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Andrea Cantieni è avvocato di fiducia del SEV a Coira

«Previdenza professionale, inasprimento del diritto»

Licenziamenti, conflitto per le assicurazioni sociali, denunce contro il personale dei trasporti: questi sono gli argomenti di cui si occupa l’avvocato di fiducia su incarico del SEV. L’avvocato sottolinea come il contesto in cui opera sia diventato più complesso. Molto dipende naturalmente anche dalle persone coinvolte.

Andrea Cantieni

contatto.sev: Lei è avvocato di fiducia del SEV; cosa significa?

Andrea Cantieni: Sono la persona di riferimento a cui possono rivolgersi i membri SEV con problemi legali che hanno bisogno di un avvocato. Sono in stretto contatto con il segretariato centrale e con il segretario di Coira, Peter Peyer. La nostra collaborazione è molto buona, e questo è anche un vantaggio per membri del SEV!

Qual è l’aspetto appassionante del suo ruolo di avvocato di fiducia del SEV?

Interessante è il contatto con le persone; i problemi che affrontiamo sono tratti dal quotidiano.

Quanto è ampia la gamma delle questioni che le si presentano?

È molto ampia; i problemi principali riguardano i settori del diritto del lavoro, del diritto penale e del diritto della previdenza sociale.

Quale di questi ambiti le interessa maggiormente?

Di questi tre settori mi interessa tutto! Ciò che non mi attira sono i divorzi. Ma fortunatamente non sono materia dell’assistenza giuridica professionale del SEV.

Bio

Età: 49 anni
Percorso professionale: 1994 diploma di Dr. iur. HSG, Giudice istruttore a Coira fino al 2001, giudice nel Liechtenstein fino al 2005, dal 2006 avvocato a Coira
Famiglia: sposato, due figli (19 e 17 anni) Tempo libero: musica, clarinettista nella «Ländlerkapelle Grischuna»

C’è un successo legato a questa attività che ricorda con particolare piacere?

Ci sono sempre nuovi successi. Uno di questi ad esempio è avvenuto quando siamo riusciti a tener fuori da un procedimento penale un macchinista perché non aveva fatto nulla di sbagliato. Oppure quando nell’ambito del diritto del lavoro siamo riusciti a raggiungere un’intesa che andasse bene sia al lavoratore che al datore di lavoro. Quanto al diritto della previdenza sociale, ottenere le prestazioni che spettano all’assicurato è già un successo.

Ci descriva un caso del SEV che ha concluso con successo!

Si tratta di un macchinista, accusato per danni materiali alle cose. Sul tratto ferroviario che passa attraverso la città di Coira ha urtato un furgone, e il presidente di circolo lo ha condannato per perdita della padronanza del veicolo. Noi abbiamo sollevato un’obiezione contro questa condanna e siamo riusciti a convincere il presidente di tribunale, che ha preso parte ad un viaggio in locomotiva. Questo viaggio attraverso la città di Coira lo ha molto impressionato; ha constatato le riduzioni di visibilità e le scarse possibilità di manovra del macchinista, ed ha archiviato il procedimento.

Che cosa ha significato per il macchinista?

La procedura penale ha messo a dura prova il macchinista dal punto di vista emotivo, tanto più che era sicuro di non aver commesso alcun errore. L’archiviazione lo ha sollevato da questo enorme peso.

Ha già provato frustrazione per non aver raggiunto l’obiettivo?

Purtroppo succede ogni volta. Io sopporto male le ingiustizie e mi sento frustrato anche quando ricevo una sentenza che non mi convince.

Abbiamo constatato che sono diventate più complicate soprattutto le questioni legate all’idoneità al lavoro e alle assicurazioni sociali. Questo quadro si rispecchia anche nel suo lavoro?

Sì, da circa 2, 3 anni va sempre peggio. Da una parte abbiamo una riduzione legale delle prestazioni mentre dall’altra un irrigidimento della giurisprudenza. Inoltre ci si attiene ai requisiti medici sempre con maggior severità, e noi riteniamo che le perizie mediche siano spesso ingiuste.

Cosa intende per irrigidimento della giurisprudenza? Da profano dell’argomento, credevo che proprio il diritto fosse qualcosa di definito.

Nell’ambito delle assicurazioni sociali non è proprio così. È un ramo in evoluzione e attualmente segue sempre una direzione: quella del risparmio. La politica lo prestabilisce e la giurisprudenza lo mette in pratica.

Per lei come avvocato questo significa perdere un maggior numero di processi? Oppure che per ottenere qualcosa deve impegnarsi più a fondo?

Questa domanda è lecita! Significa principalmente più frustrazione per le parti in causa. Dobbiamo spiegare alle persone come funziona la giurisprudenza, che altrimenti non riescono davvero a comprendere: hanno pagato i contributi per una vita e alla fine si vedono negare le prestazioni.

Poco fa ha affermato che nello ambito del diritto del lavoro spesso cerca un accordo diretto tra lavoratore e datore di lavoro. Anche questo è diventato più difficile?

Il contesto è sicuramente diventato più complesso. Dipende fortemente dalle persone coinvolte. Nel caso di piccole aziende, anche l’emotività gioca un ruolo rilevante e trovare un’intesa risulta più complicato. In effetti, quando il lavoratore si presenta con un avvocato, le piccole aziende si sentono spesso bistrattate. Ma è anche importante come si imposta l’approccio. Personalmente non sono il tipo che abbatte il muro a testate; guardo piuttosto se c’è una porta per andare dall’altra parte.

I membri SEV comprendono questo suo modo di procedere?

Ci sono alcuni che non lo capiscono e che preferirebbero qualcuno che mostra i denti e che agisce con grinta. Ma questo non è il mio modo di lavorare. La maggior parte però accetta il mio modo di agire e il risultato fa credere che era giusto.

Non avverte che le persone hanno aspettative completamente sbagliate riguardo a cosa si può ottenere con un caso giuridico?

Ci sono sempre casi in cui le aspettative non sono realistiche. Ma non c’è da meravigliarsi perché la gente non conosce la giurisprudenza. Sentono storie in cui c’è chi ha percepito una rendita o altri che hanno ricevuto un aumento salariale e si aspettano lo stesso. In questi casi spetta a me spiegare loro perché la situazione è diversa. Ma i membri SEV sono persone estremamente ragionevoli e piacevoli; le stimo molto! Certamente colpisce come in questo settore la lealtà verso il datore di lavoro sia forte. A maggior ragione si sentono bistrattati quando ricevono dal datore di lavoro un trattamento non adeguato; non comprendono più il mondo.

Esiste il «tipico caso sindacale »?

I licenziamenti sono esempi tipici. In questi casi si tratta di verificare se il licenziamento è indebito e se le buste paga sono corrette. In seguito, all’interessato serve una consulenza per quel che riguarda le assicurazioni sociali, per evitare che diventi dipendente dagli aiuti sociali. Eventualmente va effettuato un annuncio alla AI. Un licenziamento porta le parti in causa a dover affrontare numerosi problemi!

Talvolta sembra che il suo ruolo sia piuttosto quello dell’assistente sociale!

In questo settore è proprio così. Si deve avere la visione generale delle possibilità esistenti al di fuori del diritto del lavoro, delle possibilità offerte dalle assicurazioni sociali. Si deve convincere la gente che è utile annunciarsi all’AI perché per molte persone questo rappresenta una grande barriera psicologica. Si devono rispettare i termini prestabiliti, e le persone che si trovano in una situazione molto grave hanno bisogno di qualcuno che le stia ad ascoltare.

I film giudiziari britannici e americani danno un’immagine della sua professione che ha poco a che vedere con la realtà svizzera. Le piacerebbe essere un avvocato di quel genere?

Assolutamente no! Sono un tipo riservato e vorrei essere convincente con argomenti giuridici e non con uno show. I procedimenti in Svizzera sono veramente diversi. Le arringhe davanti alla corte non hanno un ruolo determinate. Sono molto più importanti le istanze nel procedimento, è necessario essere realmente validi!

In cosa consiste la sua attività al di fuori dei casi sindacali?

Tutti i collaboratori del nostro studio legale operano come avvocati di fiducia di diversi sindacati e assicurazioni di protezione giuridica. A Coira siamo altamente specializzati nelle questioni rilevanti in ambito sindacale.

Lei si espone come avvocato che rappresenta il personale in caso di conflitti. Questo ha delle ripercussioni anche sul modo in cui viene trattato in tribunale?

Non ho questa impressione. Ma effettivamente rappresento esclusivamente parti lese, lavoratori. Mai l’altra parte in causa. Nonostante ciò non ho l’impressione che la corte mi contesti. Rappresentando sempre questa posizione, e non andando ad affermare il contrario il giorno successivo, sono sicuramente più attendibile.

Peter Moor

Protezione giuridica per membri SEV

  • L’assistenza giuridica professionale è la prestazione principale offerta dal sindacato SEV ai suoi membri. Questa prestazione è compresa nella quota sindacale.
  • Chi ha bisogno di protezione giuridica deve innanzitutto compilare il relativo modulo.
  • Il modulo va presentato entro dieci giorni alla presidenza della propria sezione oppure al segretariato SEV di Berna o di Bellinzona.
  • Il segretariato centrale di Berna decide chi seguirà il caso e se è necessario rivolgersi a un avvocato.
  • Inoltre, in collaborazione con Coop, il SEV offre ai suoi membri un’assicurazione di protezione giuridica privata. Questa prestazione non è compresa nella quota sindacale.