I sindacati sostengono l’iniziativa popolare "Giù le mani dalle Officine"
Per il Sindacato del personale dei trasporti (SEV) e per il sindacato UNIA i posti di lavoro e il mantenimento dei posti di lavoro sono sempre stati al centro delle preoccupazioni. E sempre lo saranno, in un Cantone dove l’occupazione dovrebbe essere sempre una priorità. I due sindacati sostengono dunque l’iniziativa popolare “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologico industriale nel settore del trasporto pubblico” perché è l’unica via non solo per permettere la ripresa di tutte le attuali attività, ma anche per svilupparne di nuove nell’ottica dello sviluppo tecnologico-industriale.
Il SEV e UNIA hanno seguito attentamente gli sviluppi del dibattito sull’iniziativa popolare “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico” lanciata nel 2008 e corredata da quasi 15'000 firme. Iniziativa congelata nel 2014, per dare spazio al Centro di competenze – rivelatosi poi un guscio vuoto – e riattivata nel 2018.
La discussione si è era precedentemente concentrata sui contenuti della lettera d’intenti sottoscritta dalle FFS, Canton Ticino e Città di Bellinzona nel dicembre 2017 e sulla futura ubicazione delle Officine. Tralasciando, tuttavia, l’elemento più importante: la perdita di centinaia di posti di lavoro. Nella nuova struttura saranno infatti garantiti solo 200-230 posti di lavoro, vale a dire meno della metà di quelli attuali. E saranno proprio le giovani generazioni a dover subire l’importante cancellazione di posti di lavoro qualificati in Ticino. I due sindacati sottolineano inoltre che la diminuzione delle attività di manutenzione è in forte contraddizione con i futuri scenari, in base ai quali si prevede nei prossimi anni un significativo incremento del traffico ferroviario. Non si capisce dunque secondo quale logica si sopprimano posti di lavoro, dal momento che aumenterà il fabbisogno di manutenzione del materiale rotabile.
L’iniziativa popolare – sulla quale i ticinesi e le ticinesi si esprimeranno il 19 maggio – chiede precisamente la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico orientandolo sul modello di “centro di profitto con forte autonomia decisionale (unità di business strategica”), come suggerito nella terza variante formulata dalla SUPSI nello studio del 2010.
Questo scenario modifica sostanzialmente i rapporti e le gerarchie tra l’Officina e la direzione generale delle FFS dal punto di vista gestionale e operativo. I piani del futuro polo industriale dovranno essere condivisi tra le parti ed essere focalizzati sulla produzione di servizi di manutenzione tradizionale e specializzati per il trasporto e per la mobilità su ferrovia. Un chiaro modello industriale rivolto verso il futuro (possibilità di creare posti di lavoro) con le radici nel presente (mantenimento dei posti di lavoro con la ripresa delle attuali attività). Per questi motivi sia SEV che UNIA sostengono l’iniziativa e la campagna verso il voto.
Per maggiori informazioni:
Sindacato SEV: Pascal Fiscalini, 079 800 28 42
Sindacato UNIA: Igor Cima, 079 233 82 63