Il SEV può contare su numerosi giovani disposti ad impegnarsi nelle sezioni e sottofederazioni
I volti giovani del SEV
contatto.sev vi propone alcuni ritratti di giovani membri che si sono assunti incarichi di responsabilità nelle rispettive sezioni, o che ripercorrono il percorso svolto da quando in gioventù hanno iniziato ad impegnarsi nel sindacato. Quali sfide vi hanno visto, con quali motivazioni le affrontano? Una panoramica molto parziale sulle realtà giovanili di oggi che costituiranno il SEV di domani.
Janos Jorosch: «Per i giovani è difficile sindacalizzarsi pensando sul lungo termine»
«Abbiamo grande difficoltà a coinvolgere i giovani della Svizzera francese e della Svizzera italiana alle attività della Commissione giovani» spiega Janos Jorosch, membro della commissione e del comitato SEV. Macchinista di 25 anni, lavora al 50 % come specialista del materiale rotabile presso l’OCP a Berna.«Per quanto riguarda gli italofoni la barriera naturale del Gottardo spiega la mancanza di coinvolgimento nella commissione giovani. Per quanto riguarda la Romandia, forse la commissione è vista come troppo germanofona?» Pure membro del Comitato centrale della LPV, questo romando perfettamente bilingue invita l’insieme dei giovani romandi sindacalizzati al SEV al di sotto dei trent’anni, a farsi avanti e a partecipare alle attività organizzate dalla Commissione giovani.
«Ogni anno organizziamo in particolare una giornata di slitta; quest’anno l’appuntamento è il 30 gennaio. Nel 2016 ci sarà anche un’arrampicata nella regione di Berna. Grazie a queste attività divertenti è possibile scoprire il sindacato attraverso le relazioni, che facilitano poi la discussione sui temi professionali». Per ora la pagina di FB è esclusivamente germanofona... «ma se qualcuno vuole partecipare alle nostre attività, troverà sempre qualcuno che possa fare da traduttore». Lo dice lui che per la LPV assicura la traduzione simultanea. Al di là dell’aspetto ludico, sul tappeto c’è tutta la questione centrale del rinnovamento delle forze del SEV, giustamente al centro delle preoccupazioni della Commissione giovani.
«I giovani d’oggi non necessariamente prendono in considerazione di seguire la stessa professione per l’intera vita lavorativa. È quindi difficile sindacalizzarsi pensando al lungo termine, pensando a ciò che si vorrà fare tra 10, 15 o 20 anni o perfino di più. Focalizzati sul breve termine, i giovani devono dunque trovare i giusti motivi per sindacalizzarsi; motivi che non siano rilevanti sul lungo termine. A volte è necessario procedere più con la pancia che con la testa. D’altra parte, la mancanza di giovani influenza giustamente la linea del sindacato, poiché le decisioni prese dai più anziani non necessariamente tengono conto delle esigenze dei più giovani. Altro problema: i comitati di sezione, le sottofederazioni e il SEV non smettono di dichiarare che i giovani sono importanti, perché il loro dinamismo è necessario al sindacato; ma poi le proposte dei giovani sono sicuramente ascoltate, ma raramente arrivano presso gli organi decisionali». È vero, per esempio, che la proposta della Commissione giovani di calcolare i contributi in base ai salari non è stata adottata all’ultimo congresso. Altra grande sfida secondo Janos Jorosch, la lotta contro quelli che chiama «i rassegnati», i quali a causa di eventi negativi risalenti a molti anni prima, trasmettono una cattiva immagine del sindacato ai giovani. «Non possiamo giudicare il SEV sulla base di vecchie storie. Impegnarsi nelle sezioni e nelle sottofederazioni permette di trovare il proprio posto nel nostro sistema sindacale, permette di fare sentire la propria voce e smuovere le acque, anche se a volte può richiedere tempo e non tutto può andare in porto. Ma questo fa parte del gioco. Chi non si impegna non ottiene comunque nulla. Ecco perché è meglio impegnarsi invece di criticare». Per rendere l’adesione più attraente, si stanno valutando diverse piste, poiché il passaggio allo statuto di apprendista a quello di lavoratore attivo è notevole. «Quando sei un apprendista non paghi le quote e passi direttamente alla tariffa piena. Non ci vorrebbe forse una transizione meno drastica?» vbo/frg
Damian Vogel, LPV Basilea: «Darsi una mossa invece di brontolare»
Il giovane vice-presidente della LPV Basilea vuole incoraggiare i colleghi a lottare.«Molti colleghi sono frustrati perché negli ultimi anni hanno sperimentato sulla loro pelle continui deterioramenti delle condizioni di lavoro» dichiara il macchinista 24enne. Basti pensare alla Cassa pensioni per cui si deve sacrificare un giorno di ferie, alla nuova tassazione delle FVP, alle crescenti pressioni sul lavoro legate anche all’aumento di produttività; per non parlare della mancanza di personale, che non permette per ora la riduzione della percentuale di lavoro. Damian sottolinea pure il malcontento dei giovani per una progressione salariale troppo lenta. «Il nostro CCL e ancora uno dei migliori del Paese – osserva – ma non basta per fare aderire i colleghi al SEV o per impedire dimissioni. Ciò che occorre sapere, però, è che solo con molti membri possiamo fare la differenza». Damian, che alla prossima assemblea sezionale di aprile intende candidarsi alla presidenza, è pure molto attivo all’interno della Commissione giovani del SEV, dove si occupa del sito web e della pagina FB; ha invece smesso i panni del delegato. Damian vuole soprattutto motivare i giovani macchinisti ad aderire al sindacato, oltre che a partecipare alle assemblee della sezione. Per rendere più attraenti le riunioni sezionali, ci vorrebbe sempre qualcosa di speciale. Damian sottolinea anche ciò che distingue il SEV da altre organizzazioni: è la sua visione complessiva dei problemi e l’integrazione di diverse professioni. «Lottiamo anche sul piano politico per buone condizioni quadro nel settore dei trasporti pubblici e in questo possiamo contare sulla solidarietà di tutte le categorie». E questa specificità gli sta particolarmente a cuore. Dopo tre anni come manovratore a Langenthal, si è trasferito nel 2014 a Burgdorf, dove come giovane verde si è candidato per il governo, per poi giungere a Basilea per la formazione di macchinista. Oggi convive con una basilese. Continua a coltivare la passione per viaggi, escursioni, mercati medievali. E continua a coltivare le sue amicizie. Fi
Myriam Bänninger, TS Svizzera nord occidentale: Garantire l’equità nell’azienda
Nella sua qualità di vicepresidente sezionale TS e di artigiana diplomata è sempre a disposizione di colleghe e colleghi per problemi sul lavoro.Questa piastrellista diplomata di 29 anni ha iniziato ad occuparsi di sindacato nel 2011, quando lavorava al montaggio di trolleybus presso la carrozzeria Hess di Bellach. La ditta dovette far ricorso al lavoro ridotto e negoziarne le condizioni con la commissione del personale, in cui Myriam Bänninger venne designata quale rappresentante del suo team. Aderì pertanto anche a Unia, entrando nel comitato della regione Bienne-Seeland-Soletta, di cui fa tutt’ora parte. Nell’aprile 2012, è poi passata alle Officine di Olten per occuparsi dell’arredamento interno dei treni della rete suburbana di Zurigo, dapprima quale collaboratrice temporanea e poi, dal settembre 2012, con un contratto FFS. A quel momento, ha aderito anche al SEV, del quale è divenuta fiduciaria nel febbraio 2013, nonché delegata alla conferenza CCL. Un anno dopo, con il passaggio della presidenza da Max Hodel a Markus Lanz dell’impianto service di Basilea, è poi stata eletta vicepresidente sezionale. Le abbiamo chiesto perché si impegna nel sindacato: «chi lavora ha il diritto di non sentirsi sfruttato», ci risponde. Un mezzo per tutelare la sua posizione è il CCL, la cui elaborazione e il controllo della corretta applicazione competono ai sindacati. «Il SEV controlla abbastanza bene la corretta applicazione e aiuta i suoi membri in caso di problemi», ci indica. Lei è volentieri a disposizione per assistere colleghe e colleghi e non ha remore a chiedere aiuto a colleghi più esperti o ai professionisti del SEV. Le fa molto piacere anche poter discutere con i colleghi di comitato TS, oppure di altri settori alla conferenza CCL o ai corsi del SEV.
Da agosto, un giorno la settimana Myriam frequenta la scuola di commercio. Abita con la sua amica a Lucerna e gioca a rugby nella squadra di Berna. Fi
Thomas Giedemann, macchinista, inizia la sua avventura sindacale all’età di 22 anni: Lancette dell’orologio indietro per uno sguardo sul presente
Avviciniamo Thomas Giedemann, vicepresidente della LPV Ticino, per un ben motivo preciso: ha cominciato il suo impegno nel SEV all’età di 22 anni. Può dunque avere, grazie al suo bagaglio di esperienza, uno sguardo retrospettivo e prospettico molto chiaro.«Ho partecipato alla prima assemblea quando ho terminato la scuola di macchinista, nel 1993. Sono poi stato avvicinato dal presidente della LPV Bellinzona e Biasca, Armando Besomi, che mi ha chiesto di entrare in comitato». Inizia così il viaggio nel sindacato di Thomas Giedemann, che dura ancora oggi. «Vent’anni fa era diverso il mondo, erano diverse le ferrovie, ma non l’impegno sindacale, che da sempre richiede impegno, costanza, perseveranza e determinazione». Nel 2000 si libera un posto nel Comitato centrale della LPV e Thomas inizia il suo percorso a livello nazionale, anche grazie alle sue conoscenze linguistiche. Ma che cosa spinge un giovane poco più che ventenne ad abbracciare il sindacato? «Sono sempre stato di sinistra. I valori e i principi difesi dalla sinistra e dai sindacati sono quelli in cui credo profondamente e che costellano la mia visione del mondo». Quindi l’ingresso nel mondo sindacale è stato un passaggio naturale? «Assolutamente sì, direi un atto di coerenza».
Passano gli anni, ma i problemi restano. Thomas Giedemann ci conferma infatti che già vent’anni fa i turni generavano discussioni: «È inevitabile: il nostro posto di lavoro è la cabina di guida, ma i turni condizionano la nostra vita privata, familiare e sociale». Ma non solo. «Mi ricordo benissimo un’assemblea molto affollata nel vecchio buffet della stazione di Bellinzona: sul tavolo la ventilata perdita di posti di lavoro. Anche sotto la presidenza di Paolo Bezzola siamo stati confrontati con queste preoccupazioni, che oggi sono di stretta attualità». Ma come? «Con l’apertura della galleria di base del Gottardo, in Ticino a livello di Divisione viaggiatori si rischia una contrazione dei posti di lavoro. Per quanto riguarda Cargo, dove vige la libera concorrenza, i posti di lavoro in Ticino sono costantemente sotto pressione».
Come fiduciario del SEV, Thomas ha un costante contatto con la base e quindi conosce molto bene il polso dei colleghi. Difficile dire se le persone aderiscono al sindacato per un motivo ideale o per le prestazioni offerte. Certo è che l’unico modo per essere credibili è fare, agire. «Nonostante i tempi, le persone che vogliono sindacalizzarsi ci sono. Tanto più oggi perché il mercato del lavoro è caratterizzato da forme acute di degrado e di precariato. In base alla mia esperienza posso dire che il motto l’unione fa la forza sia ancora valido, soprattutto in un periodo dove i diritti vengono calpestati».
Ma tra la giovane e la vecchia guardia del SEV le distanze sono davvero così grandi? «Che ci siano delle diversità è inevitabile ed è giusto che sia così, perché le esperienze e i valori tra generazioni sono diversi. Ciò che conta è metterli assieme in modo costruttivo».
Secondo Thomas occorre lavorare molto sulla partecipazione perché, rispetto a chi ha qualche capello grigio, i giovanissimi faticano a presenziare alle assemblee. «Impegno sindacale significa anche investire nel tempo libero, lo so e me ne rendo conto. D’altra parte uno prende un impegno perché ci crede. Ma il futuro è per forza di cose in mano ai giovani. E a loro posso dire che la lotta e la solidarietà sono paganti. Basti pensare al caso Crossrail: denunciando il dumping salariale, il SEV non ha mollato e ha ottenuto ragione davanti al Tribunale amministrativo federale». Vale la pensa ricordare sempre che chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso. Françoise Gehring
Ricardo Pinto, presidente della sezione TPCV: A 33 anni da Andorra a La Chaux-de-Fonds
Siede nel comitato della sezione TPCV solo dall’agosto del 2014 e dal primo gennaio 2016 è già presidente.«Spero che il 2016 sarà più calmo rispetto ai due anni precedenti». Il tono è impostato. Desideroso di non aggiungere benzina sul fuoco, Ricardo Pinto non ha intenzione di chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà incontrate a La Chaux-de-Fonds da parte dei/delle conducenti e di autobus. «Diciamo che alcune persone della gerarchia avevano metodi di conduzione piuttosto demotivanti. Questi anni difficili sono all’origine del mio coinvolgimento nel sindacato. Oggi, grazie ad uno spirito di ascolto costruttivo da tutte le parti – spiega Ricardo – l’ambiente di lavoro è molto più calmo. Questo cambiamento si riverbera in modo positivo anche sul terreno».
Di origine portoghese, nato in Francia, dove ha vissuto fino all’età di 10 anni prima che la sua famiglia tornasse in Portogallo, Ricardo lavora nell’azienda TransN da tre anni. «Prima di approdare a Zurigo perché mia moglie voleva avvicinarsi alla sorella, dal Portogallo sono emigrato nel Principato di Andorra dove ho guidato su linee internazionali e urbane». Grazie a un contratto di lavoro ottenuto presso le ex-Trn, Ricardo si è ritrovato all’età di trent’anni nelle montagne neocastellane. Ed ora eccolo ai vertici di un comitato composto di una decina di persone. «Sono contento della composizione del mio comitato perché è misto; rappresenta pertanto la diversità culturale che rispecchia i membri della sezione. Sono felice anche per la composizione intergenerazionale e per la presenza di tutti i luoghi di servizio: Le Locle, Val-de-Ruz e La Chaux-de-Fonds». Come presidente si è dato delle priorità, tra cui il reclutamento di giovani poiché «rappresentano l’avvenire e il cambiamento. Dobbiamo impegnarci ad avvicinare i non sindacalizzati e convincerli ad aderire al SEV. I miglioramenti delle condizioni di lavoro sono un eccellente argomento di reclutamento. Come presidente ritengo molto importante creare eventi conviviali per rafforzare le relazioni tra i membri al di fuori del lavoro». A questo intrepido presidente possiamo solo augurare in bocca al lupo per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Vivian Bologna
Joël Jufer, AS Berna: «Mi ha subito interessato»
A 25 anni è già responsabile dei giovani e del reclutamento dell’AS Berna. A Joël Jufer piace l’impegno senza compromessi.Il primo contatto con il sindacato, Joël l’ha avuto ad una presentazione svolta ad incontro con gli altri apprendisti Login. Le idee gli sono piaciute, per cui ha firmato l’adesione e ha in seguito partecipato ad una manifestazione della commissione giovanile, dove ha incontrato persone con le quali ha avuto interessati scambi di esperienze, che hanno consolidato la sua opinione positiva nei confronti del SEV.
L’attivismo di questo giovane responsabile della circolazione treni non è del resto sfuggito neppure ai responsabili sindacali. La sua formazione è ormai conclusa da tempo e Joël continua nel suo slancio, ora presso la sezione AS Berna, dove si occupa dei giovani e del reclutamento. Lavora presso FFS Cargo come specialista incaricato di ottimizzare i vari processi. Gli piace la politica e aspira ad un mandato parlamentare. Dal punto di vista professionale, gli piacerebbe diventare capo progetto presso le FFS, oppure svolgere un’attività sindacale. Secondo lui, sono sbocchi molto simili. pan.
Hai meno di 30 anni?
I/le giovani interessati/e alle attività della Commissione giovani – indipendentemente dalla sezione – possono rivolgersi al seguente indirizzo: . Oppure andare sulla pagina FB Gioventù SEV, sul sito internet sev-young.ch/it o contattare la segretaria sindacale Lucie Waser, responsabile della commissione, telefono 031 357 57 38.