Sulle orme di ...
Bruno Ryf, assistente clienti Stazione e sindacalista
Era da un po’ che volevamo fare un'intervista, ma lui ha preferito aspettare. Bruno Ryf è un combattente instancabile. Un sindacalista convinto che ha dato molto sia al SEV, che alle FFS. Alla fine di aprile, il presidente di TS Romandie andrà meritatamente in pensione anticipata. Con noi parla del suo lavoro attuale, del suo impegno sindacale e offre alcuni consigli per migliorare il lavoro del sindacato.
Ogni volta che vedo Bruno ripenso inevitabilmente alla consegna delle 3000 firme contro il progetto RailFit 20/30. Bruno Ryf, allora vicepresidente di TS Romandie, è una delle facce dell’opposizione a un programma di smantellamento che prevedeva di tagliare ben 900 posti di lavoro.
Anche Bruno, quando ci incontriamo per questa intervista martedì 7 febbraio a Neuchâtel, ricorda quel 15 giugno 2016, giorno in cui lui e altri tre militanti del SEV portarono simbolicamente la bara contrassegnata RailFit davanti alla sede delle FFS a Wankdorf. «È probabilmente uno dei miei ricordi più belli come sindacalista. Abbiamo preparato il necessario per raccogliere le firme e organizzato un’azione che ha scioccato alcune persone perché la bara non era di loro gradimento, nonostante fosse pertinente, anche se forte: le FFS volevano seppellire il servizio pubblico che noi ferrovieri difendevamo. Il messaggio era chiaro: il progetto RailFit è morto e noi lo seppelliamo con piacere».
La rivelazione a soli otto anni
Il suo discorso dell’epoca è ancora attuale. «Signor direttore, signore e signori del consiglio di amministrazione, cari membri, cari colleghi, anzi fin troppo cari. Non è dispregiativo, è il riflesso di una società a scopo di lucro. Oggi ci sono persone che lavorano per la mobilità e domani la tecnologia li sostituirà (…). Laddove la nostra impresa impone dei risparmi, la concorrenza si allarga. Proviamo a indovinare chi avrà il tasso di soddisfazione più alto?»
Questo senso di protezione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, Bruno lo vive fin da giovane. Figlio di due operai, arriva a Neuchâtel da Granges (SO) all’età di due anni con i genitori. «Non è facile essere uno svizzero tedesco in Romandia», afferma ridendo. Questa sua fibra sindacale si spiega con un aneddoto della sua infanzia:«Quando avevo otto anni, andammo a visitare un’azienda che aveva appena licenziato un centinaio di persone perché aveva acquistato delle macchine per rimpiazzarle. Ho ingenuamente chiesto cosa ne sarebbe stato dei dipendenti e la mia domanda ha imbarazzato il direttore».
Da pittore nell’edilizia ad assistente clienti Stazione
Pochi anni dopo Bruno diventa pittore edile, settore nel quale lavora per dieci anni, prima di arrivare alle FFS e al SEV nel 1986. Anche se all'inizio era attivo nel servizio bagagli e pulizia, la riorganizzazione operata dalle FFS nel 2004 lo ha reso dapprima allrounder Servizi, e infine, nel 2018, assistente clienti Stazione. «Mi piace questo lavoro perché aiuto soprattutto le persone con mobilità ridotta. A volte li accompagno anche durante un viaggio. Parliamo, creiamo un legame. Mi piace questo contatto e mi piace stare con persone che hanno questa forza, questa combattività».
Una pensione ben meritata grazie a Priora
Anche se ama il suo lavoro, non vede l’ora di andare in prepensionamento alla fine di aprile, all’età di 62 anni, perché può beneficiare del modello del futuro «Priora». «Possiamo tranquillamente affermare che questi modelli del futuro negoziati nel CCL 2015 sono un grande successo del SEV. Riceverò una rendita transitoria di tre anni prima del mio pensionamento ufficiale, nel marzo 2026». Un prepensionamento che però non sancirà ancora la fine del suo mandato di presidente di TS Romandie, carica che lascerà nel 2024 dopo otto anni di presidenza.
Pensando alla sua sezione, dice: «Bisogna essere onesti. Abbiamo unito piccole sezioni per formarne una grande, ma è difficile conciliare sempre tutte le richieste. Abbiamo perso in prossimità. Inoltre, ci occupiamo di rami molto diversi, il che complica spesso il lavoro. Fortunatamente, il segretario sindacale SEV René Zürcher conosce molto bene i dossier: sappiamo sempre dove trovare consiglio e a chi indirizzare i nostri soci, quando è necessario».
Tra le priorità della Sezione, Bruno sa che Ginevra è un luogo assolutamente essenziale in cui il SEV deve essere ancora più presente. Occorre ora definirne le modalità.
Quando ci stiamo per salutare, gli pongo un’ultima domanda banale: allora, cosa farai in pensione? «Beh, un po’ tutto quello che non ho avuto il tempo di fare fino ad ora. Devo occuparmi di alcune questioni e godermi la vita. Ho lavorato per 37 anni alle FFS e spero di avere una pensione altrettanto lunga».
Ed è quello che gli auguriamo anche noi.
Vivian Bologna
Commenti
Bürki Ursula 21/02/2023 17:20:40
Achtung ich bin noch Mitglied!
Ich war 16 Jahre bei Securitrans und jetzt 1 Jahr und 3 Monate bei der SBB und werde gehen. Die Integration war/ist ein Desaster, viele von uns sind dann auch mal weg und die Direktion freuts. Sehr Wirtschaftlich das knowhow von xJahren in den Dreck zu werfen und Neue zu billig Löhnen anzuwerben. Die SBB muss sparen. Quantität ersetzt nicht die Qualität und die Lebenserfahrung. Viel Glück ?!