Appello per il 1° Maggio: Salari migliori. Rendite migliori. Parità subito!
Alla popolazione rimangono sempre meno soldi per vivere. Prezzi, premi delle casse malati e affitti sono in aumento, mentre i salari traballano e si vuole diminuire ulteriormente le rendite. Non solo in Svizzera: al centro dell’attenzione sono tornati aspetti come la questione sociale e la lotta alla distribuzione. Questo movimento per salari e rendite migliori sta portando milioni di lavoratori nelle piazze di tutta Europa. Il 1° maggio è da 133 anni sinonimo di lotta per il progresso sociale.
Anche gli attacchi del ceto alto hanno una lunga tradizione: pretende sempre la fetta più grande della torta, sia in Svizzera che nel resto del mondo. Sono molti i lavoratori e le lavoratrici che attualmente sono confrontati con riduzioni salariali reali dovuti all’aumento dei costi in generale. Per i salari delle professioni femminili, a quanto pare, non è disponibile molto denaro. Al contrario, però, per la piazza finanziaria si possono stanziare addirittura miliardi. Le grandi banche vengono salvate senza esitazioni, senza che questo comporti una regolamentazione bancaria o rimborsi dei bonus dati ai manager. Questa volontà incondizionata di voler salvare a tutti i costi una banca è un affronto a tutti i lavoratori che l’anno scorso, nonostante l’aumento dei costi e degli affitti, non hanno ricevuto nessun aumento salariale e ora hanno meno soldi nel loro portafoglio. Il fallimento del capitalismo da casinò deve avere delle conseguenze: è l’industria finanziaria che deve servire i lavoratori, non il contrario.
La stessa cosa vale anche per le rendite: al posto di ricercare in maniera illimitata il profitto del settore finanziario nel secondo e terzo pilastro, è necessario disporre di un’AVS forte, non di ulteriori tagli alle rendite. Con l’iniziativa popolare per una tredicesima mensilità AVS possiamo muovere i primi passi, anche se piccoli, in questa direzione invece di investire altri miliardi in una riforma della cassa pensione in cui i lavoratori pagano di più per ricevere meno rendite. C’è bisogno di un referendum potente in modo da impedire, alle urne, un ulteriore riduzione delle rendite.
Uno stipendio deve bastare a coprire i costi della vita: bisogna aumentare i salari bassi e medi in modo significativo. È per questo motivo che i sindacati scendono in piazza. Con visioni e obiettivi ambiziosi, oggi come allora: bisogna andare avanti! Il 1° maggio rappresenta da sempre la vittoria della lotta per un progresso sociale concreto. La fetta grossa della torta spetta a chi lavora duramente, non ai ceti superiori. Ecco perché l’offensiva sindacale sui salari è di estrema importanza: nessun salario inferiore a 5000 franchi per i lavoratori con titolo di studio e 4500 franchi per tutti. Nelle professioni a maggioranza femminile la disparità è ancora più evidente. Sono finiti i giorni in cui le donne si accontentavano di salari part-time troppo bassi: i salari delle donne devono aumentare e le rendite devono prendere in considerazione anche la cura e l’assistenza perché sono anch’essi lavori a tempo pieno. Per questa ragione i sindacati non si mobilitano unicamente il 1° maggio, ma anche il 14 giugno 2023 tramite uno sciopero femminista. La parità è fondamentale per il movimento sindacale: non c’è giustizia senza una vera parità. Perciò: Salari migliori. Rendite migliori. Parità subito. Fuori il 1° maggio 2023!
Link all'appello per il 1° maggio del presidente del SEV Matthias Hartwich (clicca)
Eventi del 1 maggio: mappa interattiva su www.mai2023.ch
Intervengono dal SEV il 1° maggio: il presidente Matthias Hartwich a Weinfelden e la presidente centrale della LPV Hanny Weissmüller a Olten.