No Billag: tutti ci lasceranno le penne, specialmente le periferie
Un attacco frontale al servizio pubblico
Almeno una volta ci siamo arrabbiati tutti con le FFS. Però non vogliamo distruggere la ferrovia.
Questo è ciò che vuole fare l’iniziativa No-Billag con la SSR: firmare la condanna a morte di una variegata offerta radiotelevisiva e, per le regioni periferiche e le minoranze linguistiche, offrire schermi neri e radio silenziose.
Si spegne la voce romancia
«Gli abitanti dei Grigioni possono pensare di votare Sì a No Billag?», si è chiesto Mathias Braendli, editore del giornale online «GRheute». Ed ha aggiunto: «Un ritorno al punto di partenza non sarebbe un’opzione migliore invece di accettare un sistema mediatico dominato dallo Stato»? Ecco la mia risposta: possiamo certamente essere per No Billag come abitanti dei Grigioni, ma non se vogliamo continuare ad ascoltare la radio e guardare la TV in romancio. Perché se l’iniziativa No-Billag fosse accettata, non ci sarà alcun punto di partenza per questi programmi.
Protezione delle minoranze
L’obiettivo centrale di No Billag non è solo l’eliminazione del finanziamento attraverso il canone delle offerte di radio e TV. No Billag attacca i valori fondamentali di questi media che fanno parte dei servizi pubblici. «La radio e la televisione contribuiscono alla formazione e allo sviluppo culturale, alla libera formazione di opinioni e all’intrattenimento. Prendono in considerazione le peculiarità del paese e le esigenze dei cantoni. Presentano gli eventi fedelmente ed equamente, riflettono la diversità delle opinioni».
Questo è ciò che è scritto oggi al paragrafo 2 dell’articolo 93 della Costituzione. Se questi valori di riferimento vengono cancellati, non solo si danneggia l’equilibrio e la diversità del panorama dei media, ma soprattutto le regioni periferiche,. Come la parte romancia dei Grigioni, Ticino e Svizzera romanda ne soffriranno.
Impossibile nel «libero mercato»
Per il governo dei Grigioni è chiaro: «Se si accettasse l’iniziativa No-Billag, i programmi regionali nelle tre lingue del cantone dei Grigioni sarebbero messi a repentaglio in breve tempo. Per i Grigioni, che vantano una grande diversità linguistica, culturale, regionale ed economica, è molto importante essere in grado di preservare un universo mediale intatto che difende e riflette gli interessi comuni, li seleziona e li commenta. Affermare che si potrebbe finanziare un’offerta simile (in termini di quantità e qualità) da parte del mercato è una pia illusione per i cantoni alpini e rurali svizzeri, in particolare i Grigioni» (presa di posizione del 7 novembre 2017).
In pericolo non solo SSR ma anche i privati
A volte ci arrabbiamo con la SSR, proprio come facciamo con le FFS. Ma il fatto è che entrambi sono una parte importante della Svizzera e rappresentano il nostro Paese: che si tratti delle trasmissioni «Temps présent», «Passes-moi les jumelles», «Infrarouge» o ancora «Modem», «Falò» o «Patti chiari» fino alla «Coppa del mondo di calcio» alla Coppa Spengler... Proprio come le FFS, la SSR crea posti di lavoro in tutta la Svizzera, anche se non sono redditizi da un punto di vista puramente economico, soprattutto nel cantone dei Grigioni. No Billag mette in pericolo 180 posti di lavoro solo nei Grigioni, presso i diffusori SSR, RTR, SRF e RSI. E a livello di radio e televisive private del gruppo Somedia dell’editore Hanspeter Lebrument, altre 60 persone potrebbe essere colpite.
Certo, non tutti i programmi SSR piacciono a tutti. Ma con No Billag non votiamo sui nostri gusti e colori (né sull’ammontare del canone). Ma firmiamo il certificato di morte delle radio e delle televisioni finanziate dal canone. Pertanto, la SSR multilingue rimarrebbe muta e cieca e sarebbe anche la fine della radio e della televisione privata che è profondamente radicata nelle regioni. Colui che avrà i mezzi e un buon posto sul mercato può quindi ottenere una concessione per avviare trasmissioni radio e TV che soddisfino i propri desideri. Ma si potrebbe immaginare un caso del genere al massimo nella Svizzera tedesca. Altrove i programmi saranno legati al puro commercio senza curarsi delle fake news o delle notizie false. E nelle regioni periferiche - il lago di Ginevra, il Ticino o l’Engadina - il risultato sarebbe uno schermo vuoto e la fine dei programmi.
Peter Peyer, segretario regionale SEV a Coira
Commenti
edith dauwalder 01/02/2018 19:58:14
no bilag - nein Danke! es dürfte aber weniger sein. ich finde, CHF 451 pro Haushalt ist zu viel. Die Hälfte wäre auch genug.