Il SEV vuole riorientare le sue modalità di comunicazione coinvolgendo i propri membri
Comunicazione verso il futuro tra giornale e internet
Entro il congresso della prossima primavera, il SEV vuole reimpostare la propria comunicazione, adeguandola alle esigenze future ed ha chiesto la collaborazione della scuola superiore delle scienze applicate di Zurigo. L’analisi svolta da questo istituto conferma la validità di buona parte di quanto fa il SEV, che però dovrebbe migliorare l’impiego delle nuove tecnologie per rafforzare il dialogo con i propri membri e per assumere un ruolo più marcato sulla scena politica.
La rivoluzione digitale non risparmia le imprese di trasporto, né i sindacati, in particolare per le modalità di comunicazione. Quasi tutti dispongono ormai di uno smartphone o di un tablet, anche tra le generazioni più anziane. La diffusione delle informazioni avviene pertanto tramite nuovi canali, che oltre alla maggior velocità (spesso accompagnata da una certa superficialità), ha anche trasformato la comunicazione da mono a bidirezionale. Per esempio: se i media classici, come giornali, televisione o radio sono ancora chiaramente impostati su di una comunicazione monodirezionale da un emittente verso gli utenti e non prevedono un ritorno, SMS, e-mail, internet e i nuovi social media permettono una comunicazione nei due sensi.
Il SEV cerca la ricetta giusta
Per il SEV, la comunicazione con i propri membri, le aziende e l’opinione pubblica è di fondamentale importanza. Non ha tuttavia la stessa necessità di tecnologia di punta di un gruppo mediatico, ma non può nemmeno permettersi di trascurare l’evoluzione in atto. Per questo, la divisione comunicazione sta da tempo riflettendo ad un proprio riorientamento, con l’obiettivo di presentare le novità al congresso SEV del 2017. Vi ha poi fatto seguito la decisione del comitato SEV di costituire un gruppo di lavoro incaricato di individuare possibilità di risparmio in tutte la attività centrali del SEV, dalla quale è conseguito un incarico di risparmio sulla comunicazione che, dal punto di vista temporale, è andato a sovrapporsi allo sviluppo della nuova concezione di comunicazione.
Sostegno di specialisti
Il SEV ha quindi deciso di rivolgersi ad un consulente esterno, cercato tra specialisti con esperienza nella comunicazione di organizzazioni simili, per definire le possibilità di ottenere un risultato ottimale con il minor dispendio possibile di risorse. La scelta è così caduta sulla scuola superiore di scienze applicate di Zurigo ZHAW, rispettivamente al suo istituto per le scienze mediatiche applicate IAM e sul prof. dr. Peter Stücheli-Herlach, che dirige il settore di ricerca sulla comunicazione delle organizzazioni e dell’opinione pubblica. In precedenza, era stato redattore regionale e per la formazione presso la NZZ e nel frattempo si è specializzato sulla strategia comunicativa, in particolare di organizzazioni numerose. Negli ultimi mesi, Stücheli-Herlach ha analizzato il SEV come organizzazione e le sue modalità di comunicazione, elaborando un rapporto che è stato sottoposto al comitato SEV.
Le conclusioni principali
Secondo Peter Stücheli-Herlach è fondamentale che i mezzi di comunicazione rispecchino le strategie dell’organizzazione. Ha presentato visivamente la questione, paragonando l’attività del sindacato a quella di una squadra di calcio: davanti alla propria porta, deve difendere gli interessi dei lavoratori nei confronti dei datori di lavoro. In attacco, deve invece portare avanti le rivendicazioni principali di lavoratrici e lavoratori sul piano politico e a centro campo deve assicurare i collegamenti tra i due reparti, relazionandosi anche con possibili partners.
I tre reparti devono così disporre dei mezzi di comunicazione adatti a svolgere il proprio ruolo.
Usare al meglio i mezzi giusti
L’analisi di Stücheli-Herlach si è soffermata sull’impiego dei media attuali e sul loro design. Dal punto di vista dell’impiego, il rapporto valuta se i media attualmente disponibili sono impostati e vengono utilizzati al meglio per raggiungere i rispettivi scopi.
Per il design, ha analizzato se i media attuali si presentano in modo ideale ed adeguato, constatando come, in linea generale, i media del SEV offrano contenuti ricchi, ma dalla presentazione non sufficientemente variata e discorsiva.
Stücheli ha però anche tenuto a ricordare come il sondaggio presso i membri abbia confermato un grande interesse per il giornale contatto.sev del quale bisognerà tener conto anche in futuro.
Per contro, strumenti come i documenti programmatici o il rapporto sociale non vengono impiegati in modo commisurato alla loro importanza strategica e all’impegno profuso dal SEV per la loro elaborazione, come pure per l’elaborazione del giornale.
Mettere le persone al centro della comunicazione
Secondo Stücheli-Herlach, il giornale del SEV non coinvolge con la necessaria continuità le persone che permettono ad un sindacato di funzionare: membri della base, donne, militanti, dirigenti, alleati politici e rappresentanti degli altri sindacati. Viene dato invece eccessivo spazio a comunicazioni interne, quali per esempio i rapporti di sottofederazioni e sezioni che, in particolare nell’edizione tedesca, richiedono un posto eccessivo.
Hanno raccolto una valutazione positiva i lanci dei vari articoli sulla prima pagina, che sottolineano adeguatamente le attività del sindacato sul piano politico e nei confronti dei suoi membri.
Stücheli-Herlach ha infine svolto un’analisi dei punti deboli e di quelli forti del SEV. Tra i secondi, ha segnalato l’influenza del SEV nell’ambiente politico e dei trasporti, il vasto sostegno della base e la volontà di affrontare l’evoluzione digitale.
Tra i punti deboli, ha invece citato la relativa inefficienza dei media, dai quali il SEV non riesce a trarre un beneficio commisurato all’impegno investito. In questo modo, il SEV trascura anche una possibilità di assumere una posizione più chiara e profilata quale organizzazione di membri attivi.
Stücheli ha infine criticato il fatto che il SEV abbia sin qui utilizzato in misura insufficiente le nuove tecnologie per instaurare un dialogo con i propri membri tramite i media elettronici.
Favorire lo scambio digitale di idee
L’evoluzione dei media e della comunicazione politica sta assumendo i contorni di un vero e proprio cambiamento di paradigma, ossia di un cambiamento tanto radicale da non poter essere ignorato, ma del quale si deve tener conto per plasmarlo ed utilizzarlo a proprio favore.
In concreto, nel suo rapporto, Stücheli raccomanda al SEV di ampliare il dialogo con i propri membri tramite i media digitali, in modo da poter meglio concentrare l’uso dei media stampati sugli aspetti più importanti. In genere, poi, il SEV dovrebbe sviluppare e raccontare storie inedite, illustrando aspetti della vita attiva del sindacato, della sua quotidianità, che mettano in risalto anche aspetti della vita professionale di tutti i giorni delle e dei membri, di esponenti politici e di dirigenti sindacali.
La collaborazione dei membri
Peter Stücheli-Herlach consiglia al SEV di sviluppare nuove forme e sistemi di comunicazione coinvolgendo i membri della base in un processo partecipativo che sia nel contempo anche creativo, progressivo e che lasci anche spazio a esperimenti. È quanto dovrebbe avvenire nel prossimo futuro (vedi appello).
Dopo questo scambio di idee a tutti i livelli del SEV, si tratterà di definire le strategie di comunicazione da sottoporre al comitato SEV e poi di passare al lavoro pratico: adeguare giornale, sito internet e gli altri mezzi di comunicazione alle nuove strategie, rispettando evidentemente anche i limiti finanziari imposti.
Peter Moor
Quattro domande all’esperto di comunicazione Peter Stücheli
contatto.sev: prima di ricevere questo incarico, lei non conosceva il SEV. Cosa l’ha colpito?
Peter Stücheli-Herlach: In primo luogo l’affascinante varietà dei temi e della base di membri di questa organizzazione. In secondo luogo, la solidità dell’offerta mediatica. Analizzandola più da vicino, si constata però che la comunicazione ai membri e quella politica puntano molto sulla carta stampata e sul lavoro di routine. Non sono considerazioni necessariamente negative, ma al giorno d’oggi, questo non é più sufficiente.
La sua analisi dei media SEV ne dà un apprezzamento modesto. Qual é il livello in paragone ad altre organizzazioni?
La situazione è abbastanza tipica per questo genere di organizzazioni e può essere spiegata con la loro storia, gli scopi e la forma organizzativa. La varietà dei temi portati avanti dai sindacati, nonché l’attualità delle rivendicazioni che perseguono dovrebbero però poter essere messe in maggior risalto.
Quali aspetti forti del SEV come organizzazione, rispettivamente della sua informazione, dovrebbero essere promossi maggiormente?
La varietà dei temi impone che vengano valutati, discussi e affrontati in modo strutturato da una organizzazione semiprofessionistica, i cui membri dimostrino impegno, saggezza e capacità di relazionarsi. Virtù che potrebbero essere messe maggiormente in valore, dando maggior spazio ai membri e permettendo loro di portare avanti le loro idee in modo più rapido e diretto. Il sindacato dispone di molti agganci e dovrebbe quindi essere possibile coinvolgere maggiormente esperti, alleati, ma anche persone in grado di apportare critiche costruttive. Nel complesso, questa forma di cultura comune costituisce una risorsa importante che può essere sfruttata ancora meglio grazie al ricorso ai media digitali e mobili.
Ormai è evidente che la comunicazione del futuro sarà sempre più digitale. Come vede lei in futuro la suddivisione tra carta stampata e mezzi di comunicazione digitali?
Rimarranno necessari entrambi. Dal profilo tecnico, logistico, funzionale e simbolico, ogni media ha i propri punti di forza e le proprie debolezze, in base ai quali devono essere sapientemente impiegati. Dobbiamo però essere consapevoli che, nel complesso, la comunicazione diventa sempre più rapida, diretta e aperta al dialogo. Nella vita politica e in quella professionale dei suoi membri vi sono sempre più spesso momenti in cui sarebbe necessario, o almeno auspicabile, comunicare. Sono questi momenti che il SEV non deve mancare, altrimenti saranno altri ad utilizzarli.