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Votazione del 19 maggio

Fiscalità RFFA: dentro un tema molto complesso

Lo scorso 12 aprile il comitato SEV ha deciso di seguire le indicazioni di voto formulate dall’Unione sindacale svizzera (USS) in materia di riforma fiscale e finanziamento dell’AVS (RFFA). Il progetto è sottoposto al giudizio popolare il 19 maggio. Trovate qui gli elementi principali del progetto fiscale e gli argomenti di favorevoli e contrari.

Al centro della legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell’AVS (RFFA), approvata dal Parlamento il 28 settembre scorso, c’è l’abolizione dei privilegi fiscali (soprattutto cantonali) per le imprese internazionali, privilegi che l’UE e l’OCSE criticano, minacciando la Svizzera con sanzioni.

In futuro queste imprese dovranno pagare molte più imposte sugli utili; nei cantoni di Basilea e Ginevra, ad esempio, l’aumento sarà significativo. Questo potrebbe incoraggiare le aziende ad andarsene. Ciò sarebbe doloroso anche per la Confederazione, dato che queste imprese pagano oggi 5 miliardi di franchi all’anno in imposte federali dirette. Per questo motivo, il progetto di RFFA prevede nuovi privilegi fiscali accettati a livello internazionale:

  • Grazie al sistema del patent box, una parte degli utili delle invenzioni può essere soggetta a un’imposizione fiscale cantonale ridotta.
  • I Cantoni potranno prevedere una deduzione supplementare fino al 50% al massimo per le spese di ricerca e sviluppo (in Svizzera).
  • Saranno possibili sgravi anche per quanto riguarda la tassazione del capitale e le riserve occulte.

I cantoni con un’elevata imposizione fiscale (probabilmente solo Zurigo), potranno dedurre un’aliquota fittizia sull’autofinanziamento. A livello federale la riforma RI imprese III, respinta nel febbraio 2017 dal 59,1% dei voti, ha previsto una «imposta sugli utili al netto degli interessi». Il progetto RFFA non lo prevede più.

Rispetto alla RI imprese III, e alla situazione attuale, il RFFA apporta altri miglioramenti secondo l’USS: aumento dell’imposizione dei dividendi, che passa dal 60 al 70% a livello federale (significa maggiori entrate di circa 80 milioni per la Confederazione) e almeno al 50% a livello cantonale.

Le aziende potranno versare apporti di capitale esenti da imposte solo pagando dividendi imponibili nella stessa entità. In questo modo pagheranno circa 90 milioni in più. Inoltre è previsto l’aumento della quota cantonale sulle entrate dell’imposta federale diretta: i Cantoni percepiranno il 21,2% del prodotto dell’imposta federale diretta anziché il 17% applicato attualmente. In tal modo essi avranno un margine di manovra in termini di politica finanziaria per ridurre, se necessario, le loro imposte sull’utile e quindi rimanere competitivi.

2 miliardi per l’AVS

Con il progetto RFFA sottoposto in votazione popolare, la Confederazione vedrà calare le sue entrate fiscali di circa 700 milioni di franchi all’anno, la perdita dei Cantoni è stimata a 1,3 miliardi a dipendenza dall’attuazione.

Come compensazione sociale, l’AVS riceverà 2 miliardi di franchi di introiti supplementari l’anno; 600 milioni da datori di lavoro e lavoratori attraverso un aumento paritetico delle trattenute del salario, nella misura dello 0,15% ciascuno, e 800 milioni dalle casse federali, grazie al percento sull’IVA (Imposta sul valore aggiunto) adottato nel 1999, che ora confluirà al 100% anziché all’83% nell’AVS.

La Confederazione può dunque permettersi una tale spesa poiché prevede, negli anni a venire, eccedenze strutturali pari a diverse centinaia di milioni di franchi all’anno.

Vivian Bologna, Markus Fischer

Favorevoli e contrari

Nel campo dei partigiani del progetto, siano essi di destra, centro o sinistra, l’argomento faro sono i 2 miliardi di compensazione che andranno a foraggiare le casse dell’AVS. L’aumento del numero dei/delle pensionati/e di questi ultimi vent’anni, necessita un aumento del finanziamento.

L’altro argomento in favore della RFFA, è la soppressione dei privilegi fiscali per le aziende attive sul piano internazionale. Con la RFFA le multinazionali avranno la stessa imposizione fiscale delle PMI svizzere.

Per certi fautori, tra cui il Partito socialista, «il rifiuto della RFFA potrebbe causare l’aumento dell’età di pensionamento e una caotica concorrenza fiscale nei cantoni». La parte fiscale dell’attuale progetto, presenta miglioramenti significativi sia in rapporto alla situazione attuale, sia in rapporto alla RI imprese III, respinta dal popolo nel mese di febbraio del 2017. Questi miglioramenti sono, in particolare, l’aumento dell’imposizione sui dividendi, la restrizione del principio dell’apporto di capitale o la rigida limitazione della riduzione dell’imposta sugli utili.

Dalla parti di chi avversa il progetto, i punti di vista sono evidentemente diversi. Una parte degli oppositori dice chiaramente che non possono essere mischiati due poggetti che non hanno nulla a che vedere tra loro.

Per il comitato referendario, composto anche da Verdi e VPOD, la «RFFA altro non fa se non accentuare il dumping fiscale intercantonale e internazionale; inoltre non permette in nessun caso di uscire dal vicolo cieco». Ne è convinta per esempio Regula Rytz, presidente degli ecologisti. Katharina Prelicz, presidente della VPOD, ritiene che «la RFFA non solo va a vantaggio solo delle imprese più redditizie, ma si tradurrebbe anche in tagli massicci che inciderebbero negativamente sulle cure negli ospedali e nella presa a carico degli anziani». Per Agostino Soldini, segretario centrale VPOD, «parlare di compensazione sociale» connessa al finanziamento supplementare dall’AVS, è un abuso di linguaggio, se non addirittura un inganno: i/le pensionati/e, attuali e futuri, non riceveranno un becco di quattrino in più. Ora, in un paese ricco come la Svizzera, centinaia di migliaia di pensionati/e devono contare ogni franco per arrivare alla fine del mese.

Commenti

  • Walter Holderegger

    Walter Holderegger 26/04/2019 11:31:32

    STAF-Enthaltung vom SEV. Für mich ist die Enthaltung vom SEV zu STAF eine schwache Haltung. Die NEIN-Argumente der Grünen sind nur zu einem kleinen Teil nachvollziehbar. Die Vorlage ist ein Kompromiss wie er weltweit verglichen, nur in der schweizerischen Demokratie ermöglicht werden kann. Bei einer Ablehnung des vorliegenden Kompromisses wird mit Sicherheit keine bessere Variante für Arbeitnehmende und die seit Jahren anstehende AHV-Revision gefunden werden. Mit der EU wird rasch eine Ersatzlösung gefunden werden müssen, aber zu den AHV-Problemen ist ein STAF-Nein eine Steilvorlage. Frauenrentenalter 65 oder höher, AHV-Beitragserhöhungen, MwSt-Anpassung oder gar Rentenkürzungen werden ins Zentrum der politischen Diskussion rücken. Und genau das wollen wir Arbeitnehmenden und RentnerInnen nicht. Daher stimme ich JA zu STAF.

  • Edwin Felber Präsident SEV/LPV Luzern

    Edwin Felber Präsident SEV/LPV Luzern 27/04/2019 17:11:33

    Der LGB hat für die STAF abgestimmt. Meine Frage an die "Neinsager" war: wer, und wie sollte nach einem nein die 2 Vorlagen einzeln vors Volk gebracht werden? Wer steht nochmals auf die Strasse und sammelt Unterschriften? Wer bezahlt das Geld?
    Da Keine und Keiner eine für mich plausieble Antwort darauf geben konnte, stimmte ich ja, und mit mir, die grosse Mehrheit der LGB Delegierten auch ein Ja.