| Attualità / giornale SEV

FFS Cargo chiude i suoi punti di carico

Il traffico va sulla strada

Dal cambiamento d’orario 2018/2019 FFS Cargo intende chiudere due punti di servizio nell’Oberland bernese e ben undici nella regione del Giura. Abbiamo chiesto ai clienti interessati che cosa comporta per loro.

Ormai il trasporto di rifiuti con carri ACTS da Interlaken Ost e Emmenmatt a Thun è perduto.

Markus Jenni, a capo del comparto centrali di smaltimento della ditta Avag, motiva la rinuncia della ferrovia con il fatto che il doppio trasbordo su una distanza relativamente breve non sia più razionale, soprattutto dal profilo dei costi, nonostante l’«equivalenza ecologica»(?). Resta da capire perché FFS Cargo e Avag non abbiano saputo trovare un accordo. Si è veramente tentata ogni possibilità? Le sovvenzioni avrebbero salvato il trasporto su rotaia?

Il sale viaggia ancora su rotaia. Ma fino a quando?

La chiusura dei punti di servizio dell’Oberland tocca anche le saline svizzere. I circa 60 – 70 carri silo Ucs da 25 tonnellate di sale antighiaccio che finora venivano spediti a Interlaken Ost, in futuro dovrebbero passare via Thun, spiega il responsabile della logistica Jörg Dietiker. Se la dozzina di carri che finora erano spediti ogni anno via Emmenmatt per Grünenmatt, continueranno a viaggiare su rotaia come i 14 carri per Schüpbach (in transito da Hasle bei Burgdorf o Konolfingen), è ancora oggetto di trattative. Le saline sono per altro interessate anche dalla chiusura del punto di servizio di La Chaux-de-Fonds: purtroppo Delémont non è un’alternativa valida, essendo troppo distante, si rammarica Dietiker. Per questo in futuro gli 80 - 90 carri l’anno potrebbero essere trasportati su camion.

Resta inoltre da vedere se le saline potranno continuare ad affidare i loro trasporti alla ferrovia, quando fra un paio d’anni i carri silo Ucs dovranno essere risanati fonicamente. Al loro posto si è pensato ai container mobili del sistema ACTS. «La ferrovia diventa sempre più cara, al contrario dell’autocarro», constata ancora Jörg Dietiker. «Per questo, la chiusura dei punti di servizio non ci tocca economicamente. Ma per ovvie ragioni ambientali vorremmo continuare a servirci del treno.»

Negli ultimi tempi, a Interlaken Ost non si sono visti molti altri clienti, come del resto a Emmenmatt, fatto salvo qualche carro per un commerciante di legname e per l’esercito.

Appare comprensibile che dopo aver perduto un grande cliente, FFS Cargo cerchi di arrivare a soluzioni efficienti con gli altri. Il fatto che si trovino alternative via rotaia attraverso altri punti di servizio è positivo, ma dato che si allunga la distanza fra la stazione e il cliente, aumenta comunque il volume trasportato su strada. Per non parlare di quando intere categorie di prodotti passano dal treno alla gomma, come il sale per La Chaux-de-Fonds.

In questo modo, la politica di FFS Cargo concorrerà a spostare molti trasporti verso la strada, anche se nel singolo caso le quantità sembrano poche. Così non si danneggia solo l’ambiente, ma cala anche il volume di merci su rotaia.

Markus Fischer

Tagli in vista

Del previsto taglio di stazioni e di posti, FFS Cargo ne ha intanto riesaminati 14 nell’Oberland bernese e, come si poteva leggere su «Cargo Flash» del 5 giugno, chiuderà i due di Emmenmatt e di Interlaken Ost dal cambiamento d’orario 2018/2019. Nella regione del Giura sono stati attentamente valutati 16 di questi punti, di cui due nel cantone di Neuchâtel e 14 in quello del Giura. Qui «l’offerta regolare dovrà focalizzarsi sulla stazione di Delémont». Sulla base di intese con i clienti, dovranno essere effettuati trasporti in modo flessibile verso Alle, Bure, Glovelier e Porrentruy. Sebbene dei 16 punti riesaminati nella regione del Giura quelli ancora serviti saranno solo cinque, sarebbe possibile mantenere l’80% del volume di trasporti su rotaia, scrive FFS Cargo. I dettagli dovrebbero essere discussi con i clienti entro la fine di giugno, poi fra luglio e il prossimo inverno seguirà un’altra fase di verifiche, in vista del cambiamento d’orario 2019, dato che la soluzione elaborata non appare ancora redditizia. Nelle due regioni, i tagli nel settore della manovra causeranno la perdita di 7,5 posti. È in corso la ricerca di soluzioni per questi collaboratori.

Fi

«Il ritiro di FFS Cargo sarebbe catastrofico per le CJ»

Le chiusure decise da FFS Cargo nella regione del Giura hanno fatto molto discutere all’assemblea degli azionisti delle CJ, le Ferrovie del Giura, lo scorso 20 giugno. Il presidente del C.d.A. Maxime Jeanbourquin ha parlato di una catastrofe per l’azienda. I tagli interessano fra l’altro le stazioni di La Chaux- de-Fonds (NE), Tavannes (BE) e, nel cantone Giura, Glovelier e Porrentruy. Queste località sono irrinunciabili per il traffico merci delle CJ quali punti di contatto con la rete FFS.

«Insieme con i nostri clienti e i cantoni Giura, Berna e Neuchâtel in qualità di committenti, cercheremo di fare pressione su tutti i fronti affinché FFS Cargo rinvii la chiusura dei punti di carico», ha spiegato il direttore delle CJ Frédéric Bolliger. «Valuteremo anche la possibilità di riprendere noi l’attività di FFS Cargo nella regione. Lo faremo se i costi saranno coperti. Proprio di recente abbiamo deciso con il canton Giura di avviare uno studio per lo sviluppo del traffico merci nella regione.» Al termine dell’assemblea, il presidente del C.d.A. M. Jeanbourquin ha sollecitato tutti gli azionisti a rendere attenti i rispettivi ambiti ai rischi della strategia FFS nel settore Cargo per le CJ, e a sfruttare la loro influenza politica. Il segretario SEV Jean-Pierre Etique vede di buon occhio l’opposizione delle CJ contro la chiusura dei punti di carico. «FFS Cargo vuole rinunciare al traffico a carri completi e far circolare solo treni compatti. Le conseguenze sarebbero ancora più autocarri sulle strade, sebbene il popolo abbia a più riprese votato in favore del trasferimento alla rotaia.» Nel 2017, sulla loro rete a scartamento ridotto le CJ hanno trasportato 92 000 tonnellate nette di merci, corrispondenti a quasi 3000 veicoli pesanti.

vbo /Fi

Stazioni di carico per l’economia forestale

Markus Brunner, direttore di Bosco Svizzero, l’associazione dei proprietari di boschi, si dice molto preoccupato per la chiusura - prevista a fine 2018 - delle stazioni di carico per merci lunghe (tronchi) nel Giura. Secondo un elenco in suo possesso, sarebbero La Chaux-de-Fonds e Le Locle Col-des-Roches. Porrentruy e Alle saranno servite solo puntualmente in base ad intese con i clienti. Glovelier dovrebbe rimanere (ancora) aperta, ma è già annunciata una nuova tornata di verifiche mirante ad ulteriori soppressioni. A chiudere i battenti dovrebbero essere - sempre secondo l’elenco - anche le tre stazioni di carico delle Ferrovie del Giura (CJ) Le Noirmont, Les Breuleux e Les Reussilles. «Tragitti sempre più lunghi per e dai punti di carico rendono meno attrattivo caricare su rotaia», ammonisce Markus Brunner. Che critica anche il fatto che nell’Oberland bernese, nell’Emmental, nelle (pre)Alpi friburghesi e nei cantoni Obvaldo e Nidvaldo manchino già oggi le possibilità di carico, il che obbliga i camion per il trasporto di legname a percorrere anche 50 km e più, in queste regioni ricche di conifere, per caricare il legname sui carri merci.

Fi