Postcom e salari minimi
18 franchi all’ora? Per vivere non basta proprio
Il salario minimo lordo di 18,27 franchi all’ ora, che l’autorità di regolazione del mercato postale PostCom ha fissato in ottobre per il settore della logistica, è ancora sotto i 20 franchi che il Tribunale federale ha stabilito come minimo vitale per il cantone di Neuchâtel. L’Unione sindacale svizzera e l’alleanza Fairlog – formata da SEV, Syndicom e Unia – chiede che venga portato ad almeno 20 franchi.
Chi lavora al 100 percento deve poter vivere di quel che guadagna, ha ammonito il presidente dell’USS Paul Rechsteiner durante la conferenza stampa di USS e Fairlog lo scorso 23 novembre. «Chi fa lavorare gli altri per sé, deve versare retribuzioni in grado di assicurare l’esistenza, senza che lo Stato debba intervenire sovvenzionando i salari troppo bassi.» Un principio sancito anche dal Tribunale federale, che aveva respinto il ricorso contro il salario minimo neocastellano. In effetti 20 franchi l’ora sono una paga troppo bassa, essa tuttavia si orienta alle prestazioni complementari AVS e AI, hanno spiegato i giudici di Losanna. Chi svolge un’attività lucrativa non dovrebbe essere costretto a rivolgersi all’aiuto sociale.
PostCom non ha aggirato soltanto questo principio, ma anche i metodi di calcolo della commissione tripartita per le misure di accompagnamento, ha spiegato il capo economista dell’USS Daniel Lampart: sulla base di rilevazioni essa calcola i 50 percento mediani dei salari e stabilisce il limite dei 25 percento inferiori (quartili) come salario minimo. In questo modo sono stati ad esempio decisi i salari minimi del settore dell’economia domestica, poi scaglionati secondo la formazione e l’esperienza professionale.
Insufficienti e indifferenziati
La documentazione statistica che gli esperti del mercato del lavoro Yves Flückiger e Roman Graf hanno raccolto su mandato di PostCom in relazione con il settore della logistica avrebbe dato, in base ai consueti metodi di calcolo, un salario minimo di 22,30 franchi, continua Lampart. «I 18,27 franchi sono evidentemente più bassi dei salari usuali per questo ramo economico.» Secondo Flückiger e Graf, inoltre, con la formazione e l’esperienza professionale i salari aumentano. Per questo sarebbero necessari salari minimi scaglionati.
«PostCom, diretta dall’ex Consigliere di stato zurighese PPD Hans Hollenstein, ignora solide basi scientifiche e metodi di calcolo collaudati» ha criticato Daniel Münger, presidente di Syndicom. «Essa sceglie la strada più facile, adottando come retribuzione minima il denominatore più basso possibile. Questo non risponde al mandato conferito e apre la porta al dumping di Stato.» I 18,27 franchi non devono solo essere corretti verso l’alto, ma vanno anche differenziati per attività e comparti. «Salari minimi di questo genere sono un pericoloso segnale per l’intero ramo della logistica e dei trasporti», ha avvertito il presidente del SEV Giorgio Tuti, «perché in futuro, nelle trattative, potrà cercare di imporre i 18,27 franchi come retribuzione base legittimata da un’autorità statale.»
Ad approfittare del dumping è il commercio online
Daniel Lampart teme che i salari insufficienti pagati nella logistica postale possano aumentare la pressione sul commercio al dettaglio: «È un settore che già risente della concorrenza di aziende come Amazon e Zalando. Anche la digitalizzazione rischia di andare a scapito dei lavoratori.»
«Che Zalando abbia potuto quadruplicare il proprio fatturato in Svizzera dal 2012, portandolo a 685 mio di franchi, è anche perché si sfruttano i lavoratori», ha aggiunto la presidente di Unia Vania Alleva. Fra le ditte subappaltatrici di Zalando, che nel nostro Paese si occupano delle rispedizioni, hanno ormai preso piede salari lordi di 18 o 19 franchi, il lavoro su chiamata e a ritmi impossibili. Nei centri di distribuzione tedeschi, stando a indicazioni della stampa, Zalando riconosce salari iniziali di 12,79 euro l’ora, Amazon addirittura 10,50. Queste aziende collaborano inoltre con affiliate e con subappaltatori di DHL, dove i salari e le condizioni di lavoro sono bassissimi e non regolati da un CCL.
Markus Fischer
Protesta di Fairlog contro il corriere dei pasti Uber Eats
L’alleanza Fairlog per il settore della logistica formata da SEV, Syndicom e Unia ha organizzato il 22 novembre 2018 una manifestazione davanti alle filiali McDonald’s di Berna e Ginevra, per protestare contro la collaborazione fra il gigante del fast food in Svizzera e il corriere di pasti pronti Uber Eats, accusato di dumping. Come già avviene per il servizio di taxi Uber, anche questa azienda opera sfruttando persone cosiddette indipendenti. Per salari da fame e lavoro su chiamata, esse non hanno diritto alcuno alle assicurazioni sociali (previdenza di vecchiaia, assicurazione contro la disoccupazione) né al rimborso dei costi per l’uso di mezzi di trasporto e simili. Non sono nemmeno assicurati contro gli infortuni, anche se spostandosi in bicicletta o con lo scooter non sono al riparo da incidenti. Fairlog chiede a McDonald’s di impiegare direttamente propri corrieri, da subordinare al contratto nazionale mantello della ristorazione. Il CCNL garantisce rapporti d’impiego regolari con salari minimi, tempi di lavoro definiti e cinque settimane di vacanza. A Ginevra, Unia ha sollecitato il Dipartimento cantonale dell’impiego e della salute a effettuare controlli sul rispetto del contratto normale di lavoro da parte di Uber Eats per quanto concerne la retribuzione minima, le assicurazioni sociali, la durata del lavoro ecc.
Commenti
Beatrice C. 19/12/2018 10:49:50
Was für eine Schweinerei.....leider kann man das nicht anders sagen!!