Matthias Hartwich risponde
La liberalizzazione mette a rischio le ferrovie
Il SEV ha sostenuto uno studio che ha esaminato gli effetti della liberalizzazione sui sistemi ferroviari di diversi Paesi europei. Quali sono le conclusioni dello studio?
Infatti, abbiamo partecipato – a livello di contributi e finanziario – a uno studio comparativo del professor tedesco Tim Engartner per indagare le conseguenze della privatizzazione e degli appalti dei servizi sul trasporto ferroviario. Tim Engartner è un professore di scienze sociali specializzato in formazione economica presso l’Università di Colonia. I partner del progetto sono stati la Camera del Lavoro austriaca, il sindacato locale vida, la EVG tedesca, mobifair e l’ETF. Questo ha permesso di raccogliere molti dati e informazioni.
La nostra domanda era: i sostenitori di una forte liberalizzazione (in particolare la Commissione UE) affermano sempre che la concorrenza e l’aumento delle gare d’appalto renderebbero il trasporto ferroviario più affidabile, più economico e in generale migliore. Volevamo sapere se fosse vero. Ben sapendo che altro non è se non pura ideologia. I fatti ci confermano che la liberalizzazione sta costando cara sia ai contribuenti, sia ai clienti.
E la realtà appena descritta è stata corroborata anche dallo studio: la liberalizzazione porta a prezzi più alti, a infrastrutture degradate, a collegamenti inaffidabili e a una qualità scadente. Il professor Engartner e il suo team hanno esaminato i sistemi ferroviari di Germania, Austria, Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Svizzera. I risultati sono sconfortanti. La Svizzera riceve di gran lunga i voti migliori perché abbiamo il minor numero di privatizzazioni e di concorrenza. E deve rimanere così. Noi ci battiamo per il mantenimento della situazione cosi come è!
A breve presenteremo lo studio in modo più dettagliato ai nostri membri, ai parlamentari e ai media. Lo renderemo inoltre disponibile in forma stampata alle persone e alle organizzazioni interessate.
Matthias Hartwich
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