Thomas Giedemann
Competenza ed entusiasmo
Thomas Giedemann è un volto molto noto nel SEV e nel mondo dei trasporti. Tenace militante alla guida della LPV Ticino, dal primo di gennaio lavora come segretario sindacale a Bellinzona. Sa benissimo che i successi sindacali si misurano anche in base al grado di organizzazione. «Il reclutamento dipende da svariati aspetti e non sempre si trova una costellazione che permette di avere successo.
I buoni argomenti da portare - spiega - sono comunque tanti ed è opportuno fare una scelta, per evitare a chi ascolta un’indigestione di informazioni. Si può spaziare dalla quantità e dalla qualità dei Contratti collettivi di lavoro che il SEV ha saputo portare a casa, al fatto di come sia importante che il SEV si muova anche a livello politico, con lo scopo di ottenere la miglior situazione quadro possibile per il trasporto pubblico. Pertanto, se il reclutatore ha successo, il merito non è esclusivamente suo, ma è frutto del lavoro di squadra del SEV».
Thomas Giedemann sottolinea con forza l'importanza del coinvolgimento della base: «Ritengo importante che i colleghi possano vedere con i propri occhi come è strutturato il SEV, con la sua componente professionale e quella militante. Agli incontri sarebbe pertanto indicato che partecipino sia un segretario sindacale, che un fiduciario». Dopo anni di lunga militanza, Thomas ha deciso di saltare il fosso. «Sinceramente, la ragione che mi ha spinto a candidarmi quale segretario sindacale è il logorio fisico provocato da quasi trent’anni di lavoro quale macchinista. La mia esperienza personale è la prova tangibile di quanto problematico possa essere il lavoro a turni, tipico nel trasporto pubblico».
Quali sono secondo le priorità nel mondo sindacale e nel settore dei trasporti pubblici? Thomas risponde senza esitazione: «Il neoliberismo economico continua a imperversare nonostante sia evidente che non porta niente di buono a chi si guadagna il pane con il proprio lavoro e quindi, fondamentalmente, alla società intera. Come sindacato bisogna continuare a battere il chiodo, contrastando questa ideologia e tutte le sue nefaste conseguenze».
Françoise Gehring