Lo stress fa male, anche sul posto di lavoro. Infrangere le prescrizioni per fare in fretta porta spesso a incidenti.
Chi va piano, va sano e lontano
La nostra vita è sempre più frenetica. Beati coloro che possono pianificare liberamente il loro lavoro e che hanno anche la possibilità di rinviare qualcosa.
La maggior parte dei dipendenti non dispone di questa flessibilità. Anzi, si ritrova spesso a dover fare ancora di più nello stesso o in minor tempo, senza poter riflettere a cosa porta tutta questa fretta e sulla possibilità di rinunciare ogni tanto a qualcosa.
È andata così ad un capomanovra che, all’inizio del turno, si è ritrovato con un guasto alla locomotiva, che doveva quindi andare in rimessa. Dopo pochi minuti di lavoro, era quindi chiaro che il tempo non sarebbe stato sufficiente per liquidare tutti gli incarichi. Il capomanovra ha quindi deciso di ricorrere ad un vecchio espediente: smistare tre vagoni per volta, anziché i due previsti dalle prescrizioni, serrando il freno a mano per moderarne la velocità. Come spesso succede in questi casi, un freno era guasto, ma il nostro capomanovra, dopo aver avvisato tutti via radio, ha avviato comunque la manovra di lancio. I vagoni hanno però urtato violentemente i carri fermi a fine binario, scaraventando a terra il manovrista che ha riportato gravi ferite. Il capomanovra è quindi stato accusato di lesioni colpose gravi.
Si possono infrangere le prescrizioni di circolazione?
Il rispetto delle norme di circolazione è imperativo e non sono ammesse eccezioni. Spesso, guasti o imprevisti non permettono di fornire la prestazione richiesta rispettando le prescrizioni, nemmeno con tutta la fretta di questo mondo. Nel nostro caso, il capomanovra avrebbe dovuto avvisare il suo superiore delle difficoltà insorte a seguito del guasto alla locomotiva. Succede però spesso che si rinunci al dialogo, credendo di conoscere in anticipo le risposte del superiore, che oltretutto si trova anche lui sotto pressione. Invece, chiedere in modo chiaro e conciso non costa nulla. La capacità di documentare la domanda e la relativa risposta, per esempio con testimoni o con uno scambio di mail, potrebbe poi risultare molto utile in caso di incidente.
Ha senso opporsi?
Il contratto di lavoro obbliga i dipendenti a svolgere il proprio lavoro e a rispettare il diritto di disporre da parte del datore di lavoro. In altre parole, all’ordine di svolgere un certo incarico ci si può opporre solo in casi molto limitati. Lo si deve però fare proprio in quei casi in cui l’esecuzione dell’ordine mette in pericolo la vita o l’integrità fisica propria o altrui, rispettivamente infrange il diritto superiore.
D’altra parte, spesso ci si ritrova confrontati con richieste che, per essere soddisfatte, richiederebbero un approccio quanto meno creativo, con in più la prospettiva di ritrovarsi confrontati con rimproveri per prestazioni insufficienti se non si riesce a far fronte alla mole di lavoro. Una contraddizione difficile da sciogliere, che può essere affrontata, come detto poc’anzi, solo cercando il dialogo con il superiore diretto e documentando a dovere i passi intrapresi.
Dai superiori bisogna richiedere anche un certo grado di responsabilità, soprattutto in queste situazioni che non sono certo di dettaglio, in quanto riguardano la sicurezza e la qualità del lavoro.
Di chi è la colpa?
Nel nostro caso, il procedimento penale nei confronti del capomanovra non ha permesso di raccogliere prove concrete a suo carico per il ferimento del manovrista. La dirigenza era infatti al corrente dello stato dell’impianto e del materiale, ma non aveva mai preso provvedimenti. Anzi, aveva ripetutamente ammesso che si contravvenisse alle prescrizioni di circolazione, limitando in questo modo la portata della cura che, dal punto di vista penale, il capomanovra era tenuto a prestare nel suo lavoro. Il legale incaricato dal SEV, impugnando questi argomenti, ha così potuto ottenere l’annullamento del procedimento.
Come modificare queste situazioni
Queste situazioni fanno ormai parte della nostra realtà quotidiana e, sin quando non capitano incidenti, si ha l’impressione che non vi siano neppure necessità di intervenire. Sarebbe però meglio rispettare sempre e comunque le prescrizioni, in quanto sono state varate per garantire anche la sicurezza sul lavoro. Eventuali contrasti in merito dovrebbero essere affrontati in un dialogo chiaro e aperto, per il quale si può senz’altro contare anche sul sostegno del SEV.
Assistenza giuridica SEV