2018 ci sarà ancora bisogno di forza e solidarietà in occasione delle trattative per il CCL
Per un anno salari invariati
Hanno lottato tanto, con coraggio e dignità. Hanno aspettato anche troppo, con pazienza e sofferenza. Hanno resistito alla rassegnazione finché hanno potuto, anche se alcuni marinai hanno deciso di prendere altre vie per rifarsi una vita professionale. Dopo mesi di lotta i dipendenti NLM licenziati possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Le garanzie della piena occupazione e dei salari invariati per tutto il 2018 – anno durante il quale sarà negoziato un CCL – sono state messe nero su bianco anche dalla SNL, che sarà il nuovo datore di lavoro.
Riuniti in assemblea ad inizio dicembre a Locarno, i dipendenti hanno dato il loro accordo alla soluzione presentata il giorno prima a Bellinzona a una delegazione di lavoratori, lavoratrici e sindacati. Le maestranze, pur sapendo che molto resta da fare, hanno accolto con un grande sospiro di sollievo la fine di una vicenda che li ha visti protagonisti di una lotta esemplare, vissuta con dignità e determinazione. Una lotta che è costata molto sul piano umano e un’estenuante attesa costata anche di più e che per alcuni si è tradotta in un cambiamento di rotta professionale.
Alla vigilia delle festività natalizie non poteva esserci notizia migliore per i dipendenti licenziati e per le loro famiglie, che con loro hanno condiviso lunghi momenti di apprensione. Tuttavia chi resta sul battello, sa perfettamente che l’anno prossimo sarà cruciale poiché inizieranno le trattative per il Contratto collettivo di lavoro. Questa consapevolezza è alla base della compostezza con cui i dipendenti hanno accolto l’accordo finale sui punti rivendicati da sempre: piena occupazione e salari invariati per tutto il 2018. Nessun trionfalismo, nessuna esplosione di gioia, ma gratitudine per la chiusura del primo capitolo di una storia che ne aprirà subito un altro l’anno prossimo. È chiaro che le maestranze avranno ancora bisogno della solidarietà della popolazione.
I sindacati sono pronti ad avviare le trattative per il Contratto collettivo di lavoro che, insieme al CEO di SNL Agostino Ferrazzini, auspicano costruttive. Di sicuro i sindacati faranno quanto in loro potere per favorire migliori condizioni quadro per la navigazione, che rappresenta un biglietto da visita turistico troppo spesso trascurato. La navigazione è anche un settore di sviluppo per l’occupazione, di cui questo Cantone ne ha gran bisogno. Tira anche un sospiro di sollievo il sindacalista del SEV Angelo Stroppini, che ha guidato la comunità delle trattative. «Abbiamo solo chiuso un capitolo. Importante, certo, perché i dipendenti aspettavano dal mese di luglio segnali concreti sul loro destino professionale». Stroppini non può non volgere lo sguardo al 2018, anno che sarà dedicato ai negoziati per allestire un nuovo Contratto collettivo di lavoro. «I dipendenti si aspettano condizioni contrattuali e salariali solide. Ed è il minimo che possiamo pretendere, se si vuole davvero costruire un futuro occupazionale stabile sui due laghi. Un futuro che non può e non deve essere garantito solo dalle relazioni tra partner sociali, ma anche da condizioni quadro all’avanguardia per tutta la navigazione. Il turismo sui laghi va sviluppato anche con proposte allettanti. Le potenzialità ci sono tutte come pure l’esperienza dei marinai». Il sindacalista del SEV Angelo Stroppini è convinto che tutti devono fare la loro parte, non solo il Cantone, bensì anche tutti i comuni rivieraschi che vivono del lago e che in questo lago dovrebbero investire maggiormente. «Dobbiamo lavorare a più livelli: sindacale, imprenditoriale ma anche politico, favorendo - commenta Stroppini - tutte quelle iniziative in grado di rafforzare la navigazione».
Françoise Gehring
La mia battaglia – le nostre battaglie
Tutto ha inizio il 25 giugno. Una calda domenica d’estate. È da una settimana che ho in mano la lettera di licenziamento e non c’è modo di cambiare la situazione. Non rimane che una cosa da fare: scioperare. Si, ma cos’è uno sciopero? Cosa devo fare? Il primo giorno, molto presto, mi ritrovo con tutti i colleghi al debarcadero di Locarno. Ci siamo proprio tutti. Nemmeno alle panettonate natalizie ho mai visto così tante persone. Ecco, persone: da questo momento non ci sono comandanti, motoristi, bigliettai… solo persone. Uomini e donne sottoposti ad una grave ingiustizia e che non vogliono arrendersi al torto subìto. Ognuno mette a disposizione la propria esperienza, le proprie capacità: c’è chi monta il gazebo, chi prepara il pranzo, chi distribuisce volantini, chi inizia un tour tra uffici e palazzi. Ad un certo punto … non credo ai miei occhi: vedo un comandante con la scopa in mano. Chi l’avrebbe mai detto! Tutti aiutano tutti e ben presto capisco che questa sarà una delle nostre armi vincenti: l’essere uniti. Mi aggrego ad altri due colleghi ed inizio a raccogliere firme. Spiego quello che sta succedendo a turisti e residenti ignari della situazione. Tutti mi incoraggiano a non mollare, ad andare avanti. Questo mi dà una grande forza. Sono sempre più convinto di fare la cosa giusta. Passano i giorni e le firme aumentano ad un ritmo vertiginoso: buon segno. Conversando con le persone in strada, mi rendo conto che non siamo gli unici a vivere una fase delicata della nostra vita professionale. Siamo in tanti, troppi. La mobilitazione da voce non solo a noi, ma a tutti quelli che non hanno avuto il coraggio di farlo fino ad ora. E sono tantissimi. Certo, ci vuole coraggio. Coraggio, ecco un’altra parola vincente. Coraggio, quel che ci vuole quando si naviga durante un temporale estivo e non si vede l’ora di arrivare in porto sano e salvo insieme ai passeggeri. Non ho paura lì, tantomeno ora che sono a terra. Vado avanti. Passano altri giorni, e c’é un altro aspetto che mi incuriosisce di questa vicenda. Ci sono colleghi con i quali non ho mai avuto l’opportunità di parlare, di discutere. Approfitto dell’occasione e mi lascio trascinare dalla curiosità. Scopro persone che, nonostante le divergenze di opinioni, le diversità di carattere, hanno tutte una caratteristica in comune: una grande dignità. Dignità, ecco un’altra parola fondamentale. I giorni trascorrono tra innumerevoli colpi di scena. In un attimo passo dalla gioia per una buona notizia allo sconforto per la smentita. E così, superate tutte le difficoltà, si arriva alla conclusione dello sciopero. Tutto ha fine il 14 luglio. Abbiamo vinto la nostra battaglia. Ora ci aspetta il nuovo anno.
Una nuova sfida. Siamo consapevoli che ci sarà ancora da lottare per difendere il nostro impiego, ma questa avventura mi ha insegnato che stando uniti, con coraggio e dignità, si possono vincere tutte le sfide. Voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno incoraggiato in questi indimenticabili venti giorni: la mia famiglia, i colleghi, i rappresentanti sindacali, i ragazzi che hanno rischiato la loro incolumità durante l’entrata in porto a Locarno dei battelli italiani, tutta la popolazione residente in Ticino e non solo, che si è schierata senza esitazione dalla nostra parte. Grazie a tutti.
Gianluca Carini (uno dei 34 «pirati» del lago Maggiore)
Commenti
Müller Kurt 21/12/2017 08:26:38
Dem Personal und den SEV Verantwortlichen sein Dank für diesen Erfolg und das Aushalten.
Nun sind wirklich die Politiker der Anreinergemeinden und insbesondere die Stadt Locarno
verpflichtet ihren Beitrag für den anschliessenden GAV zu leisten. Alle Gemeinde sind auf den
Torurismus im Zusammenhang mit einer funktionierenden Schifffahrt und dessen Personal angewiesen. Wer das politisch nicht begreift, ist am falschen Ort.