Tripartita al lavoro
Amianto alle OBE: unanime volontà di chiarezza
La salute del personale è e deve rimanere al centro dell’attenzione. La gestione della questione amianto alle Officine di Bellinzona sta entrando in una fase molto importante, soprattutto nell’ottica della futura presa a carico delle persone che sono state esposte all’amianto. Nel frattempo alla Commissione tripartita (rappresentanti delle maestranze, SUVA e FFS) si è aggiunta - su richiesta sindacale - la Lega polmonare ticinese che coordina un gruppo scientifico di alto profilo.
Nei mesi scorsi il gruppo di lavoro formato dalla SUVA, dalle FFS e dai rappresentanti del personale, si è riunito in più occasioni per elaborare un piano d’azione su come procedere per informare e prendere a carico tutte le persone che hanno lavorato nello stabilimento industriale di Bellinzona e tutte le persone che sono entrate in contatto direttamente o indirettamente (pensiamo in particolare ai familiari) con gli operai. L’obiettivo condiviso pienamente da tutte le parti interessate è garantire la massima trasparenza, assicurare un processo di presa a carico differenziato e scongiurare inutili allarmismi. Il contributo della Lega polmonare ticinese - presente alle discussioni con il presidente Dottor Bruno Naccini e la direttrice Alessandra Bianchini - è fondamentale dal profilo della consulenza, dell’assistenza e dell’accompagnamento in tutte le fasi del processo. La grande esperienza della Lega si misura anche nel ruolo di coordinatrice di un gruppo di lavoro scientifico che raggruppa una decina di esperti: oncologi, pneumologi, radiologi ed epidemiologi. Coinvolta come ente indipendente su esplicita richiesta dei sindacati, la presenza della Lega si è rivelata apprezzata da tutte le parti. Il ruolo del gruppo di lavoro scientifico sarà sostanzialmente quello di fare una sintesi sugli studi medici di ultima generazione, sulla base del quale stabilire in seguito i criteri oggettivi per la presa a carico dei casi annunciati.
A nome della comunità sindacale, Matteo Pronzini ha ricordato che, vista la situazione fluida, «ad oggi non è possibile indicare con certezza chi è stato a contatto con l’amianto e chi no. È importante perciò fare in modo che le maestranze che hanno avuto a che fare direttamente con materiale contenente amianto o hanno dei dubbi in proposito, possano farsi vive». Proprio a questo scopo la commissione tripartita sta lavorando sulla redazione di un appello pubblico che consentirà a chi si sente o si è sentito colpito, di farsi vivo. I dettagli del processo verranno comunicati durante una conferenza stampa congiunta.
In occasione di un’assemblea alle Officine prevista il 4 marzo, alle maestranze verrà illustrato quanto compiuto dalla Commissione tripartita, che da subito ha posto le basi per una collaborazione franca e aperta. Da quanto è stata costituita la Commissione tripartita sono una sessantina gli operai che hanno chiesto di essere inseriti nel programma di prevenzione della SUVA.
Françoise Gehring