Collaborazione tra FFS e Uber
La pressione ha pagato!
Le FFS hanno deciso di sospendere la collaborazione con Uber a seguito delle pressioni esercitate dai sindacati SEV, Syndicom e Unia, che avevano denunciato le procedure del gigante americano, che infrangono sistematicamente le nostre leggi. Abbiamo discusso questa evoluzione con il presidente del SEV Giorgio Tuti.
Giorgio, come valuti la collaborazione tra i tre sindacati nella questione Uber?
In primo luogo, vorrei sottolineare l’importanza di questo risultato. Le FFS hanno congelato il loro progetto con Uber a seguito della mobilitazione dei sindacati toccati da questa multinazionale americana: Unia, che si occupa dei Taxi, SEV e Syndicom come partner sociali delle FFS e di Autopostale. Abbiamo collaborato strettamente e l’unione delle nostre forze ci ha portato al successo. Ci siamo mostrati estremamente determinati e organizzato un’azione che ha avuto un’ampia eco davanti alla direzione delle FFS. Per noi non è accettabile che il nostro principale partner sociale collabori con una ditta come Uber, il cui modello d’attività consiste nell’aggiramento delle leggi. Dobbiamo tener presente che Uber non versa contributi alle assicurazioni sociali per i suoi dipendenti, non paga IVA e incoraggia il lavoro nero. Questo però è solo un successo di tappa, dato che Autopostale non ha ancora abbandonato la sua collaborazione con il gigante americano.
Tuttavia il Consiglio federale ha preso una posizione chiara contro le pratiche di Uber. Cosa pensi di questo atteggiamento di Autopostale?
Autopostale SA appartiene alla Posta, che a sua volta appartiene alla Confederazione. Ciò nonostante, questa azienda non intende attenersi alla posizione che il Consiglio federale ha chiaramente espresso in risposta ad un’interpellanza presentata dalla nostra segretaria sindacale e Consigliera nazionale Edith Graf-Litscher: le aziende di proprietà della Confederazione e i loro partner devono attenersi alle disposizioni legali. Invece, continuando a collaborare con Uber, la Posta si rende complice di quotidiani infrazioni alla legge!
Analizzando questa questione, si constata che i sostenitori di Uber sostengono nel contempo anche i bus a lunga distanza. Penso che non si tratti di una sorpresa …
No, perché sono sempre le stesse persone che a livello politico sostengono le liberalizzazioni a oltranza, unicamente a seguito di convinzioni ideologiche. Per loro, meno regole ci sono e meglio è. Queste persone non perdono nemmeno un secondo per riflettere a fattori sui danni che potrebbero creare al sistema ferroviario, o al rispetto delle condizioni di lavoro e salariali del personale.
Come potrà il SEV continuare la sua azione contro queste tendenze di deregolamentazione?
Restando molto vigili nei confronti di tutte le intenzioni politiche di aprire il mercato e, se necessario, svolgendo le attività di lobby che si impongono. Sul piano sindacale poi, dovremo evidentemente indire azioni volte a denunciare ogni attacco al sistema di trasporto pubblico in Svizzera. In gioco vi sono gli interessi dei nostri membri e di tutto il servizio pubblico.
Vivian Bologna