parità salariale
Swiss deve investire ulteriori risorse nei salari delle donne
Dopo tre anni, a luglio Swiss ha nuovamente effettuato un’analisi sulla parità salariale, come prescritto dal luglio 2020 dalla revisione della legge federale sulla parità dei sessi per le imprese a partire da 100 collaboratori. Dall’analisi è emerso che a luglio le 3006 collaboratrici donne di Swiss guadagnavano in media il 16,8% in meno rispetto ai 3710 collaboratori uomini. Sebbene la maggior parte di questo divario retributivo tra uomini e donne possa essere spiegato dalle differenze nelle qualifiche personali e nelle caratteristiche del posto di lavoro, rimane un divario salariale ingiustificato del 3,2% tra i sessi. Tale divario è inferiore alla soglia di tolleranza del 5% fissata dalla Confederazione. Swiss può così vantarsi del marchio «We pay fair» dell’Università di San Gallo. L’analisi ha preso in considerazione, oltre al salario di base, anche la tredicesima ed eventualmente la quattordicesima mensilità, le indennità e i pagamenti speciali.
Per un totale di 873 donne e 1701 uomini del personale di terra, il divario salariale non giustificato è del 4,6%. Per le 555 donne e 1048 uomini soggetti al CCL del personale di terra, tale differenza è attualmente del 4,5%. Nel 2020 era ancora del 3,8% (anche se quell’anno è solo parzialmente comparabile a causa di numerosi licenziamenti e assunzioni dovuti al Covid), nel 2016 era 1,1% e nel 2014 invece e 1,8%. L’analisi effettuata nel 2019 non è paragonabile perché è stato utilizzato uno strumento diverso.
«Nel personale di terra le disparità sono aumentate», osserva il segretario sindacale Philipp Hadorn, presidente di SEV-GATA, la sezione SEV del trasporto aereo. «La buona notizia è che Swiss, in collaborazione con le parti sociali, intende esaminare in modo approfondito i risultati al fine di sviluppare misure atte a garantire che in futuro lo sviluppo vada nella giusta direzione. In ogni caso, tuttavia, Swiss deve investire ulteriori risorse nei salari delle collaboratrici per dimostrare di prendere con serietà la questione della parità. Evidentemente, infatti, le semplici parole non bastano».
Lucie Waser, responsabile delle pari opportunità al SEV, che il 16 agosto ha partecipato alla riunione di analisi con Swiss per conto di SEV-GATA, aggiunge: «Il SEV accoglie con favore i controlli regolari sulla parità salariale e auspica per il futuro una maggiore continuità nell’utilizzo dello strumento svizzero Logib (comparabilità) e nella programmazione dei controlli. Ciò che notiamo è che nel 2023 c’è un aumento della discriminazione salariale delle donne, che è inaccettabile se in Svizzera si vuole lavorare conformemente alla legge e diventare, allo stesso tempo, un datore di lavoro attrattivo anche per le donne».
Markus Fischer