L’anno appena iniziato è carico di incognite. Manuel Avallone spiega a Bellinzona i prossimi appuntamenti cruciali
2010: orizzonti di sfide e battaglie
Molto attivi e molto attenti. Presidenti di sezione e fiduciari pronti ad affrontare le sfide del 2010, che richiederanno risorse, energie e determinazione.
Il vicepresidente Manuel Avallone è stato molto chiaro nel corso dell’assemblea, giovedì 4 febbraio a Bellinzona, durante la quale si è parlato dei nuovi piani di ristrutturazione di Cargo, di cassa pensione,di Contratto collettivo di lavoro (CCL), della Divisione Infrastruttura – settore in cui c’è grande insicurezza – e di politica sindacale. L’elenco dei nodi da sciogliere potrebbe continuare, ma quelli citati bastano ampiamente per illustrare quanto la matassa sia aggrovigliata. A cominciare proprio da FFS Cargo. «La ristrutturazione di Cargo – spiega Manuel Avallone – solleva molti interrogativi. Come sindacato seguiamo naturalmente da vicino gli sviluppi, che per ora sembrano francamente ancora molto vaghi.» In effetti l’azienda ha proposto di scindere il traffico merci interno da quello internazionale, fornendo indicazioni poco chiare sulla messa in atto di tale progetto. L’unica cosa certa è la soppressione di impieghi. «Abbiamo di fronte a noi – sottolinea Avallone, uno dei responsabili della comunità di trattative – una situazione esplosiva che si innesta, peraltro, in un contesto di crisi economica, dove i segnali di contrazione dei posti di lavoro si susseguono quasi quotidianamente. In queste condizioni avviare delle trattative per rinnovare il CCL sarebbe non solo un errore, ma la premessa per potenziali conflitti. Il SEV ritiene che sia possibile convivere con l’attuale CCL e rimandare all’anno prossimo i punti critici, come il sistema salariale che le FFS vorrebbero rivedere. Noi siamo pronti quest’anno ad avviare la discussione su alcuni punti, a patto che non vi sia la disdetta del CCL.»
Cassa pensione
Diverse le richieste di chiarimento sulla cassa pensione delle FFS tema scottante che tocca direttamente i dipendenti e le dipendenti. Attualmente la cassa pensione delle FFS versa in gravi difficoltà e per il suo completo risanamento il SEV ha chiesto alla Confederazione un contributo di 3,4 miliardi. «La decisione – evidenzia Avallone – spetta però alle Camere federali, che dovranno esprimersi sul messaggio del Consiglio federale, in dirittura d’arrivo. Quello che noi possiamo fare, e che stiamo facendo assiduamente, è un lavoro di lobbing. Non solo a livello politico, ma anche a livello di opinione pubblica.» Su questo punto, e nell’imminenza della votazione del 7 marzo sulla riduzione del tasso di conversione della previdenza professionale (votare NO!), Pietro Gianolli ha precisato che la cassa pensioni delle FFS è stata comunque gestita in modo ragionevole e non secondo criteri di puro azzardo finanziario. Se a livello nazionale l’orizzonte è velato da tinte fosche, anche per la Svizzera italiana i punti di criticità non mancano, come illustrato da Angelo Stroppini: dalla sicurezza nei trasporti pubblici alla salute sul posto di lavoro, dalla politica contrattuale alla collaborazione transfrontaliera, dai processi di riorganizzazione in atto alla tutela dei posti di lavoro. A cominciare da quelli delle donne del Call Center di Lugano, che attendono di sapere dove saranno ricollocate, dopo che le FFS hanno deciso di centralizzare a Briga il servizio nazionale. Nel settore della vendita, del resto, c’è molta preoccupazione per la tendenza ad affidare parte del servizio alle biglietterie automatiche. Che significa, tradotto in buon italiano, minacciare posti di lavoro.
Politica sindacale
È stato inoltre avviato un dibattito molto importante sulla politica sindacale del SEV: troppo difensiva e troppo poco offensiva? Una questione di fondo sollevata da due fedelissimi fiduciari che meriterebbe sicuramente un confronto approfondito, dal momento che la politica sindacale e contrattuale costituiscono l’identità stessa di un sindacato, ne determinano la strategia e la forza di impatto. Ma senza un lavoro serio sulla struttura di milizia – altro tassello indispensabile per un sindacato – la forza è destinata a venire meno. Occorre dunque sviluppare e implementare la formazione per stringere il più possibile le maglie della rete sindacale. Infine un auspicio: rafforzare il legame tra base, fiduciari e segretari sindacali. Insieme, collaborando regolarmente, fianco a fianco, si possono muovere le montagne. O perlomeno provarci. Credendoci fino in fondo.
Françoise Gehring