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SEV, Unia e syndicom mantengono la pressione su Posta e FFS

Nessuna collaborazione con Dumping Uber

La comunità di conducenti Uber non rispetta le leggi svizzere e genera dumping salariale. Ciò malgrado, La Posta l’ha integrata alla propria applicazione di pianificazione dei viaggi e le FFS si apprestano a fare la stessa cosa. I sindacati dell’USS hanno manifestato il loro disappunto in diverse città, in particolare con una azione davanti alle sedi della Posta e delle FFS a Berna.

Stop Uber: azione sindacale a Berna. Al centro Giorgio Tuti.

Giorgio Tuti, presidente del SEV, ha spiegato al Wankdorf perché il SEV rifiuta categoricamente che le FFS collaborino con Uber:

Le FFS vogliono seguire l’air du temps e stanno definendo una nuova forma di mobilità. Per questo, sviluppano un’applicazione che permette di pianificare e di riservare i viaggi in modo mirato, con mezzi di trasporto in grado di soddisfare i bisogni individuali di velocità, di spesa e altre esigenze personali. Purtroppo le FFS ritengono che la mobilità del futuro possa essere offerta da aziende che sfidano le conquiste sociali e il diritto svizzero e che, per di più, non pagano le tasse nel nostro paese.

Le FFS possono contare sull’incondizionato sostegno della popolazione svizzera, anche perché le persone sono convinte delle qualità dell’azienda in veste di datore di lavoro rispettoso del partenariato sociale e delle disposizioni di legge.

Tuttavia, se le FFS includono nella loro applicazione di viaggio il gruppo statunitense Uber – facendo così pubblicità per l’azienda – esse avallano le pratiche illegali e antisociali di Uber. Le FFS non dovrebbero compromettere la loro credibilità permettendo che si faccia l’amalgama con la società a stelle e strisce; eppure il pericolo c’è ed è pure grande perché nell’applicazione i loro nomi sono legati. Si tratta di una società che utilizza la nostra infrastruttura pubblica per scopi commerciali e nel contempo elude le tasse che noi tutti paghiamo.

Uber ha esteso il suo concetto in tutto il mondo e ha una sede anche in Svizzera. Ma quest’ultimo non è previsto per transazioni commerciali; si limita essenzialmente a prodigare i propri consigli ai conducenti e alle conducenti. I contratti con i/le conducenti di Uber sono conclusi attraverso una società attiva ne Paesi Bassi. Questa soluzione consenti a Uber di aggirare l’obbligo di informare le autorità svizzere. E l’azienda, attraverso l’ottimizzazione fiscale, non paga né l’imposta sul reddito, né l’imposta sul valore aggiunto (IVA), facendosi un baffo della legge.

I/le conducenti di Uber sono tra l’incudine e il martello. Dalla SUVA non sono riconosciuti come indipendenti e dal loro datore di lavoro non sono riconosciuti come dipendenti. Non possono lavorare legalmente perché non hanno la possibilità di dichiarare il loro reddito in modo ordinario. Uber viene attaccato da tutti e cerca con tutti i mezzi di darsi un’aria di rispettabilità. Se viene considerato come partner delle FFS e della Posta, beneficia automaticamente del vantaggio della loro immagine di marca, e allo stesso tempo le deteriora.

Al Consiglio federale è stato chiesto di prendere posizione, in particolare sul fatto che aziende statali stanno lavorando con un partner che viola sistematicamente il diritto svizzero o incoraggia gli altri a farlo. Non ritiene che tale collaborazione possa danneggiare la reputazione delle FFS e della Posta? Il Consiglio federale ha risposto che le FFS e la Posta hanno carta bianca poiché si tratta di una questione operativa. Tuttavia, ha comunicato alle due aziende che salvaguardare la loro immagine è nel loro interesse. Il Governo si aspetta anche che tutte le aziende legate alla Confederazione e ai suoi partner, rispettino la legge.

Il nostro obiettivo non è quello di attaccare questa applicazione, ma vogliamo fare sapere alle FFS che come fornitrici di questa applicazione, hanno una responsabilità nei confronti degli/delle utenti per quanto riguarda le pratiche commerciali di Uber con cui collaborano. Dal momento che le FFS sono un’azienda seria, devono sviluppare un’applicazione con partner altrettanto seri. Tra tutti i fornitori di mobilità, le FFS sono portatrici di un marchio di qualità. La loro eccellenza è stata possibile grazie al contributo finanziario dello Stato e grazie al sostegno della popolazione e alla grande motivazione del personale. Solo partner che rispettano le nostre leggi e che garantiscono le condizioni sociali e salariali in uso nel nostro Paese, devono poter trarre beneficio da questo marchio di qualità. E Uber è ben lontano da tutto ciò. Se questo dumping sociale è il prezzo da pagare per la mobilità del futuro, allora non la vogliamo!

Giorgio Tuti, presidente SEV

Commenti

  • Massimo

    Massimo 06/04/2017 09:31:03

    Bisogna fare molta attenzione a questa Uber in quanto potente e capillare, che con la scusa di fare gli interessi dei viaggiatori lavora sistematicamente in stato di dumping salariale in tutto il mondo. Un grazie di cuore a tutti voi che lottate per difendere con tutti i mezzi a disposizione il nostro posto di lavoro, ma non solo. Anche i collaboratori di questa azienda, devono avere delle condizioni di lavoro giuste e al posso con i tempi con un contratto al passo con i tempi. Solo con armi pari si puo contrastare questo nuovo sistema di trasporto. Non credo riceverete un grande aiuto da parte del nostro UFT.
    Quindi, avanti con tutta la forza che abbiamo,e azioni possibili. La gente deve sapere chi é Uber e come lavora. Ciao Massimo