ITC
Dopo un’estate calda un autunno rovente
La seconda parte del 2020 sarà piena di impegni per il Sindacato del personale dei trasporti SEV. Affrontiamo i punti cruciali riguardanti le ITC con Christian Fankhauser, vicepresidente responsabile delle ITC.
La crisi sanitaria, ancora una volta, influenzerà le trattative di questo autunno. «Nella stragrande maggioranza delle aziende, avremo cicli di negoziati. Naturalmente terremo conto delle loro realtà economiche», dice Christian Fankhauser, vice presidente SEV, per contestualizzare la situazione.
Ciò non significa che il SEV non sarà impegnato nei confronti dei dipendenti, al contrario: «La nostra linea è sempre la stessa: i dipendenti non devono pagare per la crisi. Concretamente, ora ci atteniamo agli aumenti salariali previsti dai sistemi salariali che abbiamo negoziato nelle aziende. Insistiamo anche sulla necessità di riconoscere l’impegno del personale in questo anno eccezionale, ad esempio con un bonus», continua Christian Fankhauser.
Una delle priorità: il tempo di lavoro
Un’altra questione importante per i membri SEV è il conteggio delle ore di lavoro durante la crisi sanitaria. «La nostra posizione non è cambiata. Le aziende devono discutere con noi se vogliono soluzioni specifiche. Abbiamo chiesto il congelamento dei conti orari a partire dal 15 marzo. Crediamo che le molte ore di lavoro straordinario effettuate da dipendenti flessibili e impegnati prima della crisi, non possano semplicemente sciogliersi come neve al sole. Alcuni dipendenti hanno accumulato molte ore nel corso di mesi o addirittura anni e hanno servito bene il loro datore di lavoro.
Per altri, durante la crisi, c’è stata una mancanza di lavoro. Non dovrebbero pagarne il prezzo», sottolinea con chiarezza Christian Fankhauser.
...e la protezione della salute
Fin dall’inizio della crisi sanitaria, la protezione della salute è stata al centro delle richieste del SEV. Del resto con grande successo, annota Christian Fankhauser: «Siamo stati in grado di formulare richieste chiare nelle aziende. Uno di questi riguardava gli autisti di autobus che per mesi non hanno venduto biglietti a bordo; condizione però resa nuovamente possibile dal 19 giugno. Per noi la vendita dei biglietti può avvenire solo se è garantita la tutela della salute. Questo include una paratia in plexiglas tra la cabina di guida e i clienti. Diverse aziende di trasporto in Svizzera hanno messo in atto queste protezioni con successo.
E alle aziende che credono che indossare una maschera sia sufficiente a proteggere il personale degli autobus «diciamo che non è una soluzione». Semplicemente perché un autista non può indossare la maschera per l’intero turno di servizio. È estremamente spiacevole a causa del caldo, ma può anche essere pericoloso se si indossano occhiali oppure occhiali da sole. Quando le lenti si appannano possono rendere difficile la guida. E per chi non capisce il problema, li invitiamo a mettere una maschera per diverse ore dietro un finestrino», insiste il vicepresidente del SEV.
Vivian Bologna
Dopo la lista della spesa, «la lista dei problemi»
Tra i progetti che la crisi sanitaria ha rallentato drasticamente, ci sono le azioni sul campo che il SEV aveva deciso di rafforzare nel 2020. Il sindacato e i segretariati regionali avevano pianificato numerose azioni di reclutamento in collaborazione con le sezioni. Purtroppo questi appuntamenti hanno dovuto essere rinviati. «Da giugno abbiamo rilanciato la macchina in modo leggero ma dinamico con presenze sul campo in compagnia di militanti. L’idea principale era di ringraziare i colleghi e le colleghe per il lavoro svolto durante la crisi. Abbiamo avuto un eccellente riscontro. In questo modo rafforziamo la nostra visibilità», sottolinea Christian Fankhauser.
In questa seconda parte dell’anno le azioni saranno ancora più numerose e coerenti. «Ogni regione opera in modo diverso. Alcuni colleghi organizzano azioni di hot-dog. In altre regioni optiamo per altre specialità», sorride Christian Fankhauser. «La cosa più importante - aggiunge il vicepresidente - è il dialogo, che durante queste azioni assume una vera e propria centralità. L’obiettivo è quello di incontrare i lavoratori e le lavoratrici. È un’opportunità per parlare con loro e spiegare i vantaggi di essere affiliato/a al SEV. Possiamo evidenziare la qualità dei nostri servizi, a partire da ottimi CCL che negoziamo o dalla protezione giuridica professionale. Spesso si torna da queste azioni sul campo con una lista di problemi da risolvere». E dopo? «Ce ne facciamo carico per cercare di risolverli con il nostro intervento. Questo - sottolinea - ci dà credibilità. Possiamo quindi comunicare i nostri successi e il nostro impegno. Ecco come possiamo convincere i non membri ad unirsi a noi»! E funziona. «Da giugno e dalle ultime fasi del deconfinamento, siamo riusciti a sindacalizzare persone in maggiore numero rispetto al periodo più acuto della crisi, quando c’è stata una netta riduzione dell’attività professionale», conclude Christian Fankhauser.