Congresso 2022
2019–2022: tempo di bilanci
Puntualmente, con il Congresso è tempo di tirare le somme sul periodo tra il 2019 e la fine di giugno 2022. Nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, il SEV ha potuto svolgere il proprio lavoro in conformità con i testi di orientamento.
Il 2019 è stato l’anno del centenario di un SEV nato all’indomani dello sciopero generale del 1918. Per il presidente Giorgio Tuti, il giubileo è stato un successo.
Una locomotiva e un autobusper i 100 anni del SEV
«Ci eravamo posti l’obiettivo di avvicinarci ai nostri soci. Con i 56 eventi organizzati in tutto il Paese con il nostro bus espositivo itinerante, direi che ci siamo riusciti! Abbiamo dato risalto alla nostra identità. Le sezioni e le sottofederazioni hanno organizzato questi eventi con il sostegno dell’apparato professionale. Una locomotiva delle FFS con i colori del SEV ha viaggiato per più di un anno sulla rete ferroviaria svizzera, rendendoci visibili per i clienti e il personale. Naturalmente, non posso dimenticare i festeggiamenti di apertura al Kursaal con i numerosi ospiti e il vivace programma che ha coniugato storia, umorismo, danza e molto altro in un clima di grande convivialità.
Essendo orientato al futuro, il gala di chiusura è stato organizzato dalla Commissione giovani. Alla perfezione! Nonostante tutto, il 2019 rimarrà un anno di sentimenti contrastanti. Il drammatico incidente del 4 agosto 2019 costato la vita al nostro collega rimasto intrappolato in una porta difettosa è una tragedia che non dovrà mai più ripetersi. Abbiamo anche vissuto l’inaspettata dipartita del presidente centrale della sottofederazione RPV Hanspeter Eggenberger».Del periodo che ci lasciamo alle spalle Giorgio Tuti ricorda, in qualità di presidente dei ferrovieri europei, anche l’accordo vincolante Women in Rail (WiR), che intende promuovere la parità di genere nelle ferrovie europee e rendere le professioni ferroviarie più attrattive per le donne. L’accordo è stato raggiunto nel contesto del Dialogo sociale europeo presieduto da Giorgio Tuti (vedi anche pagina 10).
La pandemia
Naturalmente, questo periodo rimarrà nella storia per la pandemia che ha ostacolato il lavoro sindacale come lo intendevamo prima del marzo 2020. «Ci siamo dovuti adattare», spiega il vicepresidente del SEV Christian Fankhauser, eletto dal Congresso 2019 alla successione di Manuel Avallone. «Il SEV ha sempre fatto del lavoro sul campo il suo maggior punto di forza. I contatti con le colleghe e i colleghi di lavoro sono stati limitati se non resi impossibili praticamente dalla sera alla mattina, ma siamo comunque riusciti a difendere i loro interessi durante la pandemia. Abbiamo dato priorità alla salute, all’occupazione e ai salari».
«Siamo intervenuti nelle imprese per garantire che i datori di lavoro mettessero in atto le necessarie misure di protezione della salute. Abbiamo fatto il possibile - continua Fankhauser - per garantire che al personale venisse corrisposto il 100% del salario anche in caso di lavoro ridotto; purtroppo non è stato possibile ovunque o per l’intero periodo di lavoro ridotto. Per sostenere il settore dei trasporti, ci siamo impegnati politicamente a garantire aiuti COVID a tutti i rami professionali. In generale, i trasporti pubblici non avevano diritto al lavoro ridotto. Hanno garantito l’offerta di trasporto e hanno subìto perdite di reddito a causa dei periodi di lockdown. Nonostante gli aiuti ottenuti, le imprese stanno esercitando pressioni sulle condizioni di lavoro e sui salari del personale Ormai, è un cantiere costantemente aperto…»
Mobilitazioni sindacali presso le FFS...
Al di là della pandemia, il periodo appena concluso ha visto risultati concreti in termini di rinnovo di CCL. Senza entrare nei dettagli, la proroga del CCL FFS sino a fine aprile 2025 e del CCL FFS Cargo sino a fine 2023 ha garantito stabilità. In cambio, il personale ha accettato alcuni sforzi salariali. Nonostante ciò, il periodo 2019-2022 non è stato sempre tranquillo.
Alla fine del 2019, il SEV ha invitato i suoi soci delle FFS e di FFS Cargo a manifestare: circa 300 ferroviere e ferrovieri si sono riuniti davanti al Wankdorf per chiedere uno stop delle riorganizzazioni. La lotta contro i tentativi di esternalizzazione è proseguita e il SEV si è mobilitato contro il progetto «Compass» di FFS Immobili Facility Management, che prevedeva l’esternalizzazione della pulizia di alcune stazioni; il SEV ha inoltre intrapreso azioni pubbliche contro pubblicità nelle stazioni che suggerivano che il personale di vendita non fosse necessario. Va segnalato anche l’impegno del SEV per l’integrazione nelle FFS dell’ex Securitrans e la difesa degli interessi dei soci nei nuovi profili professionali di Cargo. «Globalmente, quello in corso è sicuramente l’anno in cui stiamo avendo maggiormente a che fare con inaccettabili tagli annunciati. L’abolizione dell’invalidità professionale, l’aumento dei contributi di rischio alla Cassa pensioni e l’aumento della partecipazione del personale ai costi di malattia sono attacchi frontali inaccettabili. Le collaboratrici e i collaboratori delle FFS chiedono la revoca definitiva di queste misure e il mantenimento dell’invalidità professionale», evidenzia Valérie Solano, vicepresidente SEV responsabile delle FFS dal 1° gennaio 2022; Valérie succede in questa funzione a Barbara Spalinger.
... e in molte imprese
Gli ultimi tre anni sono stati segnati da grandi conflitti e mobilitazioni in diverse imprese. Alla fine dell’anno scorso, ai Transports publics fribourgeois i toni si sono accesi. Il SEV ha interrotto le trattative sul CCL, giacché la direzione intendeva apportare solo peggioramenti. Non mancano gli esempi dell’impegno indefettibile del SEV: «Alla STI di Thun, la direzione ha cercato di escludere dal CCL alcune categorie di personale per assoggettarle a un regolamento che avrebbe potuto modificare unilateralmente. Nel settore del trasporto marittimo, va sottolineata la mobilitazione del personale della BLS, che è riuscito ad ottenere un CCL simile al resto dell’impresa, mentre la società voleva dapprima negoziare un regolamento aziendale per la sua nuova filiale», ricorda Christian Fankhauser. Da evidenziare anche il rifiuto del CCL di SOB o il rinnovo dei CCL di Bus Ostschweiz, VMCV e Cargo International.
L’inflazione nel cuore della lotta
L’aumento del costo della vita e l’incremento generale del valore è un tema di grande attualità. In tutto il Paese, dalle FFS alle altre imprese di trasporto, il SEV chiede la compensazione del rincaro. In tempi di costi crescenti e di maggiore attenzione alla sostenibilità e al clima, i trasporti pubblici sono parte della soluzione. Questo deve riflettersi in un miglioramento dei salari più bassi per rendere più attrattiva la professione e facilitare la sostituzione della generazione dei baby boomer.
Tra le altre questioni centrali, la salute delle autiste e degli autisti di autobus è stata oggetto di un nuovo sondaggio, questa volta in collaborazione con VPOD, syndicom e Unisanté. I risultati sono simili a quelli constatati dal SEV nel 2018: dolori muscolari, affaticamento e disturbi del sonno. Gli incidenti sono in aumento.
Nella politica dei trasporti, le gare d’appalto nel Giura si sono concluse con l’assegnazione della concessione ad AutoPostale, che ha deciso di non subappaltare parte delle linee a un’azienda priva di CCL. Christian Fankhauser ritiene che «per rispondere al meglio a un simile bando di gara, è necessaria un’analisi approfondita della situazione giuridica per determinare le migliori leve legali e politiche per agire. È inoltre necessario disporre di una mappa dei subappalti esistenti. Una campagna nazionale contro il subappalto potrebbe essere utile per modificare il quadro giuridico nazionale e impedire a un gigante come AutoPostale di fare dumping con il subappalto. In assenza di un’azione nazionale, ci si chiede se sia possibile agire in ogni Cantone per influenzare il quadro giuridico».
Licenziamenti antisindacali
Dal punto di vista del partenariato sociale, Christian Fankhauser fa un duro bilancio dell’ultimo periodo: «Abbiamo assistito a un netto aumento dei licenziamenti antisindacali; finora il nostro settore era stato relativamente risparmiato. Ciò è tanto più scandaloso in quanto questi licenziamenti sono stati effettuati in spregio alle regole stabilite nei CCL esistenti».
FVP, amore mio!
L’Ufficio federale dei trasporti voleva concedere solo sconti del 20% alle attive e agli attivi ed eliminare l’accesso alle FVP per i famigliari e i/le pensionati/e. La mobilitazione dei soci SEV ha dato i suoi frutti. «La nostra petizione ha raccolto oltre 26 000 firme; siamo così riusciti ad ottenere lo status quo per il 2022 e il 2023, ovvero uno sconto del 50% per tutti sull’offerta FVP. Inoltre, per i/le partner e coniugi delle collaboratrici e dei collaboratori e per i/le pensionati/e titolari di un AG-FVP al 31 dicembre 2023 che lo rinnovano senza interruzione, lo sconto rimarrà del 50%. Per gli altri, le condizioni cambieranno dal 1° gennaio 2024: lo sconto sugli abbonamenti FVP non sarà più del 50% ma del 35% per gli aventi diritto. È l’aspetto negativo, ma va ponderato rispetto al piano di smantellamento originale. Il bicchiere è mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto», afferma Christian Fankhauser.
Nella politica sociale, la lotta è dura
«Abbiamo fatto il possibile per preservare le rendite di vecchiaia», afferma Giorgio Tuti. «Abbiamo depositato l’iniziativa per una tredicesima mensilità AVS ricca di ben 140 000 firme, abbiamo lanciato il referendum contro AVS 21 (che purtroppo non ha superato lo scoglio delle urne) e stiamo raccogliendo le firme per una distribuzione degli utili della Banca Nazionale Svizzera a favore dell’AVS. Per quanto riguarda il 2° pilastro, insieme all’Unione sindacale svizzera stiamo lavorando a un compromesso che permetta di frenare il declino delle rendite del 2° pilastro a causa dei bassi tassi d’interesse e dell’aumento dell’aspettativa di vita. Nelle casse pensioni in cui abbiamo dei rappresentanti, ci assicuriamo che le rendite siano mantenute ai livelli attuali».
Vivian Bologna / Video: Michael Spahr/Yves Sancey
Finanze alla lente
L’evoluzione finanziaria degli ultimi anni è stata contrastante. «In termini di membri -osserva Aroldo Cambi, responsabile delle Finanze - da anni perdiamo in media l’1,5% circa di affiliati all’anno e, quindi, ne risentono le entrate finanziarie. Grazie ad ulteriori sforzi, nel 2021 siamo riusciti a segnare per la prima volta dopo anni un calo di solamente lo 0,5%. Siamo convinti che nel prossimo futuro riusciremo a stabilizzare il numero di soci. Le entrate da questa fonte ammontano attualmente a poco meno di 10 milioni di franchi, mentre nel 2015, ad esempio, erano ancora di 11 milioni».
«Siamo riusciti - aggiunge Cambi -a compensare questo calo con l’utile finanziario, che negli ultimi tre anni è stato di 5,3 milioni di franchi (utile netto). Questa eccedenza verrà utilizzata per coprire i deficit previsti fino a quando non stabilizzeremo la base associativa. A tal fine sono previsti investimenti nel reclutamento dei soci. Il capitale proprio ammonta a 30 milioni e serve a garantire il futuro del SEV a lungo termine».
Il bilancio delle attività del SEV prosegue nelle pagine seguenti.