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In futuro, i tagli potrebbero colpire anche i trasporti

(c) Facebook/Sindacato VPOD Ticino

Lo scorso giovedì 29 febbraio in Ticino c’è stata quella che è stata definita la più grande mobilitazione dei dipendenti pubblici, una giornata di mobilitazione e di sciopero culminata in una manifestazione di protesta a Bellinzona, che ha visto scendere in piazza oltre 5000 persone.

Quella di giovedì scorso è stata la terza manifestazione in pochi mesi organizzata dai sindacati Vpod Ticino, Ocst e Sit (e sostenute anche dal SEV) per protestare contro i tagli previsti nel Preventivo 2024 dello Stato. Tagli che non vanno a toccare solo chi direttamente lavora per il Cantone, ma anche chi beneficia di tutti quei servizi sui quali Governo e Parlamento vogliono tagliare, tra questi il settore sociosanitario e quello socioeducativo. Tagli che in realtà non sono iniziati con il Preventivo 2024, ma che da almeno dieci anni stanno erodendo il servizio pubblico, con conseguenze sempre più gravi.

Per quest’anno il settore dei trasporti pubblici non è stato toccato dalla scure, ma per il 2025 potrebbe non essere più così. Abbiamo discusso con Angelo Stroppini, segretario sindacale del SEV e coordinatore del segretariato di Bellinzona, sulle possibili ripercussioni di questi tagli sul settore dei trasporti.

Angelo, in Ticino le trattative salariali dello scorso autunno sono state influenzate dall’attuale contesto?

È innegabile che l’attuale contesto influenzi pure il settore dei trasporti pubblici. Per ciò che concerne le trattative salariali dello scorso autunno, siamo riusciti ad evitare che le aziende adottassero le stesse misure salariali previste per i dipendenti del Cantone.

In generale, le Direzioni delle diverse aziende hanno mostrato comprensione per la perdita del potere d’acquisto dei dipendenti e hanno contribuito in parte ad alleviarle. Le trattative in questo senso sono state costruttive. Laddove stiamo negoziando dei rinnovi contrattuali, constatiamo una pressione piuttosto forte soprattutto in ciò che concerne tematiche legate al tempo di lavoro.

Da parte nostra le rivendicazioni sono orientate al miglioramento dei parametri di legge (LDL e OLDL), mentre da parte dei datori di lavoro piuttosto di determinare regole nel rispetto dei minimi di legge sfruttando al massimo le deroghe che la stessa prevede, seppur in accordo con i rappresentanti del personale. Trovare un equilibrio tra risparmio e protezione della salute di lavoratrici e lavoratori è un esercizio sempre più ostico.

Le misure di risparmio a livello cantonale probabilmente continueranno pure nei prossimi anni, come si sta preparando il SEV?

Gli orari del trasporto pubblico ticinese per il 2024 erano stati pubblicati da tempo e ciò ha permesso di garantire l’ampliamento dell’offerta, già in corso da anni. In quest’ottica, le aziende hanno assunto personale per far fronte alla maggiore domanda.

Per il futuro però si delineano alcune preoccupazioni. L’eventuale taglio di prestazioni potrebbe di fatto avere delle conseguenze sul personale. Per questo, l’autunno scorso nel corso del raduno ticinese VPT tenutosi a Bellinzona, il SEV ha invitato il Direttore del Dipartimento del Territorio, l’onorevole Claudio Zali. Nella sua relazione, Il Consigliere di Stato non ha nascosto preoccupazioni per i prossimi anni.

Da parte nostra abbiamo chiarito quelle che sono le nostre rivendicazioni all’attenzione di Zali:

  • non accetteremo alcuna diminuzione salariale;
  • nessun licenziamento a seguito di diminuzioni di prestazioni;
  • il mantenimento di CCL di qualità.

Le nostre sollecitazioni sono state raccolte da Zali con il quale i rapporti sono sempre stati schietti e collaborativi. In generale manteniamo dunque alta la guardia tematizzando questi temi nelle varie assemblee e appuntamenti sindacali.

Eppure anche in Ticino il trasporto pubblico sta riscuotendo un ottino successo. Perché cambiare qualcosa?

Sarebbe di fatto un nonsenso politico. La mobilità pubblica in Ticino dal 2022 al 2023 è aumentata del 17%. Più passeggeri significano più introiti, anche se il trasporto pubblico non si finanzia da sè e necessita quindi di sovvenzioni.

Il trasporto pubblico sta cavalcando dunque un’onda di successo che non può essere bloccata. Ha pertanto fatto benissimo il Consigliere di Stato Zali a rinnovare il credito quadro al parlamento per il prossimo quadriennio di 450 milioni di franchi.

Ed è qui che sta il problema, proprio perché nel preventivo cantonale i contributi del trasporto pubblico dovrebbero diminuire. Si cercherà pertanto di spendere i soldi dove ci sarà la necessità, con puntuali interventi di ottimizzazione. E se è lapalissiana l’esternazione dell’onorevole Zali al nostro Raduno: «I treni e i bus o sono troppo pieni o troppo vuoti», è facile immaginare che qualche taglio di prestazioni non possa essere escluso.

Compito del SEV sarà pertanto fare in modo che le conseguenze di eventuali tagli non ricadano sul personale.

Veronica Galster