Intervista con Daniel Lampart, capo economista delll'USS

«I bassi salari riguardano anche persone qualificate»

In Svizzera molte persone in possesso di una formazione professionale, guadagnano meno di 4 mila franchi. «Si tratta di uno scandalo», afferma senza mezzi termini Daniel Lampart, capo economista dell’Unione sindacale svizzera. Il fatto che 330 000 persone lavorino duramente per guadagnare così poco è una vergogna, è indegno. Il prossimo 18 maggio possiamo correggere questa ingiustizia.

contatto.sev: L’iniziativa chiede 4 mila franchi al mese per un tempo pieno. Perché questo importo?

Daniel Lampart: Prima di lanciare l’iniziativa abbiamo analizzato a fondo la questione. Da un lato si trattava di stabilire un reddito che consenta una vita dignitosa, d’altro lato di considerare la fattibilità della proposta. Abbiamo raggiunto un accordo sul salario orario di 22 franchi. Ossia un salario di 4 mila franchi circa su 12 mesi, per una durata del lavoro settimanale di 42 ore.

Se paragonato a livello internazionale, sembra tanto. In Germania si parla di un salario minimo di 8,5 euro all’ora, circa 10 franchi …

In Svizzera il livello dei salari è elevato, occorre dunque anche un salario minimo elevato per preservare i salari. Altrimenti sarebbe inefficace. In rapporto al salario medio, la situazione è già molto diversa. Con 22 franchi all’ora siamo dietro la Francia e appena davanti ai Paesi Bassi. D’altronde se si considera la percentuale di salariati/e che beneficerebbero della misura, siamo solo al 9 %. In Germania il salario minimo di 8,50 euro all’ora interessa il 15-20% delle persone. E negli Stati Uniti si parla di 10,10 dollari per quasi il 15% dei/delle salariati/e. Da noi il problema dei bassi salari è un po’ meno importante che in altri paesi.

In Svizzera sono 330 mila le persone con bassi salari. Se dovesse passare l’iniziativa, sarebbe pagati abbastanza?

Ottengono comunque più soldi. E questo è assolutamente necessario. 4 mila franchi rappresenta uno stipendio decente, eppure per una famiglia continua davvero a non bastare. E ricevere un salario di 4 mila franchi nonostante una formazione completa, non è per nulla equo.

Il salario minimo sarebbe applicato in tutta la Svizzera, nonostante il costo della vita varia da regione a regione. Non sarebbe il caso di differenziare?

Ci abbiamo pensato, ma siamo arrivati alla conclusione che fosse stato meglio non differenziare. In primo luogo perché più della metà delle spese di economia domestica sono identiche in tutta la Svizzera, in particolare le commissioni, la benzina e i biglietti del treno. In secondo luogo perché è difficile delimitare le regioni. L’Alta Engadina e la Valle Bregaglia, per esempio, si giustappongono, ma il livello dei prezzi è molto diverso. Inoltre le prestazioni federali, come le rendite AVS, sono equivalenti in tutto il paese.

Gli avversari affermano che i datori di lavoro interessati, rischiano di ridurre le assunzioni se i salari dovesse aumentare. L’iniziativa rappresenta un pericolo per l’impiego?

Ogni volta che si vogliono migliorare le condizioni di lavoro di salariati e salariate, i datori di lavoro si lamentano e spiegano le sirene d’allarme, con spesso la complicità del Consiglio federale. La realtà ci insegna invece che i miglioramenti per salariati e salariate sono sempre andate di pari passo con miglioramenti sul piano dell’economia. In occasione della nostra ultima campagna «Nessun salario al di sotto dei 3 mila franchi», economisti conservatori come Aymo Brunetti avevano predetto una disoccupazione di massa. Si è prodotto esattamente il contrario nel settore alberghiero e della ristorazione. Dal 1998 i salari sono aumentati del 50 % e la disoccupazione è scesa rispetto alla disoccupazione globale in Svizzera. Se tutti i bassi salari saranno rialzati a 22 franchi all’ora, la massa salariale aumenterà dello 0,4 %.

Lidl, Aldi e H&M hanno, di recente, introdotto il salario minimo di 4 mila franchi. E già un effetto dell’iniziativa?

Si. Un salario di 4 mila franchi è sostenibile e i commercianti hanno capito che devono pagare salari equi, altrimenti i clienti potrebbero sanzionarli non andando in negozio. Il fatto che grandi magazzini di super discount paghino questo salario minimo, significa che può essere pagato da tutti.

Con il salario minimo il datore di lavoro si fa anche pubblicità …

Vero, del resto i discounter hanno speso un sacco di soldi per questa campagna.

Soffermiamoci sull’apprendistato: non rischia di essere svalutato se anche senza diploma si percepirà un salario di 4 mila franchi?

Ciò che è grave è che molte persone non guadagnano nemmeno 4 mila franchi con un apprendistato. Un terzo delle persone con bassi salari è titolare di un Attestato federale di capacità e la maggior parte ha più di 25 anni. In Svizzera il problema dei bassi salari interessa anche le persone qualificate. Occorre vegliare affinché le persone titolari di un Attestato federale di capacità ottengano un salario decente, altrimenti i giovani rischiano di abbassare le braccia e arrendersi.

Quali sono le ripercussioni dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa? La pressione sui salari diminuirà al punto da rendere superflua l’iniziativa sul salario minimo come misura di accompagnamento?

No, è purtroppo il contrario. L’introduzione di contingenti non costituisce affatto una protezione contro i bassi salari. In occasione del precedente regime di contingenti, il personale stagionale guadagnava quasi il 14 % in meno rispetto a salari svizzeri per un medesimo lavoro. Fatto, quello, che aveva generato una pressione verso il basso dei salari. Di tutti i salari. È chiaro come il sole che i contingenti, senza un salario minimo e dei controlli, aggravano la pressione salariale. Il salario minimo è pertanto più che mai indispensabile.

Peter Krebs