colpi di diritto
Frontalieri e telelavoro
«Mulhouse può essere così bella, soprattutto se ci trovi l’amore...», ha pensato Anna; così ha fatto le valigie e si è trasferita con il suo compagno nel paese vicino. Resta da vedere se Mulhouse diventerà la sua casa d’adozione. Per questo Anna continua a lavorare a Basilea, cinque giorni alla settimana, due dei quali in telelavoro. E vuole rimanere coperta dall’assicurazione sociale in Svizzera. È possibile?
Anna è una cosiddetta frontaliera. Vive in Francia e lavora in Svizzera. Di norma, i frontalieri sono coperti dall’assicurazione sociale del Paese in cui lavorano, indipendentemente dal luogo di residenza o dalla sede del datore di lavoro. Tuttavia, esistono delle eccezioni a questa regola. In precedenza, si applicava quanto segue: se almeno il 25% del lavoro viene svolto nel luogo di residenza, il frontaliere è coperto dall’assicurazione sociale nel suo Paese di residenza. Il carico di lavoro del 25% si riferisce al totale delle ore lavorative medie annue del frontaliere. Se il frontaliere svolge più lavori, questi vengono sommati.
Quindi, se Anna mantiene i due giorni di telelavoro, lavorerà per il 40% del tempo in Francia. È quindi tenuta a versare i contributi previdenziali in Francia?
Non più dal 1° luglio 2023. In un accordo quadro tra diversi Stati membri dell’UE e la Svizzera, la percentuale di lavoro al di fuori del Paese di occupazione è stata estesa al 49,9 %. Di conseguenza, il lavoro da casa è possibile nell’ambito di questo carico di lavoro senza modificare gli obblighi di sicurezza sociale. I prerequisiti sono:
Contratto di lavoro a tempo indeterminato nel Paese in cui si lavora.
Residenza al di fuori del paese di occupazione.
Nessun’altra attività lavorativa nel paese di residenza o in un paese terzo.
Il lavoro in loco e il lavoro a domicilio devono seguire uno schema regolare.
Esistenza di un’infrastruttura informatica adeguata per il lavoro a domicilio.
Spetta ora ad Anna dimostrare di essere residente a Mulhouse. Il modo migliore per farlo è registrarsi formalmente presso il comune di Mulhouse. Le serve però anche un accordo con il suo datore di lavoro per quanto riguarda il telelavoro.
Per qualsiasi domanda, sia Anna che il suo datore di lavoro possono contattare la cassa di compensazione competente.
Su questa base, il datore di lavoro presenta la domanda attraverso una piattaforma informatica delle casse di compensazione in Svizzera. La domanda viene quindi inviata automaticamente all’istituzione di assicurazione sociale competente nel Paese di residenza. Se la domanda viene approvata, il datore di lavoro riceve il corrispondente «certificato A1», valido per tre anni dalla data della domanda.
In questo caso, Anna può quindi anche lavorare da casa in Francia per due giorni a settimana e rimanere coperta dall’assicurazione sociale in Svizzera.
Servizio giuridico del SEV