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Officine di Bellinzona

Incertezza e sfiducia

Un momento dell'Assemblea del 16 dicembre 2022.

Alle Officine di Bellinzona la preoccupazione per la fase di passaggio a Castione resta, nonostante gli annunci per mezzo stampa delle FFS sull'aumento del numero di posti di lavoro a «oltre 400». Le questioni da chiarire vanno infatti oltre al numero di posti previsti nel nuovo stabilimento.

Lo scorso 16 dicembre i lavoratori delle Officine di Bellinzona si sono riuniti in Assemblea in vista della riunione di Piattaforma (che riunisce le FFS, le istituzioni, la Commissione del Personale (CoPe) e i sindacati), prevista per il 19 dello stesso mese e diretta da Franz Steinegger. Le preoccupazioni delle maestranze derivano principalmente dalla poca trasparenza e dalla scarsa informazione da parte delle FFS per quanto riguarda lo spostamento nel nuovo stabilimento di Castione (previsto per il 2026) e la relativa fase di transizione. Una situazione che genera grande incertezza tra i lavoratori per quello che potrà essere il loro futuro professionale. Durante la partecipata Assemblea, sono quindi sorti diversi interrogativi.

Le maestranze si chiedono in particolare quali saranno le modalità di selezione e di formazione del personale che lavorerà nel nuovo stabilimento: come verranno formati per avere le particolari competenze tecniche necessarie per la manutenzione dei moderni elettrotreni? Con quali tempistiche avverrà questa formazione? Quali sono effettivamente le mansioni previste in base al piano industriale e quali i profili necessari a soddisfarle? Piano industriale con cifre dettagliate che tra l'altro il SEV chiede da tempo. Ci si chiede anche quali saranno le modalità di selezione del personale: il timore è che si proceda tramite concorsi, con il rischio di escludere chi già lavora alle Officine a beneficio di esterni più formati.

Un'altra preoccupazione è legata al fuggi-fuggi che sta avvenendo tra i quadri di livello superiore: chi fa le promesse poi lascia il posto ad altri che potrebbero cambiare le carte in tavola.

Gli operai hanno quindi dato mandato alla CoPe allargata di portare questi interrogativi alla Piattaforma, in particolare con quattro richieste:

1. tutto il personale presente alle Officine di Bellinzona, indipendentemente dal tipo di contratto, dovrà essere trasferito a Castione;

2. in modo analogo, devono essere salvaguardati numericamente tutti gli attuali posti di lavoro;

3. nei prossimi mesi dovrà essere fatto un rilevamento delle competenze di tutto il personale e analizzato per ognuno quali sono le necessità di formazione in relazione alle lavorazioni che verranno svolte a Castione. Tale lavoro dovrà essere svolto da un gruppo tripartito composto da FFS, CoPe allargata e Divisione della formazione. Tale gruppo dovrà essere costituito entro fine gennaio 2023;

4. la tematica della formazione del personale, così come tutte le altre tematiche riguardanti la fase di transizione e la nuova struttura a Castione, dovranno tornare ad essere discusse nei gremi previsti dall'accordo tra FFS e CoPe allargata.

Durante la discussione di Piattaforma del 19 dicembre, però, non sono arrivate molte risposte in questo senso, come ci spiega Ivan Cozzaglio, presidente della CoPe alle Officine: «Le FFS non hanno risposto alle nostre domande e hanno glissato sulla questione della formazione e l'impressione è che vogliano evitare il confronto con i sindacati. Per noi è importante che a tutti gli attuali lavoratori delle Officine venga data la possibilità di chiedere una formazione, anche al personale interinale, ma le FFS non vogliono includere questa categoria di personale». Inoltre, durante la discussione del 19 dicembre, il punto 3 delle richieste è stato condiviso solo in parte. Spiega Thomas Giedemann, segretario sindacale del SEV: «Steinegger ha riconosciuto che si debba procedere in modo più spedito e ha chiesto alle FFS di comunicargli entro maggio come intendono implementare il processo di trasformazione».

Pochi giorni dopo la riunione, il 23 di dicembre, sono arrivate per mezzo stampa nuove cifre sul numero di posti di lavoro previsti a Castione, passati ora da 360 a 400. Una modalità di comunicazione non nuova all'azienda, ma che lascia perplessi sia i lavoratori che i sindacati, tanto più che il 19 dicembre nessuno ha fatto parola di questi posti in più. D'altronde, è da quando è stato presentato il progetto per le nuove Officine di Castione (dove convoglieranno i lavori di manutenzione attualmente svolti alle Officine e al deposito di Via Pedemonte), che le cifre sui futuri posti di lavoro cambiano di continuo, senza però mai essere concretamente messe nero su bianco.

«Il SEV chiede che i posti di lavoro restino almeno gli stessi che ci sono ora, cioè 460», spiega ancora Giedemann, «Perciò ne mancano ancora una sessantina. Chiediamo inoltre di avere il piano industriale che dimostri che questi posti ci saranno davvero».

Le preoccupazioni quindi restano e la guardia va mantenuta alta.

Veronica Galster

Commenti

  • Stefano Pedraita

    Stefano Pedraita 27/01/2023 08:19:10

    Una riformazione del personale, può anche essere intesa dalle FFS, come argomento per nuove richieste di adattamento di salario, quindi un tema molto scomodo di questi tempi.