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Assemblea dei/delle delegati/e dell’Unione sindacale svizzera

Rafforzare il servizio pubblico

«Pari opportunità per tutti - Il servizio pubblico deve essere rafforzato». Questo il titolo della risoluzione adottata dall’USS.

I delegati e le delegate dell’ Unione sindacale, riuniti in assemblea venerdì 25 maggio a Berna, hanno adottato una risoluzione a difesa del servizio pubblico, «messo costantemente sotto pressione con programmi d’austerità». Nel testo si denunciano progetti di riduzione d’imposta «devastanti» e si chiede un’imposizione minima così da impedire la concorrenza fiscale tra cantoni. «Assurdi esperimenti» e logica di mercato minacciano di distruggere quanto acquisito nel settore e, per questa ragione, si domanda ad esempio che il trasporto nazionale e internazionale di passeggeri non sia liberalizzato. Su questo punto il presidente del SEV Giorgio Tuti, pure vicepresidente dell’USS, è stato chiaro: «La liberalizzazione dei trasporti mette a repentaglio il sistema ferroviario svizzero. E, di conseguenza, il servizio pubblico. Tutto ciò non potrà che incidere anche sul personale». Gli ha fatto eco Gilbert D’Alessandro, presidente centrale della VPT: «Affinché i nostri trasporti pubblici funzionino, è importante che le aziende di trasporto pubblico lavorino insieme».

L’assemblea dei delegati ha espresso anche preoccupazione per il «brutale degrado» delle condizioni di lavoro nei settori dell’informazione e della sanità. Ecco perché s’invoca a gran voce la conclusione di contratti collettivi di lavoro e si pretende che gli stipendi dei dirigenti delle ex regie non superino i 500’000 franchi annui.

Introducendo i lavori dell’assemblea, il presidente dell’USS Paul Rechsteiner ha fatto notare che la vittoria sull’iniziativa «No Billag», lo scorso 4 marzo, ha dimostrato inequivocabilmente l’importanza del servizio pubblico e l’attaccamento della popolazione svizzera al servizio pubblico. Ma è chiaro che questa vittoria, come ha sottolineato la responsabile del dossier Dore Heim, non impedirà altri attacchi da quelle forze che puntano sulla liberalizzazione: «A queste persone - sottolinea la segretaria centrale dell’USS - interessa solo la parte redditizia del servizio pubblico». Una volta spolpato per bene il servizio pubblico, la popolazione sarà costretta a far capo a servizi privati molto più costosi».

Intoducendo la risoluzione, Dore Heim ha anche parlato della situazione nel sociale e nella sanità dove il servizio pubblico svolge un ruolo importante, anche in termini di solidarietà e accessibilità dei servizi. Una privatizzazione sarebbe davvero devastante. Occorre anche contrastare il ricorso all’esternalizzazione in nome delle politiche di austerità; pena il degrado delle prestazioni.

red

Commenti

  • Martinez Jose Luis

    Martinez Jose Luis 30/05/2018 11:17:30

    Et la retraite à 62 voire 60 ans pour les cheminots qui ont fait plus de 20 d'horaires irréguliers ?
    Car ne l'oublions pas, ces horaires irréguliers sont taxée et les indemnités AVS et 2ème pilier sont prélevées sur ces indemnités ce qui représente une cotisation plus élevée pendant des années !! Donc ont devrait aussi avoir droit à une retraite plus tôt pour cause de pénibilité !!