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Politica dei trasporti

Traffico a carri completi isolati: ampliare anziché smantellare

Il sindacato del personale dei trasporti SEV respinge la variante 2 sul futuro del traffico a carri completi isolati, posta in consultazione dal Consiglio federale. La rinuncia a indennizzare questo traffico ne comporterebbe l’abbandono a medio termine. Ne conseguirebbe il trasferimento dei trasporti dalla ferrovia alla strada, l’aumento di emissioni nocive per la salute e per l’ambiente, delle colonne sulle nostre strade e la soppressione di numerosi posti di lavoro presso FFS Cargo. Il SEV sostiene la variante 1 che, oltre a indennizzi da parte della Confederazione, con-templa provvidenti in favore del trasporto merci su ferrovia e sul Reno. Il SEV chiede inoltre la definizione di un obiettivo misurabile di trasferimento dalla strada alla ferrovia.

Il SEV chiede la definizione di un obiettivo misurabile di trasferimento dalla strada alla ferrovia anche nel traffico merci interno, di esportazione e importazione. © FFS Cargo

«Senza indennizzi, il sistema di trasporto a carri completi isolati (TCCI) vedrà un ulteriore calo di utenti, del numero dei punti di carico nonché della propria utilità per la clientela, senza per questo riuscire a ridurre in egual misura i propri costi di produzione», spiega Philipp Hadorn, segretario sindacale che segue FFS Cargo. «Per questo, la variante 2 porterà a medio termine all’abbandono del TCCI, come precisa anche il rapporto esplicativo del Consiglio federale».

Il rapporto precisa anche che l’abbandono del TCCI comporterebbe il trasferimento alla strada del 70 – 75 percento dei suoi trasporti e la diminuzione del 15 percento della quota dei trasporti interni su ferrovia. In Svizzera, assisteremmo quindi a circa 650'000 ulteriori trasporti su autocarro, mentre il personale di FFS Cargo verrebbe ridotto di circa il 65 percento, dalle attuali 2350 a 820 unità a tempo pieno.

Indennizzi utili e necessari

La variante 1 prevede invece un sostegno finanziario da parte della Confederazione agli «offerenti del TCCI», quindi, in particolare, a FFS Cargo per poter mantenere questo trasporto quale servizio pubblico. Ciò permetterà anche ai clienti con volumi di trasporto ridotti e situati in regioni periferiche di continuare a far capo alla ferrovia. La variante prevede inoltre misure per promuovere, tramite bonus, il carico su rotaia e contributi per equipaggiare i vagoni dell’accoppiamento automatico digitale nonché per mezzi di trasbordo e per la navigazione sul Reno.

«Gli argomenti a favore del sostegno statale al TCCI sono numerosi: maggior protezione dell’ambiente e del clima, consumo energetico per tonnellata/chilometro su ferrovia inferiore di sei volte rispetto all’autocarro, minor utilizzazione del territorio, sgravio della rete stradale, minor rischio di incidenti, miglioramento dell’accesso al trasporto ferroviario anche per piccoli clienti, contributo alla ridondanza e alla resilienza della catena logistica e, quindi, alla sicurezza di approvvigionamento e altri ancora», aggiunge Philipp Hadorn.

Il SEV chiede un obiettivo di trasferimento ambizioso

«È ormai evidente per tutti che le misure di promozione adottate nel 2016 con la revisione totale della legge sul trasporto di merci non sono sufficienti», spiega Matthias Hartwich, presidente del SEV. «La variante 1 di questo progetto costituisce un’autentica opportunità per disporre di un trasporto merci sostenibile e valido per il nostro futuro. Quel che manca ancora è un obiettivo concreto, misurabile e ambizioso, che permetta di verificare in modo chiaro l’efficacia dei provvedimenti adottati».

Il SEV chiede pertanto di riprendere nella legge sul trasporto di merci il seguente obiettivo: entro il 2050, la quota del trasporto su ferrovia nel traffico merci interno, di esportazione e importazione viene raddoppiata. Oggi, questa quota delle prestazioni di trasporto espresse in tonnellate/chilometro (escluse navigazione sul Reno, Pipelines e trasporto aereo) ammonta al 20 percento per la ferrovia e all’80 percento su strada. Raddoppiarla significa quindi che entro il 2050 la quota ferroviaria deve passare a circa il 40 percento, mentre quella su strada deve scendere al 60 percento.  

 

La risposta del SEV alla consultazione è disponibile al seguente link (in tedesco e francese):

https://sev-online.ch/de/downloads/pdf_de/2023/vernehmlassungsantwort-des-sev-zur-zukunft-des-gueterverkehrs.pdf