Nessun ricorso contro la sentenza del tribunale amministrativo federale
Il SEV ottiene una sentenza di riferimento per la tutela dei salari svizzeri
Il termine per inoltrare ricorso è scaduto senza che Crossrail, né l’Ufficio federale dei trasporti abbiano impugnato la sentenza del tribunale amministrativo federale. Essa contribuisce a far chiarezza sulle possibilità di tutelare gli stipendi svizzeri dalla pressione estera.
La vertenza giuridica sugli stipendi dei macchinisti Crossrail a Briga si è conclusa e la sentenza del Tribunale amministrativo federale, contro la quale né Crossrail né Ufficio federale dei trasporti hanno inoltrato entro i termini un ricorso al tribunale federale, è ormai definitiva.
Viene così chiarita una questione importante: le aziende con sede in Svizzera sono obbligate a pagare al loro personale in Svizzera salari usuali del settore, per calcolare i quali non è possibile tener conti dei salari versati all’estero, come ha precisato il Tribunale amministrativo federale: «determinanti per definire se la convenuta rispetti o meno le condizioni di lavoro del settore, sono le condizioni vigenti presso le ITF svizzere».
La sentenza è pertanto chiara: il Tribunale amministrativo federale intima all’UFT di completare le «considerazioni fondamentali» per la valutazione delle condizioni usuali per il settore e di emettere una nuova decisione. E per il SEV è altrettanto chiaro che l’UFT dovrà definire le condizioni usuali sulla base degli stipendi dei macchinisti attualmente versati in Svizzera.
Quale base dovranno pertanto fungere i contratti collettivi di lavoro di FFS Cargo, FFS Cargo International e BLS. Questo procedimento non è del resto una novità per l’UFT, che l’aveva già adottato per definire gli stipendi minimi degli autisti di bus, sulla base proprio dei contratti collettivi di lavoro in vigore.
L’importanza di questa sentenza si estende però oltre il settore ferroviario, in quanto il Tribunale amministrativo federale si esprime anche molto chiaramente sui rapporti tra salari svizzeri ed esteri: «nel complesso, punti di vista sistematici permettono di giungere alla conclusione che il diritto svizzero contempli il principio secondo il quale al lavoro prestato in Svizzera debbano essere applicate condizioni di lavoro svizzere, indipendentemente dal domicilio della lavoratrice o del lavoratore, rispettivamente dalla sede del datore di lavoro“.
Un’affermazione che va in particolare a sostegno delle misure di accompagnamento agli accordi bilaterali. Il Tribunale amministrativo federale ritiene infatti che vi sia una chiara volontà politica di riconoscere in Svizzera salari svizzeri
Nella sentenza, il Tribunale amministrativo federale ha ricordato il percorso che ha portato alla definizione degli articoli 8c e seguenti della legge sulle ferrovie, che sono state oggetto di un dibattito in entrambe le camere federali per stabilire se il riferimento per ottenere l’autorizzazione di accesso alla rete dovessero essere le condizioni «usuali per la nazione» oppure «per il settore». L’interpretazione dei membri delle camere di questi due concetti erano tuttavia molto differenti, tanto che il Tribunale commenta molto laconicamente: „l’aspettativa di un membro della commissione che le camere precisassero il senso di queste due formulazioni non è stata soddisfatta».
Il Tribunale non ha così potuto appoggiarsi alla volontà politica, ma ha dovuto definire altri elementi.
Il Tribunale ha quindi considerato decisivo il fatto che la riforma della ferrovia abbia ristretto il campo di applicazione delle norme. In precedenza, infatti, anche le aziende ferroviarie con sede all’estero dovevano rispettare delle condizioni usuali per il settore, premessa per ottenere l’accesso alla rete. Dalla riforma delle ferrovie, la Svizzera ha invece riconosciuto le concessioni estere, limitandosi a concedere quelle richieste da aziende con sede in Svizzera. Questo cambiamento ha indotto il Tribunale a statuire che «anche qualora originariamente si volesse far riferimento a condizioni usuali in Europa quale premessa per la concessione, il campo di applicazione dei nuovi articoli 8c e seguenti della LFer, limitato alle ITF con sede in Svizzera, porta piuttosto a concludere che le condizioni usuali del settore debbano rifarsi alle condizioni di lavoro vigenti presso le ITF svizzere».