Colpi di diritto
Se un urto casuale degenera in aggressione
Questo esempio della pratica quotidiana del servizio giuridico dimostra le difficoltà di ottenere indennità per torti morali o rifusioni dei danni per le vittime di atti di violenza.
Nella primavera del 2007, il macchinista L. al termine del servizio verso mezzanotte e 40, s’incammina per andare a prendere l’auto. Nel sottopassaggio della stazione si imbatte in un gruppo di giovani e viene spintonato da uno di loro. Ne segue un breve scambio verbale, quando un altro ragazzo di 19 anni gli strappa di mano il telefonino. Il macchinista tenta di ricuperare l’apparecchio, ma l’altro gli dà un forte spintone con entrambe le mani e lo manda a sbattere contro un automatico. Non contento, colui che lo ha spintonato gli sferra pure un pugno sul volto. Gli occhiali gli cadono per terra e si rompono. I due allora se la squagliano, non senza rivolgergli alcuni insulti, portandosi via il suo telefonino, per impedirgli di chiamare la polizia e lo gettano in un tombino.
Ciononostante, la polizia li individua ben presto e trascorreranno così diversi giorni in carcere. Entrambi hanno precedenti penali per uso di droga e abuso di alcolici e per aver commesso diversi reati.
L. deve sottoporsi ad un intervento chirurgico per due fratture del naso. Dopo una settimana ancora non riesce a vederci dall’occhio destro e teme per il suo futuro professionale. Le lesioni al naso gli creano problemi di respirazione, disturbi del sonno e mal di testa. A tutto questo si aggiungono diverse contusioni ed un trauma psichico. L’incapacità lavorativa dura 26 giorni, ma per fortuna occhio e naso guariscono pian piano. Nell’estate del 2009, i due responsabili dell’aggressione compaiono davanti ad un giudice. L. viene difeso dall’avvocato del SEV e non ha bisogno di comparire di persona. Per ferite semplici intenzionali, il primo viene condannato ad una multa, mentre al secondo è comminata una pena detentiva con la condizionale. Inoltre, i due devono rimborsare in solido tremila franchi quale indennizzo, come richiesto dal nostro avvocato. Infatti, il certificato medico fa stato di forti dolori, provocati dalle ferite al naso e dalla contusione all’occhio. Il procuratore pubblico aveva invece proposto solo 1000 franchi.
Il giudice ha inoltre ammesso il rimborso chiesto dall’avvocato, dell’ordine di 2630 franchi, per gli occhiali, il telefonino, le trasferte dal medico e dall’avvocato, l’accompagnamento da parte della moglie e per i 14 giorni in cui non ha potuto dare una mano in casa. L’onorario dell’avvocato viene coperto per duemila franchi dal cantone, mentre il resto (maggior parte) è assunto dal SEV.
Servizio giuridico SEV