Colpi di diritto
Uso improprio
Per esempio, un cacciavite serve in primo luogo per stringere o allentare le viti, ma può essere utilizzato anche come leva per aprire una lattina di vernice o per grattare residui di colla o persino per ammazzare una persona. L’uso proprio di un oggetto deve quindi essere definito.
Rimettersi alle istruzioniper l’uso
In linea di principio, gli oggetti utilizzati correttamente non dovrebbero procurare danni. Per questo, macchinari e apparecchi dovrebbero essere usati secondo le istruzioni. L’impiego corretto di oggetti di uso quotidiano dovrebbe risultare evidente oppure derivare dall’esperienza di vita. In questi casi, quando interviene un danno, il produttore si appella all’uso improprio per rifiutare ogni responsabilità.
Sabbia negli ingranaggi
L’uso corretto di un oggetto implica quindi diritti e doveri, dato che laddove viene meno possono insorgere danni. Per danno si intende comunemente una modifica ad un oggetto che ne compromette in modo sensibile il valore o la sua efficacia. Esso può intervenire anche quando viene compromessa la capacità di diverse parti di un meccanismo di operare normalmente, per esempio smontando un orologio, oppure ancora aggiungendo sostanze estranee non indicate, come sabbia negli ingranaggi.
Fintanto che noi utilizziamo gli oggetti secondo le indicazioni del produttore, non dovrebbe succedere nulla. In caso contrario, può insorgere un danno. La scusa che era più semplice agire come abbiamo fatto, oppure che l’oggetto avrebbe dovuto sopportare il nostro uso, non regge e non ci eviterà di trovarci confrontati con richieste di risarcimento. Se l’oggetto ci appartiene, non ci resta altro che semplicemente tenerci il danno, ma se questo appartiene ad altri possiamo appunto trovarci confrontati a richieste di risarcimento.
Intenzionalità o negligenza
Nella nostra vita professionale, siamo confrontati con diversi oggetti e materiali che non ci appartengono. Essi sono in genere di proprietà del datore di lavoro e siamo tenuti a farne un uso scrupoloso, in modo da evitare danni. Quando questo avviene, si pone la questione se è stato procurato intenzionalmente o a seguito di negligenza. Un altro fattore da considerare è se siamo o meno attivi in una professione esposta a rischi.
Attività a rischio
È intenzionale il danno provocato deliberatamente. Vi è invece negligenza quando abbiamo agito involontariamente in un modo, quando avremmo dovuto sapere che era più opportuno agire in un altro. La negligenza viene declinata in tre gradi: lieve, media o grave, che devono essere puntualmente definiti.
Infine, occorre considerare che vi sono attività maggiormente esposte a rischi di altre (per esempio, un cameriere al rischio di rompere stoviglie).
Senza voler porre limiti alla creatività, dovrebbe ormai essere noto a tutti che non si dovrebbe asciugare il criceto nel microonde, mentre è possibile servire una griglia da cucina per scaldare le vivande.
Quando però gli oggetti non ci appartengono dovremo far uso di maggiore prudenza, rispettivamente di una più grande attenzione all’uso proprio di questi oggetti, per evitare di trovarci confrontati a richieste di risarcimento.
Assistenza giuridica SEV
Nei CCL FFS e FFS Cargo, la questione è regolata dagli articoli 42 «responsabilità per danni» e «partecipazione alle spese». La definizione del grado di negligenza è tuttavia di carattere giuridico e non può essere fatta a cura del superiore.
In caso di controversia, vi è quindi la possibilità di richiedere alle FFS una decisione formale in merito all’ammontare del danno, rispettivamente al grado di responsabilità.