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colpi di diritto

Conferireuna procura: attenti all’incarico

Giovanni è molto arrabbiato con il suo amico Paolo. Lo aveva incaricato di organizzare per conto suo una serata al bocciodromo per 15 persone, indicando un tetto di spesa di 30 CHF a persona, in quanto voleva fare una sorpresa ai compagni del circolo. La serata è stata un successo, ma anche Giovanni ha ricevuto una sorpresa, con il conto dell’oste che riportava costi per 60 franchi a persona.

In termini tecnici, Giovanni ha conferito a Paolo una procura con un incarico chiaro, che ha permesso a quest’ultimo di agire e fare la prenotazione. Egli ha però superato il limite. Cosa significa dal punto di vista legale?

Una persona che conferisce una procura a un’altra, la autorizza a compiere una certa azione, a prendere visione di certi dati, o a eseguire un ordine con una certa somma di denaro. Una procura può anche autorizzare una persona a fornire informazioni, laddove vige un obbligo di riservatezza. La procura deve contenere i nomi del mandante (in questo caso Giovanni) e del procuratore (Paolo), così come la portata dell’azione per la quale il procuratore è autorizzato. Un testo di poche righe può essere sufficiente, se il mandante, il procuratore e lo scopo dell’azione sono chiaramente riconoscibili. Nelle transazioni commerciali, tuttavia, le procure sono solitamente documenti lunghi e complessi, che possono avere un carattere generale (una per tutto) oppure essere dettagliatamente circoscritte. Il mandante ha quindi tutto l’interesse a leggere attentamente questi documenti prima di firmarli. La procura può anche essere revocata in qualsiasi momento.

Finché si tratta di atti quotidiani o che possono essere chiaramente determinati, la loro portata è abbastanza chiara e facile da descrivere. La questione si complica quando la portata dell’azione non è del tutto chiara come, per esempio, nei casi di procura per la rappresentanza legale o per servizi finanziari, o quando si tratta di ottenere dati dal contenuto spesso sensibile, come gli atti medici. Oltre ad incaricare una persona di una certa azione per conto vostro, con una procura potete infatti anche liberare una persona dall’obbligo di riservatezza, rispettivamente dal segreto d’ufficio: senza una procura, il medico non può fornire informazioni sul suo paziente, né l’avvocato sul suo cliente, né la banca sui suoi clienti.

In questi casi, si fa spesso capo, soprattutto da parte delle compagnie di assicurazione, alle cosiddette procure generali. La procura è quindi valida per tutto e in qualsiasi momento.

Secondo l’incaricato della protezione dei dati, le procure generali sono ammissibili se sono utilizzate per ottenere i dati necessari per svolgere il compito concordato, ma non per acquisire ulteriori informazioni che pure potrebbero essere interessanti. Le procure generali devono quindi indicare quale questione viene trattata, da chi e a che scopo. Per esempio, se un dipendente ha avuto un incidente, i medici dell’azienda sono autorizzati a raccogliere i dati medici necessari per chiarire la sua capacità lavorativa in relazione all’incidente stesso, ma non a richiedere gli atti su eventuali malattie infantili. In genere, questa prassi viene rispettata e laddove occorressero più dati viene richiesta un’altra procura al mandante.

Tutto ciò non risolve però il problema di Giovanni, confrontato con il raddoppio della spesa derivante dal fatto che Paolo ha travalicato i limiti della sua procura. Era infatti stato autorizzato a spendere 30 franchi a persona e non di più. Si è allargato troppo e adesso dovrebbe assumersi lui i costi aggiuntivi. I due avranno quindi molto da discutere.

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