| Attualità / giornale SEV

L’assemblea del personale chiede che non vi siano aggravi di alcun genere sui loro salari

CCL TPL: un sì condizionato

Certo, i dipendenti delle TPL si aspettavano qualcosa in più sul fronte dell’evoluzione salariale. Rivendicazione fatta propria dalla comunità sindacale che non ha però trovato breccia. Nella sostanza il CCL rimane buono. E soprattutto sono state difese le 40 ore di lavoro settimanali, in un clima generale di attacchi; basti pensare che a livello nazionale il padronato chiede le 50 ore.

Dopo un’approfondita analisi e una costruttiva discussione, l’assemblea del personale delle TPL - che ha riunito gli affiliati delle tre sigle sindacali firmatarie del CCL, ossia SEV, OCST e transfair - ha deciso di approvare il rinnovo del CCL, caratterizzato sostanzialmente da modifiche di natura formale. Tuttavia l’assemblea ha chiesto di vincolare la firma definitiva a una condizione: l’integrale assunzione, da parte dell’azienda, degli oneri derivanti dalla tassa di collegamento qualora venisse effettivamente applicata (sono tuttora pendenti al Tribunale federale alcuni ricorsi). «Nel corso delle trattative per il rinnovo del CCL - hanno spiegato i sindacati durante l’assemblea - sono state presentate richieste per migliorare la situazione salariale dei collaboratori ma tali richieste non hanno ottenuto un positivo riscontro».

La delusione per non poter beneficiare di una migliore evoluzione salariale, emerse anche ieri in assemblea, sono evidenti e legittime, tenuto conto che il potere di acquisto dei dipendenti si indebolisce ogni anno sempre di più e non solo per il continuo aumento dei premi di cassa malati che incide pesantemente sul reddito disponibile. In poco più di venti anni abbiamo assistito a un aumento del 250% dei premi di cassa malati: nel 1991 la spesa media dei premi di cassa malati ammontava infatti a 170 franchi al mese, mentre oggi sono già 447 franchi mensili. Purtroppo i premi non vengono calcolati in base al reddito e l’aumento non viene dunque suddiviso equamente in base alle possibilità finanziarie delle varie fasce sociali.

«Non si può neppure dimenticare - hanno sottolineato i sindacati in una lettera inviata alla direzione per spiegare i motivi della scelta assembleare - che le conseguenze delle politiche di austerità vengono poste a carico sempre e principalmente da chi percepisce redditi modesti».

Nel motivare la loro presa di posizione, i sindacati hanno fatto notare che la questione della tassa di collegamento legata ai parcheggi incide in modo diretto su una categoria professionale che lavora a turni e la cui scelta di utilizzare il proprio mezzo di trasporto è dettata proprio dalle condizioni lavorative». I sindacati ritengono dunque che il personale non debba essere penalizzato da misure che peggiorano le loro condizioni salariali e pertanto ritengono legittima la rivendicazione di aderire al rinnovo del CCL a condizione che non venga posto a loro carico questa tassa.

Va detto che il CCL delle TPL è, nel contesto dei trasporti pubblici, un buon contratto. Un contratto che contempla le 40 ore settimanali. Potrebbe sembrare una banalità. Ma non lo è affatto. In un clima generale di attacchi alle tutele del lavoro, che si stanno esprimendo soprattutto a livello federale, il mantenimento dei diritti acquisti è, dal punto di vista sindacale, certamente una vittoria. Perché non dimentichiamoci che soltanto pochi giorni fa l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha chiesto di portare le ore settimanali a 50 ore. Se il salario è e resta evidentemente una componente centrale delle condizioni contrattuali, anche il tempo di lavoro riveste comunque una grande importanza.

Françoise Gehring