La Tavola Rotonda sulle Officine di Bellinzona continua
Appuntamento in dicembre
Le FFS si dicono convinte delle buone prospettive delle Officine FFS. Esse stanno però anche attraversando una delicata fase di assestamento e sono alla ricerca di un nuovo direttore.
Quella del 27 maggio avrebbe dovuto essere l’ultima tavola rotonda sulle Officine di Bellinzona. Questo, almeno, era il tenore della convocazione inviata da Franz Steinegger, il mediatore incaricato a suo tempo dal Consigliere federale Moritz Leuenberger. Il fronte dei rappresentanti del personale, composto da commissione del personale e sindacati, aveva però insistito sulla necessità di continuare con questa formula, che ha indubbiamente permesso di compiere passi nella buona direzione, ottenendo anche l’appoggio del Consiglio di Stato e della deputazione ticinese alle Camere federali.
Valutazioni discordanti
Sin dall’inizio della riunione era quindi palpabile una certa tensione, derivante anche da una diversa valutazione dell’attuale situazione delle Officine. Il primo punto all’ordine del giorno ha comunque permesso di accertare che il piano di ottimizzazione varato nel 2008 ha, per stessa ammissione delle FFS, raggiunto gran parte degli obiettivi e ai due punti successivi, i signori Brandt e Bianchi hanno ribadito la funzione delle Officine nei piani a medio e lungo termine della manutenzione del materiale rotabile FFS. Una ditta specializzata è inoltre già stata incaricata di cercare un nuovo direttore in sostituzione di Sergio Pedrazzini.
Consolidare la collaborazione
Le quasi sei ore di dibattito, e la sua conclusione non hanno sciolto un’incomprensione di fondo: le critiche e i problemi, invece di ricevere risposte puntuali, vengono percepiti come dubbi sulle intenzioni delle FFS e chi si permette di sollevarli viene accusato di «danneggiare la piazza economica ticinese in generale e le Officine in particolare», oltre che di disorientare collaboratrici e collaboratori. Come se i problemi fossero causati dal parlarne e il personale non fosse piuttosto disorientato dal velo con il quale la direzione continua a coprirli.
Il personale, che dimostra una memoria molto più lunga della direzione (anche perché non ha nel frattempo cambiato posto di lavoro) si ricorda come negli anni 2000 le FFS abbiano spesso ribadito l’importanza delle Officine, per poi comunque decidere, nella primavera 2008, di chiuderle.
Acqua passata, ma la migliore premessa per scongiurare la ripetizione di questi scenari consiste nell’affrontare i problemi che il personale continua a sollevare con spirito costruttivo, pronto a dare il proprio contributo per risolverli. A danneggiare la piazza economica ticinese ci pensano altri.
Pietro Gianolli
Tutto bene?
Il quadro molto positivo dipinto dalle FFS non ha però sciolto tutti i dubbi che i rappresentanti del personale non si stancano di ribadire: nonostante tutto, le Officine non riescono a raggiungere una stabilità a livello dirigenziale, per motivi che sono da mettere in relazione con le competenze di cui si dispone in Ticino e che hanno conseguenze negative sulla struttura organizzativa e sui processi. Temi esposti una volta ancora in tavola rotonda e che hanno convinto anche il mediatore e i suoi esperti della necessità di continuare nel loro operato.
Tavola Rotonda continua …
Per questo, dopo un intenso dibattito, anche le FFS hanno accettato la proposta dell’avvocato Steinegger di proseguire con la Tavola Rotonda sino a fine anno, elaborando nel frattempo una base operativa per una piattaforma informativa e di soluzione di conflitti suscettibile di sostituirla. Lo stesso Steinegger si è dichiarato disponibile a moderare questa piattaforma.
Infine, Franz Steinegger ha messo a disposizione i suoi esperti per chiarire e spiegare l’attuale situazione finanziaria delle Officine, in collaborazione con le due parti.
Una prossima riunione per verificare i progressi in questa direzione è stata messa in agenda per il 16 dicembre.
Pietro Gianolli