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battaglia sul potere d’acquisto

Prezzi alle stelle

Dopo oltre un decennio, l’inflazione e l’aumento dei prezzi sono tornati. Il problema è semplice. Se il salario in franchi rimane invariato, ma molti beni e servizi diventano più costosi, così i dipendenti e i pensionati hanno meno soldi per vivere. Ciò significa che il loro potere d’acquisto diminuisce. Questo si chiama inflazione. E sta colpendo di nuovo con forza.

Dopo un aumento del 2,4 % a marzo, l’indice ufficiale dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato del 3,4 % a luglio rispetto all’anno precedente e rimane a un livello elevato. Senza contromisure, i sindacati calcolano che i salariati con redditi medi potrebbero perdere 3500 franchi all’anno di potere d’acquisto reale a causa dell’aumento dei prezzi e dei premi dell’assicurazione malattia.

Naturalmente, non tutto è più costoso. Ma ad aumentare sono soprattutto i prezzi di beni e servizi che gravano in modo particolare sui bilanci delle famiglie a basso e medio reddito: carburanti, elettricità e generi alimentari. Se a questo si aggiunge l’aumento degli affitti e la stangata prevista per i premi di cassa malati – l’USS parla di aumenti fino al 10 % – si ottiene un mix tossico.

Di norma, la compensazione del rincaro funziona per le rendite AVS. Tuttavia, nel 2023, per la prima volta, i pensionati nella fascia media, dovrebbero subire perdite reali della loro pensione di circa 1000 franchi. Da un lato, ciò è dovuto al fatto che le casse pensioni non aumentano le rendite per compensare l’inflazione. In secondo luogo, perché l’«indice misto AVS», sulla base del quale vengono aumentate le pensioni, si basa per metà sull’andamento dei salari.

Per l’USS sono necessarie diverse misure per preservare il potere d’acquisto di pensionati e dipendenti. Chiede perciò un aumento dei salari, che varierebbe a seconda del settore, ma che ammonterebbe in media al 5%. Oltre a questi urgenti aumenti salariali, nella sessione autunnale del Parlamento dovranno essere adottate le misure richieste dall’USS: ossia l’aumento delle riduzioni dei premi e la compensazione rapida del rincaro delle rendite AVS. «Se i datori di lavoro non aumenteranno i salari – ha avvertito il presidente dell’USS Pierre-Yves Maillard dalle colonne della SonntagsZeitung – ci saranno disordini sociali e politici». Occorrono insomma soluzioni concrete senza più tergiversare.

Il padronato intanto prende tempo e mostra cautela. Se generalmente si riconosce la necessità di preservare il potere d’acquisto, c’è chi mette le mani avanti dichiarando che non sarà possibile la compensazione integrale del rincaro. L’autunno si preannuncia dunque particolarmente difficile.

Yves Sancey
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