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Più Europa sì, ma non a qualsiasi prezzo

Kooperation statt Konkurrenz im Internationalen Personenschienenverkehr hat sich bewährt. Das soll so bleiben.

Il 23 febbraio si è svolta la prima riunione dell’anno del Comitato. Il presidente del SEV Matthias Hartwich ha presentato la posizione del SEV sul mandato negoziale della Svizzera con l’UE. I membri del Comitato hanno discusso intensamente il problema della carenza di personale in numerosi settori del trasporto pubblico.

Per il SEV è chiaro che respinge l’attuale mandato negoziale con l’UE. In Svizzera, il sistema integrato di trasporti pubblici è un elemento centrale del servizio pubblico e ricopre troppa importanza dal punto di vista sociale ed economico per essere messo a repentaglio nei negoziati con l’UE. Il SEV ritiene pertanto irresponsabile che la Svizzera utilizzi l’apertura del mercato nel trasporto viaggiatori internazionale su rotaia come oggetto di trattative per ottenere concessioni da parte dell’UE in altri settori. Il rischio negoziale è eccessivo. La Svizzera dovrebbe invece cercare di illustrare all’UE i vantaggi del modello cooperativo di trasporti pubblici della Svizzera. L’obiettivo è un sistema di trasporti pubblici affidabile, efficiente e funzionante sia in Svizzera che in tutta Europa.

Contro un’«apertura controllata»

L’«apertura controllata», come quella proposta dall’Ufficio federale dei trasporti UFT, è altamente rischiosa e tutt’altro che facile da controllare. L’apertura del mercato consentirebbe al regime basato sulla concorrenza dell’UE di accedere al sistema integrato di trasporti pubblici in Svizzera, attualmente basato invece sulla cooperazione. La «corsa ai passeggeri» sulle linee più redditizie nazionali e internazionali del trasporto di viaggiatori su lunghe distanze limiterebbe le possibilità di guadagno delle imprese di trasporto ferroviario (ITF) svizzere nel traffico a lunga percorrenza e ne pregiudicherebbe l’indipendenza economica. Nonostante l’integrazione delle tariffe, vi è il rischio di dumping dei prezzi, con conseguenze sul personale e rischio di dumping salariale. Gli attuali meccanismi di protezione relativi alla libera circolazione delle persone, le cosiddette misure di accompagnamento, non sono applicabili al settore dei trasporti pubblici. Mancano disposizioni legali che obblighino le ITF estere a rispettare le condizioni di lavoro basate sui CCL in vigore con le ITF svizzere.

Grande incertezza giuridica

Con il recepimento dei regimi di aiuti di Stato dell’UE, probabilmente non sarebbero più consentiti i mutui di tesoreria della Confederazione, l’esenzione dall’imposta federale e il conteggio interno o sovvenzionamento trasversale tra settori per le imprese di trasporto ferroviario nel trasporto viaggiatori internazionale su rotaia. Inoltre, sussiste il rischio che l’UE o un’impresa di trasporto straniera adducano a un certo punto che l’assegnazione diretta di offerte praticata in Svizzera apporti al partner di cooperazione nell’UE un vantaggio competitivo ingiustificato, discriminatorio e contrario al mercato.

Il SEV riconosce che i rapporti con l’UE sono di fondamentale importanza per la Svizzera, da un punto di vista sia economico che politico. Anche nel trasporto ferroviario, una stretta collaborazione con l’UE è importante e va a vantaggio della Svizzera, non solo per i collegamenti transfrontalieri. Il SEV accoglie quindi con favore una stretta cooperazione con l’UE e non respinge in linea di principio le trattative sui trasporti terrestri. Il SEV ritiene corretto sviluppare il trasporto viaggiatori internazionale su rotaia e migliorare l’offerta complessiva di trasporti internazionali, ma non attraverso un’apertura incontrollabile.

Bisogna far pressione sui politici

Oltre alla politica europea, il comitato ha discusso il seguito della risoluzione del congresso «Carenza di personale nel trasporto pubblico». Il problema non è solo la forte carenza di personale qualificato, ma anche la mancanza di lungimiranza. «Per anni abbiamo richiamato l’attenzione delle nostre aziende sulla carenza di personale. Ma i nostri avvertimenti sono stati ignorati» spiega Hanny Weissmüller, presidente centrale della LPV.

Weissmüller spiega anche come la maggior parte dei Paesi europei sta affrontando lo stesso problema. «Solo in Spagna hanno abbastanza personale. Perché? Lì hanno aumentato massicciamente i salari». Il SEV deve aumentare la pressione non solo sulle aziende, ma anche sui politici.

Al termine della riunione, il comitato è stato informato di varie successioni al SEV: Marcel Burmeister è il nuovo segretario sindacale per il settore ITC. Vincent Barraud (presidente della sezione LPV di Delémont) è diventato il segretario sindacale responsabile delle sezioni FFS della Svizzera romanda.

Michael Spahr
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