Sondaggio del SEV presso il personale delle locomotive P-OP
Il morale è sotto le scarpe!
Incredibile. Il venticinque per cento (25%) dei macchinisti della Divisione Viaggiatori FFS è soddisfatto del lavoro e – tenetevi forte – solo il diciassette per cento (17%) giudica sufficiente il lavoro del responsabile della ripartizione dei turni di servizio. Dottor A. Meyer, è grave!
Tutto ha avuto inizio a Delémont. Il segretario sindacale del SEV Jean-Pierre Etique partecipa a un’assemblea della sezione LPV del Giura. I macchinisti gli comunicano la loro profonda insoddisfazione professionale, per non parlare delle frustrazioni e della rabbia. A dire il vero Jean-Pierre Etique sente la stessa musica in tutte le sezioni LPV. Le stesse lamentele, le stesse preoccupazioni: «Lavoriamo confrontati con una mancanza di effettivi, non siamo ascoltati dalla nostra gerarchia». Nella capitale giurassiana il segretario sindacale lancia spontaneamente un’idea: perché non quantificare il grado di questa insoddisfazione attraverso un questionario? Detto fatto. Il segretariato SEV di Losanna si è subito messo all’opera preparando un sondaggio, incassando il pieno appoggio dalla sottofederazione LPV. Pensa persino che sarebbe buona cosa estendere il questionario a tutte le sezioni dei macchinisti della Svizzera.
Soddisfazione del personale delle FFS: un calo molto preoccupante
I risultati dell’inchiesta 2010 sulla soddisfazione del personale delle FFS – come sempre commissionata dall’azienda stessa – sono stati comunicati lo scorso 25 novembre. Rispetto all’inchiesta del 2006, il grado di soddisfazione è sceso da 64 a 58 punti, mentre la fiducia nella direzione del Gruppo è scesa da 51 a 43 punti. Il SEV non è sorpreso da questo calo, ma è preoccupato per la dimensione. Il bisogno di agire è evidente: occorre un miglior riconoscimento rispetto al personale e un freno alle riorganizzazioni.
Da anni, del resto, il SEV non smette di sottolineare la cultura della riorganizzazione che regna in seno alle FFS. Pur mostrando comprensione per lo sviluppo dell’azienda, il SEV fatica a capire come mai le FFS non si rendano conto che dopo una riorganizzazione è assolutamente necessaria una fase di consolidamento. Ciò che appare in primo piano, è una mancanza di riconoscimento del personale da parte delle FFS.
«Più la direzione parla di riconoscimento e di riconoscenza, più queste parole appaiono svuotate di senso» constata il presidente del SEV Giorgio Tuti. Il personale avverte le lacune: incomprensione quando si parla si carico di lavoro e svalutazione quando si parla di sistema salariale.
«L’inchiesta sulla soddisfazione del personale mostra chiaramente che è necessario correggere il tiro» sottolinea Giorgio Tuti. Se la direzione delle FFS vuole riconquistare la fiducia del proprio personale, deve mostrare attraverso i fatti che lo considera realmente come un valore umano, inteso come risorse umane! E non come un semplice fattore di costo nella valutazione della redditività dell’azienda. Il SEV insiste su un aspetto di cui le FFS devono essere coscienti: malgrado l’insoddisfazione verso la direzione dell’azienda e dei diversi settori, il personale svolge giorno dopo giorno un lavoro notevole nell’intento di fare funzionare il sistema ferroviario migliore al mondo e di conservarne efficienza e qualità. E tutto questo non si fa da solo. E, in particolare non può essere assicurato con un grado di soddisfazione così basso e a tutti i livelli.
SEV
Sui 1930 questionari distribuiti ai macchinisti della Divisione Viaggiatori, 890 sono stati compilati e rispediti al segretariato di Losanna. Lo spoglio è stato svolto grazie anche alla collaborazione di Conny Chenaux. Che cosa è emerso dalle risposte? Sono essenzialmente due i risultati che illustrano bene la situazione, ovvero l’ampiezza del grado di insoddisfazione e di malessere: appena 25% dei macchinisti della Divisione Viaggiatori è soddisfatto del lavoro e solo il 17% giudica soddisfacente il lavoro del responsabile della ripartizione dei turni di servizio. Ai macchinisti sono state poste 20 domande. E analizzando le risposte si delineano delle pesanti tendenze; dal sondaggio scaturisce che solo il 35% degli interpellati ritiene che i propri desiderata vengono presi in considerazione al momento dell’allestimento dei turni di servizio. L’apice del disagio viene espresso alla domanda numero 14: «Hai avvertito un degrado delle condizioni di lavoro in questi ultimi due anni?» L’83% dei macchinisti ha risposto in modo affermativo. No comment!
AC/frg