Conferenza sezioni: La forza collettiva si costruisce giorno per giorno
L’incontro tra i vertici sindacali e i presidenti/fiduciari delle sezioni, è una tradizione per la regolare ricorrenza dell’appuntamento. Rimane tuttavia un momento centrale nella vita del sindacato perché alla condivisione dei problemi seguono le proposte di azioni.
Digitalizzazione, reclutamento, politica contrattuale e previdenziale, quotidianità dei lavoratori e delle lavoratrici, liberalizzazione e concorrenza: tanti i temi affrontati davanti ai responsabili di tutte le sezioni ticinesi del SEV. «La vostra presenza qui - ha sottolineato il segretario sindacale Angelo Stroppini - è un segnale importante, perché permette un confronto diretto con le diverse realtà dei trasporti pubblici. La condivisione dei problemi e delle esperienze nei diversi settori permette anche di trovare risposte e soluzioni comuni». Certo è che la forza collettiva si costruisce giorno per giorno, grazie alla presenza sul terreno e al rapporto di prossimità garantito anche dalle persone di fiducia. Per questo il SEV ha espresso la massima riconoscenza a tutte le persone che si impegnano giornalmente e spesso in condizioni non facili, se non addirittura conflittuali.
Il rapporto di forza, del resto, si costruisce solo così, ha sottolineato la vicepresidente Barbara Spalinger parlando dell’importanza del reclutamento. «Solo un alto grado di organizzazione - ha detto - può avere un impatto diretto sulla rappresentanza sindacale, grazie alla quale si costruisce una rapporto di forza contrattuale nei negoziati». Non si tratta tuttavia solo di aumentare il numero degli/delle associati/e, ma anche di mantenere quelli che già hanno aderito al sindacato. E di non perdere per strada coloro che vanno in pensione, dal momento che possono continuare a godere di una serie di vantaggi rimanendo affiliati alla sottofederazione dei pensionati, molto attivi in Ticino. Un appello è perciò stato lanciato a tutti i responsabili delle sezioni affinché indirizzino i nuovi pensionati verso la PV Ticino e Moesano. Interessante la voce del rappresentante ticinese della Commissione Giovani del SEV, che ha sottolineato quanto sia importante adattare l’approccio del reclutamento al pubblico di riferimento. Perché oggi i giovani, spesso confrontati con le insidie del mercato del lavoro, desiderano prima di tutto concretezza, anche di fronte alle nuove sfide della digitalizzazione. Saranno infatti soprattutto i giovani e dover fare i conti con la trasformazione non solo del mercato del lavoro, ma anche delle modalità di produzione. «Su questo punto - ha spiegato Barbara Spalinger - nel nuovo CCL delle FFS abbiamo inserito una serie di garanzie. Ci sono mestieri che fra 10 o 20 anni non ci saranno più, perciò è importante non solo garantire la formazione, ma fare in modo che la transizione verso la mobilità 4.0 non avvenga a scapito del personale».
Dopo aver passato in rassegna una serie di rinnovi contrattuali (come quello per la navigazione sul Verbano) e dopo aver dato conto delle trattative in corso nel settore del traffico merci, ha preso la parola il presidente Giorgio Tuti che, insieme alla collega di UNIA Vania Alleva, assicura la presidenza ad interim dell’ Unione sindacale svizzera (USS), in attesa che il presidente designato Pierre-Yves Maillard entri ufficialmente in carica tra maggio e giugno. Tuti, che è pure alla guida della sezione ferroviaria dell’ETF e presiede il dialogo sociale, non ha mancato di sottolineare l’importanza delle imminenti elezioni europee, che possono incidere notevolmente sul futuro della politica europea dei trasporti. Politica già aperta alla liberalizzazione. «Come noto - ha sottolineato Tuti - il mercato delle merci è già completamente aperto. E la volontà di sfondare le porte anche nel mercato del traffico viaggiatori, è stata più volte manifestata».
Il vento della liberalizzazione non risparmia, del resto, neppure la Svizzera. L’Ufficio federale dei trasporti non ha messo a concorso solo il traffico ferroviario a lunga percorrenza, assegnando alla BLS alcune tratte prima gestite dalle FFS. Ma ha aperto anche ai bus al lunga distanza (Flixbus, Eurobus). E non è un mistero che alcune compagnie offrono condizioni di lavoro caratterizzate da dumping salariale e sociale. La guardia dei sindacati, insomma, deve rimanere alta, tanto più che l’Accordo quadro con l’Unione europea fin qui negoziato, altro non è se non un Cavallo di Troia per compromettere le misure di accompagnamento. «Per i sindacati è chiaro - ha puntualizzato il presidente del SEV - che la linea rossa della protezione dei salari non può essere superata. Non accetteremo mai lo smantellamento o l’indebolimento delle misure di accompagnamento a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici». E anche su questo punto Tuti ha fatto riferimento alle votazioni federali di ottobre: «Cerchiamo di eleggere i/le rappresentanti di quelle forze politiche che sono vicine alle istanze sindacali e che sostengono le rivendicazioni per migliorare le condizioni economiche e sociali di chi oggi fa fatica anche quando un lavoro ce l’ha».
Inevitabile l’aggancio alla previdenza vecchiaia, altro tasto estremamente sensibile. «Sappiamo benissimo - ha commentato Giorgio Tuti - che l’andamento dei mercati finanziari impatta sul secondo pilastro e quindi sulle nostre pensioni, poiché l’erosione del tasso di conversione è costante. Non illudiamoci: il secondo pilastro non sarà più garantito come finora, ragion per cui dobbiamo rafforzare il primo e il solo pilastro veramente solidale anche nelle modalità di finanziamento, e cioè l’AVS». L’USS, a questo proposito, sta valutando il lancio di un’iniziativa popolare per la tredicesima AVS.
Tutte queste sfide si innestano in un anno molto particolare per il SEV, che compie 100 anni (cfr. pagine 4 e 5). Vivian Bologna, capo della divisione comunicazione del SEV, ha illustrato il programma del centenario, mettendo in evidenza come questo evento debba essere anche l’occasione per saldare i legami all’interno del nostro movimento sindacale. Conoscere e ripercorrere la storia è spesso molto utile per ripartire con la consapevolezza che senza la forza del collettivo, non si ottiene nulla. Un appello è stato anche lanciato in vista dello sciopero delle donne del 14 giugno 2019 (cfr. pagina 9), che il SEV sostiene con convinzione. Le continue discriminazioni e disparità che toccano le donne, vanno denunciate con sempre maggiore vigore. Non è ammissibile, per esempio, che a parità di lavoro, le donne guadagnino meno degli uomini. Sarà evidentemente uno sciopero più politico che produttivo e sarà organizzato in base a diverse modalità a dipendenza dai settori. E anche le donne sui cui grava il lavoro non remunerato, saranno invitate a incrociare le braccia. Per gli uomini del SEV si tratterà di essere apertamente solidali con le donne, partecipando anche allo sciopero. E in ogni caso mostrando visibilmente la loro solidarietà. Perché lottare per la parità rende tutta la società migliore.
Françoise Gehring