Per ottenerlo occorrono condizioni ben precise

Risarcimento per le conseguenze morali di un’aggressione

Avere ragione non basta; bisogna anche ottenerla. Questa massima ha trovato nuova applicazione per un collega, per il quale l'assistenza giuridica SEV è intervenuta per fargli avere quanto gli spettava.

Un accompagnatore treno è stato aggredito da un viaggiatore mentre stava controllando i biglietti. Ha ricevuto un pugno in faccia ed è stato sbattuto a terra, riportando ferite al volto e alla vertebre cervicali che lo hanno reso inabile al lavoro per alcune settimane. Il datore di lavoro ha fatto il necessario per denunciare il fatto e l’aggressore è in seguito stato condannato. All’agente treno è stato promesso un indennizzo. Per ottenerlo, l’assistenza giuridica del SEV ha però dovuto rivolgersi all’aiuto alle vittime, dato che l’aggressore era nullatenente.

Dal 2008, le vie di fatto nei confronti del personale dei trasporti pubblici viene considerato un delitto perseguibile d’ufficio. In altre parole, fanno parte di quei delitti considerati tanto gravi da indurre le autorità a investigare immediatamente dopo esserne giunti a conoscenza.

I delitti perseguibili su denuncia vengono invece perseguiti solo se è la vittima stessa a presentare una denuncia penale. Nel nostro caso, questa prassi significa che spetta al datore di lavoro dare il via al procedimento, segnalando le aggressioni. Ciò comporta anche una maggior tutela dei diretti interessati, dei quali viene raccolto e riportato agli atti solo l’indirizzo sul posto di lavoro, invece di quello privato. Gli interessati dovranno tuttavia sottoporsi ad eventuali interrogatori dal parte della polizia. Il procedimento può durare abbastanza a lungo. La durezza della condanna dipende, oltre che dal tipo di aggressione, anche da numerosi altri fattori, quali per esempio i precedenti dell’aggressore. In questa fase, colleghe e colleghi possono in ogni modo contare sul sostegno del SEV e dei suoi avvocati di fiducia, nonché sulle organizzazioni di aiuto alle vittime, che possono fornire consulenze.

Spese di cura a carico della SUVA

Normalmente, le spese di cura vengono assunte dalla Suva o dalla cassa malati. L’aiuto alle vittime può però intervenire anche in questo campo, come pure per la copertura di spese per un legale. La situazione cambia invece se il tribunale riconosce un indennizzo per i disagi che la vittima ha dovuto subire a livello psichico. Il diritto ad un simile indennizzo sussiste solo nei casi in cui la vittima ha subito conseguenze molto gravi o in presenza di circostanze particolari. Esso deve essere in linea di principio pagato dal colpevole. Se non è in grado di farlo, a causa di debiti precedenti o poiché nullatenente, l’avente diritto può rivolgersi all’aiuto alle vittime per chiedere che assuma il risarcimento.

L’aiuto alle vittime offre sostegno alle vittime di delitti in Svizzera, avvenuti sul lavoro o nella vita privata ed è anche a disposizione dei parenti. Le sue prestazioni vanno dalla consulenza, l’aiuto e il sostegno finanziario, nonché un’assistenza adeguata dal punto di vista medico, psicologico sociale, materiale e giuridico. Questo aiuto è prestato dai cantoni. Il sito internet www.aiuto-alle-vittime.ch dà diverse indicazioni sulla procedura da seguire. Il suo scopo è prevenire che le vittime di delitti vengano ulteriormente traumatizzate dalle conseguenze del delitto e dalle procedure legali che vi fanno seguito.

Il team di assistenza giuridica e gli avvocati del SEV collaborano in caso di necessità anche con l’aiuto alle vittime. Nel caso del nostro collega accompagnatore treno, è così stato possibile ottenere il versamento del risarcimento.

Team assistenza giuridica SEV