FFS traffico a lunga percorrenza
Sempre in due sul treno
Le FFS devono reintrodurre l’accompagnamento costante dei treni a lunga percorrenza da parte di due agenti, abbandonato a fine 2018. È la richiesta del personale treno organizzato in seno al SEV-ZPV, contenuta in una risoluzione consegnata ieri a Linus Looser, dirigente della produzione ferroviaria e a Reto Liechti, dirigente dell’assistenza clienti e pulizia treni delle FFS.
La risoluzione è stata adottata da un’assemblea della ZPV svoltasi a Bellinzona lo scorso 5 novembre, ma la rinuncia da parte delle FFS ad accompagnare tutti i treni da parte di due agenti e le conseguenze di questa decisione per il personale sono state criticate da tutte le assemblee regionali.
«Abbandonare il principio secondo cui tutti i treni a lunga percorrenza sono accompagnati da un team di due persone è stato un errore», spiega il presidente centrale ZPV Andreas Menet. «Da quando è stato introdotto, dieci anni fa, il doppio accompagnamento si è dimostrato molto opportuno e ha dato un importante contributo alla sicurezza dei passeggeri e del personale. Ha inoltre permesso a noi assistenti clienti di fornire alla nostra clientela il miglior servizio possibile. Noi siamo il «volto delle FFS» e ormai le ultime persone in grado di dare informazioni, dato che le altre funzioni sono state cancellate dall’automazione e dalla digitalizzazione. Di fatto, non siamo però più in grado di offrire un servizio di qualità, se chiamati ad assistere da soli centinaia di persone su treni molto lunghi o formati da due composizioni. Per non parlare poi di eventuali guasti o della necessità di evacuare un treno in caso di incendio di un treno in galleria …»
La risoluzione fa particolare riferimento alla linea del Gottardo, con la galleria ferroviaria più lunga al mondo, percorsa da treni sovente sovraffollati e soggetti a guasti.
Tutti questi motivi hanno indotto il SEV e la sottofederazione ZPV a esigere dalle FFS che reintroduca su tutti i treni a lunga percorrenza l’accompagnamento da parte di due agenti.
Esempi concreti
Alla consegna della risoluzione, la delegazione SEV-ZPV ha portato alcuni esempi di problemi che potrebbero sorgere con l’accompagnamento da parte di un solo agente:
• «l’estate scorsa, alla stazione di Visp, un uomo è caduto sotto al treno. Fortunatamente, è stato visto da un assistente clienti che, con l’aiuto del macchinista, ha potuto salvarlo. Cosa sarebbe successo se nessuno si fosse accorto dell’incidente?» ha chiesto il segretario SEV Jürg Hurni ai due responsabili delle FFS.
• «Un treno ICN è giunto alla stazione di Ginevra aeroporto, creando il solito via vai di passeggeri;» ha continuato «ad una signora sono però sfuggite di mano le valigie, che sono cadute sotto al treno. Lei è quindi scesa sui binari per recuperarle, proprio mentre si stava avvicinando un secondo ICN, che doveva essere agganciato al primo. Solo il provvidenziale intervento di un assistente clienti ha permesso di fare uscire per tempo la signora dai binari. Ma cosa sarebbe successo se l’assistente clienti non si fosse trovato nelle vicinanze?»
• «Sabato scorso, ho dovuto accompagnare da sola una composizione di una decina di carrozze a due piani diretta a Romanhorn» ha raccontato Irène Bula, CKB. «Al ritorno, vi hanno aggiunto un altro modulo di cinque vetture. Ho svolto il mio lavoro sino ad Amriswil, dove, mentre stavo per licenziare il treno, mi ha chiamato la collega del vagone ristorante, perché un passeggero era caduto, fratturandosi un piede e aveva bisogno di un’ambulanza. Ho provveduto immediatamente ad annunciare all’altoparlante del treno che ci saremmo fermati a Frauenfeld sino all’arrivo della stessa e che avrei dato ulteriori informazioni al più presto. Dopo ho però dovuto prestare aiuto ai sanitari, in quanto l’uomo era molto aggressivo, probabilmente sotto l’influsso di droghe. Non ho quindi avuto il tempo di aggiornare i viaggiatori, sino a quando non è arrivata la decisione di sopprimere il treno e mi è toccato chiedere a tutti di scendere e cambiare convoglio. Per fortuna, è stato sufficiente fare l’annuncio in tedesco, senza francese e inglese, come avrei dovuto fare in Romandia. Ma gestire da sola queste situazioni è veramente molto pesante...!»
• «Quando «facciamo» il treno per Ginevra delle otto e trenta, siamo soli su di un convoglio di 15 carrozze, di cui 10 a due piani. Al ritorno, le carrozze sono 13», ha continuato Irène Bula. «Se ci limitiamo a passare nelle vetture, possiamo sentire commenti del tipo: quella è troppo pigra per fare il controllo. Se invece svolgiamo il controllo, non riusciamo a fare più di cinque carrozze e le altre non sono quindi nemmeno viste. Sono situazioni insoddisfacenti. Ormai ho 30 anni di servizio e ne ho viste di tutti i colori, ma quando si consulta Sopre e si vede che si è da soli su questi treni, cadono veramente le braccia. Ormai, quando ho libero, non guardo nemmeno più …»
• «Ero sola in servizio su di un treno da Romanshorn e un cliente ha cominciato a minacciarmi», ha raccontato Yasmin Furrer. «Era ubriaco, ma non avevo possibilità di difendermi da sola, per cui ho telefonato alla Polizia, che lo ha poi fermato alla stazione di Winterthur. Questi episodi mettono sempre paura, che inevitabilmente riaffiora quando ci si ritrova da sole. Quando a Zurigo sono stata raggiunta da un collega assistente clienti, ho provato un grande sollievo».
• Un assistente clienti ha riferito al «Sonntagsblick» dell’8 dicembre di come si sia trovato a dover accompagnare un treno di 11 carrozze sovraffollate e a dover verificare la segnalazione d’incendio ricevuta dal macchinista. Ha quindi dovuto telefonare alla centrale d’esercizio di ritirare il segnale di uscita già disposto, mentre i passeggeri gli chiedevano in continuazione informazioni sulla mancata partenza. D’altronde, lui non aveva tempo per fare un annuncio all’altoparlante e ha pure dovuto fermare altri passeggeri intenzionati a salire sul treno. Dopo cinque minuti, è stato in grado di confermare che si trattava di un falso allarme, ma la centrale gli ha risposto che ormai non vi erano più tracce d’orario e che il treno sarebbe stato soppresso. «Questo esempio dimostra come da soli non si possano affrontare casi di perturbazione. Fossimo stati in due, avremmo potuto informare subito e meglio i clienti, avremmo impiegato meno tempo a constatare che si trattava di un falso allarme e, con tutta probabilità, avremmo evitato la soppressione del treno».
Markus Fischer
Rivendicazione doppio accompagnamento, ovvero quando la storia si ripete
11 aprile 2006, un treno Cisalpino entra nel moderno tunnel dello Zimmerberg vicino alla stazione di Zurigo. Nel bel mezzo della galleria si ferma. Un corto circuito provoca un principio di incendio e in alcune carrozze si sviluppa velocemente del fumo. Bisogna evacuare subito il treno. Le porte automatiche non si aprono nonostante il macchinista ha azionato l’apposito dispositivo. Gli altoparlanti nel treno non funzionano e i viaggiatori non possono essere avvisati. Velocemente due agenti del personale treno aprono le porte manualmente e carrozza per carrozza fanno scendere tutti i viaggiatori accompagnandoli alle uscite di emergenza. Tutti sono salvi. L’immediatezza in questi frangenti fa la differenza e il fattore umano è stato decisivo. Un solo agente sarebbe stato sopraffatto dagli eventi.
Dopo questo fatto, il SEV e la Sottofederazione ZPV rivendicano il doppio agente per i treni che percorrono lunghe gallerie. Parte così la campagna “in galleria sempre in due”. Risoluzioni assembleari nazionali e internazionali, scritti vari, interventi politici a più livelli compresi quelli all’indirizzo dell’Ufficio federale dei trasporti e iniziative varie accompagnano il percorso di mobilitazione. Ogni occasione viene sfruttata per concretizzare la rivendicazione. Un anno dopo l’incidente, il Servizio d’inchiesta sugli infortuni dei trasporti pubblici presenta il proprio rapporto. Nello stesso, questa raccomandazione: il numero degli agenti del treno che percorrono lunghe gallerie deve essere rivisto.
Nel gennaio 2009, finalmente le FFS concretizzano la rivendicazione del doppio accompagnamento per i treni del traffico a lunga distanza. A dar man forte alla richiesta sindacale anche la (purtroppo) triste realtà delle aggressioni a danno del personale dei treni.
Con un colpo di spugna nel 2018 le FFS sopprimono il doppio accompagnamento. Il SEV e la ZPV ricominciano da capo a tematizzare questa questione.
Bisognerà ritornare a ricordare che la sicurezza non può essere solo cemento e tecnologia. Il fattore umano rimane centrale. Non abbiamo la prova del contrario, e per fortuna, ma se quel giorno su quel treno con le porte e gli altoparlanti non funzionanti gli agenti non fossero stati due la vicenda avrebbe potuto avere un altro epilogo.
La rivendicazione è nuovamente tornata d’attualità ma la sua storia ha un lungo percorso. Compito del sindacato ricordarla e riproporla perché legittima e sensata.
La recente cronaca sui disservizi delle FFS hanno rimesso al centro anche l’assistenza alla clientela. L’azienda ha ora comunicato di voler far fronte alle critiche ricevute. La risposta non può che passare tramite più personale al fronte limitando le snervanti continue riorganizzazioni. L’implementazione del doppio agente sui treni sarebbe una prima risposta concreta.
Angelo Stroppini, segretario sindacale SEV