Allocuzione di Paul Rechsteiner

Appello alla giustizia sociale e a maggiore equità

Paul Rechsteiner

Con il suo stile sobrio, ma molto efficace, il presidente dell'Unione sindacale Svizzera ha saputo conquistare la platea.

[ Torna alla pagina iniziale Congresso 2015 ]

«In Svizzera non c’è mai stato così tanto denaro, ma deve essere ridistribuito più equamente». È con queste parole che il presidente dell’Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner si è rivolto al congresso del SEV. Intervenuto dopo il discorso del direttore dell’UFT, Rechsteiner ha reso omaggio al lavoro serio di Peter Füglistaler, con il quale si confronta in seno alla commissione dei trasporti del Consiglio degli Stati. Si è detto però stupito dalle dichiarazioni del direttore dell’UFT sul ridimensionamento delle risorse per il trasporto regionale. «La ferrovia integrata è una storia di successi ed è il modello di sviluppo da seguire. In seno alla commissione degli Stati c’è il dossier FFS Cargo, che molti vorrebbero privatizzare. Si tratterà di convincere i commissari a non seguire questa opzione».

Il presidente dell’USS si è soffermato sull’attuale mondo del lavoro, caratterizzato da grandi difficoltà anche a causa delle pressioni dovute alla forza del franco, che minacciano i posti di lavoro. «La politica – ha detto Rechsteiner – non può stare a guardare. Con la scusa del franco forte, molti datori di lavoro prendono misure contro il personale.

A livello europeo, con le sue politiche di austerità la «trojka» smantella i servizi pubblici dei paesi meridionali. Mentre in Svizzera una particolare «trojka dei partiti borghesi» pensa solo a proteggere i loro interessi e a smantellare il resto. «I salariati non possono essere trattati come previsto nei programmi di quei partiti. Questo smantellamento dei diritti delle tutele deve cessare». Per Rechsteiner è chiaro: «Vale e deve valere il principio in base a cui in Svizzera si pagano salari svizzeri». È allarmante che il direttore dell’Ufficio federale dei trasporti non riesca a capire che cosa ci sia in gioco nel traffico merci transfrontaliero. «Per noi quel principio non è negoziabile e deve essere rispettato».

Grandi sfide attendono l’USS anche sul piano della politica sociale e, in modo particolare, sulle pensioni. «All’interno dell’USS abbiamo visto quanto possa essere forte il SEV. Basti ricordare con quanta tenacia ha combattuto l’introduzione delle rendite variabili spuntandola. E di questa energia avremo bisogno anche per contrastare la riforma della «Previdenza vecchiaia 2020». Una riforma che peggiora le rendite e le prestazioni AVS, allorquando nella Costituzione viene sancito il principio secondo cui in pensione una persona deve potere avere un tenore di vita decorso».

Il sindacato deve combattere per un rafforzamento e un miglioramento delle rendite pensionistiche. «Per questo – ha concluso il presidente dell’USS – nei prossimi mesi dobbiamo sostenere con ogni mezzo l’iniziativa popolare AVSplus. I successi non cadono dal cielo. Perciò vi ringrazio già fin d’ora per l’impegno in favore di un futuro sociale per la Svizzera. Non ci sono mai stati così tanti soldi. Ma solo una parte, una piccola parte, ne approfitta».

pan./frg